Di fatto, alterando i 2ragazzotti2 ai noi bravi commissari, c'è la ragionevole speranza che le cose siano gestibili alla bell'e meglio.
Peccato che al Vostro venga affidato il più imbecille dei due.
Qualcuno potrebbe pensare alla solita casualità, ma così non è, come non è un caso che il Vostro incappi sempre nella fila per le casse più lenta, che la porta del bus dalla quale voglia scendere sia immancabilmente quella che non si apre, che non trovi le cose che sicuramente aveva lasciato "proprio lì al solito posto, …".
La casualità non esiste per chi crede nella legge causa-effetto: è il frutto del karma positivo o negativo ereditato da vite precedenti, nel mio caso sicuramente ed indiscutibilmente un karma negativo.
Il karma va accettato ed io l'ho accettato, solamente vorrei ricordarmi le 'malefatte', la vita dissoluta che sicuramente devo aver condotto in qualche vita passata … sarebbe una consolazione sapere di aver vissuto senza freni, un conforto sapere di aver copulato come un coniglio, sarebbe un sollievo sapere di essere stato un Presidente di Consiglio italiano!
Devo ammetter che il mio rende concreto quel concetto astratto che è l'imbecillità, dà forma, corpo e viso alla stupidità.
All'inizio, come fece big Ale col Vostro e come farebbe un buon pater familias, cerco di essere comprensivo con la povera bestiolina: gli spiego che la bandiera deve essere srotolata per essere pronta alla bisogna, che essa va tenuta lungo il fianco tenendone la punta tra le dita, che essa va sventolata ad '8' per combattere l' 'effetto vento', quale sia il tratto di pista di sua competenza e quale il lato verso cui volgersi, che non deve intervenire per nessuna ragione in soccorso del pilota e che per qualunque cosa può chiedere.
Come mi vedete nella veste di buon maestro, di demiurgo e di angelo custode?
Ecco, la povera testolina di vitello dà ragione del detto che 'molti sono i chiamati a fare il commissario, pochi gli eletti': ne è la prova provata.
La prima volta che cerca di sbandierare, la bandiera e ancora arrotolata intorno all'asta, cosicché il meschino si trova a mulinare al vento un manico di scopa.
Quando si decide a srotolarla dietro paziente e garbato suggerimento del Vostro, non lo fa ad '8' col ben misero risultato che la bandiera si attorciglia intorno all'asta.
La prima volta che un pilota cade e non si rialza, non se ne avvede perché intento a guardare la magnificenza della rigogliosa natura; si decide a sbandierare solo dietro mia gentile rampogna: “Testolina di vitello, che 'azz stai guardando, sbandiera … co§#&ione!”.
Quando un pilota cade, da buon samaritano quale senza dubbio egli è, molla bagagli e burattini (ndr. la bandiera) e si precipita a sollevarlo.
Ora, molti di voi penseranno che, umanamente ed istintivamente questo sia un comportamento lodevole per qualunque persona: di certo non lo è per un commissario di pista!
Anzitutto, un commissario non abbandona mai e poi mai la bandiera: sarebbe come per un carabiniere abbandonare la carabina o per un prete un chierichetto!
Molti commissari che hanno osato molto meno sono stati allontanati dalla federazione, il loro nome di battesimo è stato bandito per tutti i nuovi nati dalle famiglie dei commissari e mai più pronunciato, se incontrati per strada insultati con ingiuriosi epiteti.
Ma vi è di più: ci sono, ad un tempo, motivazioni altruistiche ed egoistiche.
Altruisticamente, se il commissario abbandona il proprio posto, chi sbandiererà al suo posto per segnalare una situazione di pericolo ai piloti che sopraggiungono?
Egoisticamente valgono due considerazioni, tanto per il pilota quanto per il commissario.
Per il pilota caduto: se aiutato a rialzare la moto nelle prove cronometrate o, peggio del peggio, in gara, egli viene squalificato.
Per il commissario: non essendo tenuto a fare alcun corso di pronto soccorso (ndr. perché, altrimenti, a bordo pista ci sono anche i pavidi, ovvero i paramedici? vedi post n. ), qualora nel soccorrere il caduto (ndr. pilota) gli si provocassero dei nocumenti, l'assicurazione della federazione non prevede alcuna copertura.
Ben sapendo il rancore che i piloti nutrono nei confronti dei commissari per la loro sgargiante pettorina, per l'alto rispetto sociale di cui godono, per il fascino che riscuotono sulle spettatrici, sarebbe del tutto prevedibile che un pilota caduto ed aiutato sfogherebbe il proprio astio ed odio con accuse infamanti tanto in sede penale quanto in sede civile.
Decisamente, dopo due giorni passati a far da balia a questo corto di mente, potete ben capire e giustificare il Vostro, oramai sull'orlo di un esaurimento nervoso e di una crisi di nervi, quando non solo vede lento il di comprendonio volto nella direzione sbagliata disinteressandosi di quanto potrebbe accadere nel tratto di percorso lui incautamente affidato, ma addirittura intento a fare foto.
Se il Vostro non se lo è sbranato vivo è solo perché la testina di vitello, colto lo sguardo iniettato di sangue del Vostro di cui prima, si è dato alla fuga tra i prati ed ancor oggi, a distanza di mesi, non ha più dato notizie di sé alla famiglia!
(segue)
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
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