Avendo, in un atto di puro autolesionismo (attitudine nei confronti della quale vanto una certa dimestichezza e per la quale godo di una più che giustificata fama), perso a questo punto del Trattatello che ci si era proposti di svolgere (adoro parlare di me al plurale, mi fa sentire meno solo) gran parte delle Lettrici, sento che dopo questa puntata mi perderò gran parte dei Lettori singles che, sinora, immagino e spero mi avevano appoggiato.
Dovete sapere, ordunque, che la vita del single non è quella che noi singles lasciamo che gli altri credano che conduciamo: ci compiaciamo di lasciarlo credere, ma la verità è un'altra!
Anzitutto, passata l'euforia dei primi momenti, il single - per essere veramente tale a tutti gli effetti - si accorge che dovrà provvedere a tutto da solo: pulire casa, fare la lavatrice, stirare le camicie, preparare da mangiare. Insomma, mentre non rispondiamo al telefono e lasciamo intendere a tutto il mondo che ci diamo alla pazza gioia, la verità – dura ma, appunto perché 'verità', vera – è che siamo indaffarati, alle prese con quell'oggetto sconosciuto che è l'aspirapolvere, spignattiamo alla grande, bruciamo camicie, andiamo alla posta e/o al supermercato, 'scendiamo' la spazzatura …
Anche per mangiare, se è vero che all'inizio diamo libero sfogo all'arte culinaria con risultati talvolta invero egregi, tanto da invitare amici (solo molto, ma moooolto più tardi ci renderemo conto che non di veri amici si tratta, ma di singles da lunga data che scroccano cene) con l'andar del tempo diventiamo assidui frequentatori, dapprima, di ristorantini e tavole calde e finendo, tristemente, con scatolette, 4 salti in padella e pizze surgelate che mangiamo, rigorosamente, congelate.
Anche il costo della vita del single è più elevato di quanto la gente comune crede: ancora, per quanto reclamizzate, sono introvabili nei supermercati italiani le mitiche 'monodosi' ed è più quello che si butta nella pattumiera di quello che si riesce a stivare nel frigorifero.
Né si pensi, come la leggenda popolare vorrebbe che i supermercati siano luoghi d'incontro per i singles. Trattasi di una becera leggenda metropolitana: io, da 20 anni, non incontro che pensionate che cercano di passarmi davanti quando sono in fila di fronte alla cassa!
Dovete sapere, ordunque, che la vita del single non è quella che noi singles lasciamo che gli altri credano che conduciamo: ci compiaciamo di lasciarlo credere, ma la verità è un'altra!
Anzitutto, passata l'euforia dei primi momenti, il single - per essere veramente tale a tutti gli effetti - si accorge che dovrà provvedere a tutto da solo: pulire casa, fare la lavatrice, stirare le camicie, preparare da mangiare. Insomma, mentre non rispondiamo al telefono e lasciamo intendere a tutto il mondo che ci diamo alla pazza gioia, la verità – dura ma, appunto perché 'verità', vera – è che siamo indaffarati, alle prese con quell'oggetto sconosciuto che è l'aspirapolvere, spignattiamo alla grande, bruciamo camicie, andiamo alla posta e/o al supermercato, 'scendiamo' la spazzatura …
Anche per mangiare, se è vero che all'inizio diamo libero sfogo all'arte culinaria con risultati talvolta invero egregi, tanto da invitare amici (solo molto, ma moooolto più tardi ci renderemo conto che non di veri amici si tratta, ma di singles da lunga data che scroccano cene) con l'andar del tempo diventiamo assidui frequentatori, dapprima, di ristorantini e tavole calde e finendo, tristemente, con scatolette, 4 salti in padella e pizze surgelate che mangiamo, rigorosamente, congelate.
Anche il costo della vita del single è più elevato di quanto la gente comune crede: ancora, per quanto reclamizzate, sono introvabili nei supermercati italiani le mitiche 'monodosi' ed è più quello che si butta nella pattumiera di quello che si riesce a stivare nel frigorifero.
Né si pensi, come la leggenda popolare vorrebbe che i supermercati siano luoghi d'incontro per i singles. Trattasi di una becera leggenda metropolitana: io, da 20 anni, non incontro che pensionate che cercano di passarmi davanti quando sono in fila di fronte alla cassa!
Ho il più che sospetto che trattasi di una voce messa in giro dagli ammogliati per non accompagnare le consorti a fare la spesa, cosa di per sé nojosissima ovvero dai singles stessi per suscitare l'invidia dei suddetti ammogliati.
Insomma: una guerra tra poveri!
E che dire delle bollette: chi convive ne divide la spesa, i singles no!
Anche a livello normativo si tenta, di tanto in tanto, di reintrodurre l'autarchica legge che vorrebbe favorire le coppie (meglio se sposate), ma ai poveri singles chi pensa?
È, poi, un dato di fatto che, col tempo, i singles vengono ghettizzati, costretti in riserve indiane. So di proposte di legge che vorrebbero marchiarci a fuoco!
Provate a pensarci. Vi voglio aiutare.
Intorno ai 24-26 anni quasi tutti i nostri amici si sposano e, quando ci si ritrova, è tutto un parlare di matrimoni, di preparativi per i matrimoni, di banchetti di matrimonio, di prima notte di matrimonio.
Fino a questo punto il single non se la cava male, anche se talune sue battute sulla libertà perduta, sul fatto che da quel momento in poi la coppia di piccioncini non conoscerà biblicamente altre persone verrà accolta con nervosi ed irritati sorrisi di circostanza.
Di fatto, il banchetto del matrimonio sarà una delle ultime occasioni nelle quali il single verrà ancora accolto.
Da quel giorno in poi, il single verrà, lentamente ma inesorabilmente, spinto ai margini, senza che neppure il meschino se ne accorga.
Già in occasione del ritorno dal viaggio di nozze il single dovrebbe avere l'accortezza di evitare battute rivolte al novello, ma 'già' sposo del tipo: “Ma chi è quel pezzo di $%£§# sullo sfondo? Scommetto che te la sei fatta! Poi mi racconti...”.
Ecco, dopo ilari e facete battute di questo genere il single verrà bollato inesorabilmente e spinto ai margini della vita di gruppo.
Ma, in fondo, se anche in occasione dell'esposizione delle lenzuola della prima notte di nozze il single accorto si è trattenuto da osservazioni del tipo: “Toh, chi l'avrebbe detto? Così bianche e pulite, non sono nemmeno sudate: non è che sono nuove?”, è pur vero che di volta in volta saranno gli stessi argomenti oggetto dei raduni di sposati e futuri sposi a farne dei rejetti.
I futuri sposi chiederanno alle coppie già sposate (che in tali serate faranno sfoggio di un'esperienza di non poco conto) dove hanno organizzato il pranzo di nozze, dove hanno trovato quelle bomboniere “così carine e raffinate”, se il fotografo ha fatto un buon servizio e/o se si è ubriacato prima dell'immancabile foto di gruppo (quella dove gli amici di lui si sono prodigati nelle immancabili corna sulla testa del vitello che va al macello); a che agenzia di viaggio si sono appoggiati per il viaggio di nozze, com'era l'albergo dove hanno passato il viaggio di nozze, …
Ragionateci un attimo: se è vero che la presenza del single in tali occasioni è del tutto inutile, è parimenti vero che egli neppure saprebbe cosa dire.
Pochi se ne rendono conto, ma anche per i pochi fortunati (?) che hanno il privilegio di essere arrivati al raduno che celebra il rientro dal viaggio di nozze, quella è una delle ultime occasioni nelle quali vengono invitati dalla felice (?) coppia.
I pretesti che vengono accampati per non invitare i singles sono i più vari: l'ultima volta che il single ha partecipato ad una cena sono scomparsi dei pezzi d'argenteria dal servizio che aveva regalato la di lei madre; il single si è ubriacato dando pessimo spettacolo di sé in presenza dello di lei pro-pro.pro-zio prete missionario; in preda ai fumi dell'alcool il single ha fatto pesanti apprezzamenti sulla di lei cugina zitella che tutti 'ma proprio tutti' hanno sentito (quando, invece, era la cugina 'mostro' zitella che ha insidiato il single); in bagno ha preferito usare le salviette ricamate con le di lei iniziali in luogo della carta igienica, ….
E che dire delle bollette: chi convive ne divide la spesa, i singles no!
Anche a livello normativo si tenta, di tanto in tanto, di reintrodurre l'autarchica legge che vorrebbe favorire le coppie (meglio se sposate), ma ai poveri singles chi pensa?
È, poi, un dato di fatto che, col tempo, i singles vengono ghettizzati, costretti in riserve indiane. So di proposte di legge che vorrebbero marchiarci a fuoco!
Provate a pensarci. Vi voglio aiutare.
Intorno ai 24-26 anni quasi tutti i nostri amici si sposano e, quando ci si ritrova, è tutto un parlare di matrimoni, di preparativi per i matrimoni, di banchetti di matrimonio, di prima notte di matrimonio.
Fino a questo punto il single non se la cava male, anche se talune sue battute sulla libertà perduta, sul fatto che da quel momento in poi la coppia di piccioncini non conoscerà biblicamente altre persone verrà accolta con nervosi ed irritati sorrisi di circostanza.
Di fatto, il banchetto del matrimonio sarà una delle ultime occasioni nelle quali il single verrà ancora accolto.
Da quel giorno in poi, il single verrà, lentamente ma inesorabilmente, spinto ai margini, senza che neppure il meschino se ne accorga.
Già in occasione del ritorno dal viaggio di nozze il single dovrebbe avere l'accortezza di evitare battute rivolte al novello, ma 'già' sposo del tipo: “Ma chi è quel pezzo di $%£§# sullo sfondo? Scommetto che te la sei fatta! Poi mi racconti...”.
Ecco, dopo ilari e facete battute di questo genere il single verrà bollato inesorabilmente e spinto ai margini della vita di gruppo.
Ma, in fondo, se anche in occasione dell'esposizione delle lenzuola della prima notte di nozze il single accorto si è trattenuto da osservazioni del tipo: “Toh, chi l'avrebbe detto? Così bianche e pulite, non sono nemmeno sudate: non è che sono nuove?”, è pur vero che di volta in volta saranno gli stessi argomenti oggetto dei raduni di sposati e futuri sposi a farne dei rejetti.
I futuri sposi chiederanno alle coppie già sposate (che in tali serate faranno sfoggio di un'esperienza di non poco conto) dove hanno organizzato il pranzo di nozze, dove hanno trovato quelle bomboniere “così carine e raffinate”, se il fotografo ha fatto un buon servizio e/o se si è ubriacato prima dell'immancabile foto di gruppo (quella dove gli amici di lui si sono prodigati nelle immancabili corna sulla testa del vitello che va al macello); a che agenzia di viaggio si sono appoggiati per il viaggio di nozze, com'era l'albergo dove hanno passato il viaggio di nozze, …
Ragionateci un attimo: se è vero che la presenza del single in tali occasioni è del tutto inutile, è parimenti vero che egli neppure saprebbe cosa dire.
Pochi se ne rendono conto, ma anche per i pochi fortunati (?) che hanno il privilegio di essere arrivati al raduno che celebra il rientro dal viaggio di nozze, quella è una delle ultime occasioni nelle quali vengono invitati dalla felice (?) coppia.
I pretesti che vengono accampati per non invitare i singles sono i più vari: l'ultima volta che il single ha partecipato ad una cena sono scomparsi dei pezzi d'argenteria dal servizio che aveva regalato la di lei madre; il single si è ubriacato dando pessimo spettacolo di sé in presenza dello di lei pro-pro.pro-zio prete missionario; in preda ai fumi dell'alcool il single ha fatto pesanti apprezzamenti sulla di lei cugina zitella che tutti 'ma proprio tutti' hanno sentito (quando, invece, era la cugina 'mostro' zitella che ha insidiato il single); in bagno ha preferito usare le salviette ricamate con le di lei iniziali in luogo della carta igienica, ….
La verità è un'altra.
Se, prima del matrimonio, il single era amico di lei, il futuro marito ha sempre simulato di gradirne la compagnia, ma, dopo il matrimonio, un tarlo lo rode, un dubbio lo attanaglia: “Non mi è chiaro fino a che punto la mia dolce mogliettina e quel depravato erano amici, e, poi, amici in che senso… si fa presto a dire amici!”.
In compenso, se il single era amico di lui, lei non gradirà che la sua dolce metà, il futuro padre dei figli di lei (badate che non dico che debbano necessariamente essere anche figli 'di lui'), il padrone del focolare esca con pessime ed equivoche compagnie: “Uscire perché? A fare cosa? Ad ubriacarsi? Per fare un puttan-tour? Per giocare a biliardo? ...”.
E così, lettori singles pensateci, quand'è che l'adorabile coppiettina vi ha invitati a cena a casa loro/al ristorante? Non avete mai fatto caso che riuscite ad incontrare solo il vostro vecchio amico/-a? Veramente non vi è mai venuto in mente che la dolce metà non sa nulla – e nulla dovrà venire a sapere, pena la fine dell'amicizia – di quella 'libera uscita'?
Il tempo, quindi, passa inesorabilmente, senza che uno neppure se ne accorga.
Conclusione
E così, per non scartare a priori la questio, il busillis dal quale siamo partiti (ricordate: “è vero che l'uomo non è nato per restare da solo?”), ho deciso di guardarmi intorno e di riconsiderare le mie ultime esperienze.
Allora, essendo oramai inesorabilmente e quasi controvoglia arrivato ai 43 anni, posso supporre che – almeno in linea di massima, di principio – io mi vada ad inserire in un target che va dai 35 ai 45 anni.
Ora, siate sinceri ed onesti, non tanto con me, quanto con Voi stessi: Vi pare normale che una femmina a 35-45 anni sia single? Insomma, se ancora non è 'accopppiata', potete scommetterci: c'è qualcosa che non va! Nella migliore delle ipotesi vi racconterà ad ogni occasione - e, se l'occasione non dovesse presentarsi, Ve lo racconterà lo stesso - dell'unico uomo che ha veramente amato e che l'ha lasciata per la sua migliore amica: 10 anni fa!
Non mi credete? Provate ad uscirci Voi!
E, badate, io non voglio dare tutta (magari solo una parte) la colpa alle femmina, né voglio parlare a nome di tutti i maschi: parlo di me, parlo per me.
Anch'io, lo ammetto, lo riconosco, se sono rimasto 'signorino' a quest'età, ho le mie responsabilità.
Quindi - datemi dell'altruista - non me la sento di infliggere la mia presenza ad una femmina della mia specie: perché dovrei infliggere loro una punizione che non vorrei fosse inflitta a me?
È vero, potrebbe trattarsi di una masochista autolesionista, ma, allora, spiegatemi perché dovrei mettermi in casa una masochista autolesionista? Se lei dovesse lasciare il suo cilicio sparso per casa ed io dovessi metterci il piede sopra, non farebbe male?