Carissime lettrici, carissimi lettori,
ditemi quello che volete, ma c'è poco, pochissimo da fare: anche l'insensibile cuore del Vostro può – raramente, ma accade – provare una scarica di adrenalina quando assiste a qualcosa in grado di cambiargli la vita, quando capisce cosa vorrà fare da grande. E sì, perché da grande ho deciso cosa voglio fare!
22 – 23 maggio 2010 Torino
Come ci aveva avvisato big Ale, questa volta ci attende un palcoscenico nazionale, ma che dico 'nazionale'? Internazionale!
I miei colleghi commissari sono eccitatissimi, sembrano dei bambini un tantino cresciutelli; in particolare Ale, date le dimensioni, anche se lui si ostina a dire che è tutta aria e muscolo rilasciato; e potrei anche credergli, perché ogni tanto lascia 'andare' un po' di quell'aria, purtroppo anche in auto.
Per rimpolpare i ranghi big Ale ha convocato anche quattro commissari di Vigevano che arrivano tutti con la divisa ufficiale del loro motoclub.
Sin dal loro apparire non nascondono la loro anima fieramente padana e giurerei che sono tutti iscritti alla Lega Nord. A me la cosa lascia abbastanza indifferente, tutto sommato li trovo folcloristici paracadutati a San Salvario, la piccola casbah subalpina e mi diverte il loro stupore quando si accorgono che probabilmente siamo gli unici bianchi del quartiere.
Ultimo ad aggregarsi è Francesco I, con l'aria più sconvolta che mai. Fra' è cordiale di suo e cerca di fare amicizia coi nuovi colleghi.
Ecco, avevo forse dimenticato (ndr. l'età che avanza ha effetti devastanti) di dirVi che Fra' è siciliano, decisamente siciliano non solo nei tatti somatici, ma anche e soprattutto nell'accento.
Vederlo in mezzo ai 'fieri' padani che se lo divorano con gli occhi il Fra' nella speranza che noi ci si distragga per garrotarlo, pugnalarlo, spezzargli le gambe ma solo dopo avergli conficcato uno stiletto tra le rotule, strappargli le unghie, coprirlo di melassa e darlo in pasto alle formiche rosse, pestargli gli alluci coi tacchi a spillo, calpestarlo, prenderlo a calci e pugni stringe il cuore.
Il candore di Fra' è superata solo dalla sua inconsapevolezza del rischio che sta correndo: come se l'agnello entrasse nella tana del lupo o come l'uomo che chiede alla propria amata di sposarlo!
La giornata promette di essere tra il caldo sahariano ed il torrido modello deserto australiano: sono le 7 del mattino e stimiamo ci siano non meno di 40° all'ombra.
Quando la carovana arriva all'Oval Lingotto capiamo subito che si tratta di qualcosa di serio.
Ad un chilometro dall'ingresso pista veniamo fermati da 3posti di blocco3 per, nell'ordine: 1. rallentare la velocità, 2. controllo documenti, 3. rilascio del bracciale che ci certifica come commissari di gara.
All'ultimo posto di controllo veniamo intimati di non perdere in alcun modo il braccialetto di carta cerata, pena non meglio precisate sanzioni corporali e financo morali e mortificanti, tipo cantare a squarciagola “Meno male che Silvio c'è!” di fronte ad una sede di Lotta Continua.
Il fatto è che noi si s'iimagina alla fine della prima giornata, sporchi e sudati (ndr. più del solito) e ci si domanda cosa succederà facendo la doccia. L'unico a non preoccuparsi è Francesco I che sentenzia: “Chemmifrega? Io la doccia la faccio il 1° del mese!”: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo questo ragazzo!
I commissari di gara sono dei toscani viareggini che ci guardano tra lo stupito e perplesso, manco fossimo una copia mal riuscita dell'Armata Brancaleone. Effettivamente siamo una brigata non molto ben assortita, considerando che aotre ai 'fieri' padani il gruppo registra una new entry: il Massimo.
(segue)
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
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