Io non sono scaramantico, non dò peso a date scaramantiche, quindi non mi fermo certo davanti ad un venerdì 13.
L'appuntamento è per le 11, presso gli stessi uffici dove la settimana prima avevo sostenuto il colloquio per un call-center.
Mi presento alla reception cercando di indossare la faccia di chi non è mai stato lì.
Arriva il buon Enrico che, dopo una prima mezz'ora quando parla solo lui, mi presenta la boss, Cinzia.
Le solite presentazioni di rito, la nuova presentazione della società che mi ingollo nuovamente, la prospettiva delle gioie offerte dal magico mondo della telefonia, ...
Cinzia finisce la sua prolusione, sfoggia il suo migliore sorriso e mi chiede se ho delle domande.
Esordisco, forte dei miei anni dedicati alla formazione, chiedendo se è prevista una formazione per i fortunati consulenti.
Già che ci sono preferisco iniziare con qualcosa di facile.
"Certo - mi dice lei -, una bella due giorni presso Telecom, anche se - garantisce - sono praticamente superflui, perché i servizi si vendono da soli".
"Bene, vorrei qualche chiarimento su come il call-center prende gli appuntamenti". Ve ne accorgete, o no, che sto cercando di prendere in mano la situazione?.
Ma, come si dice: "L'uomo propone, ma Dio dispone!".
"Giusto - ribatte lei e io, pronto, capisco che è inutile cercare di prendere Cinzia di sorpresa e che ha una risposta per tutto -. Dunque le ragazze del call-center per metà giornata promuovono i servizi Telecom con contatti telefonici, cercando di concludere i contratti per telefono, per l'altra metà della giornata cercano di prendere appuntamenti".
Cerco di evitare di fare ulteriori domande su questa curiosa 'concusione' dei contratti per telefono abbinata alla definizione di appuntamenti, domande del tipo "se prendono delle provvigioni per i contratti che chiudono da loro, che interesse hanno a prendere appuntamenti per i consulenti?"
Mi frulla un'altra domanda: è lei che mi ha chiesto di fare domande!
"Oltre a telefonia fissa e mobile e adsl, vengono offerti altri servizi?".
Insomma, sono tentato di dirle che non vedo molte opportunità di guadagno solo per tali eventualità. Senza contare che parliamo di imprese small e medium.
Sempre con un sorriso ammiccante, la risposta - del tipo lapidario - è "Al momento no".
Non mi scoraggio per il 'no', e penso che sia 'al momento, no'.
Chiedo quali siano i data-base che la Telecom passerebbe loro, quali siano le informazioni che forniscono.
Cinzia ha veramente una risposta per tutto: "Beh, un elenco delle società (sempre small e medium) che hanno un contratto Telecom, che tipo di contratto e se sono passati ad altro gestore"
Mi verrebbe da dire che, in fondo e dopo tutto sono le informazioni che si potrebbero ricavare dalle pagine gialle, ma desisto.
Preferisco domandare come il simpatico consulente prende nuovi appuntamenti per conto proprio.
Capisco di passare per stupido, ma Cinzia è condiscendente e e mi prende per mano (immagine figurata) come si farebbe come un bambino: "Ecco, il consulente si muove su tutto il territorio: Torino e prima provincia (niente meno) e prende direttamente contatto con i potenziali clienti, possibilmente fissando appuntamenti per telefono".
Sono tentato di chiederle che differenza vi sia tra una ragazza del call-center ed un promotore, pardon consulente, che si muove qua e là sul 'territorio', ma evito. Preferisco giocare di rimando e chiedere se sia previsto un posto di lavoro dal quale poter telefonare.
Evito di dirle che, se dovessi telefonare da casa, servirmi del mio piccì senza linea adsl, scarrozzarmi in auto forse il gioco non varrebbe la candela, perché è lei che mi soccorre benevola: al momento non è prevista alcuna postazione di lavoro. "Certo, c'é un possibile telefono presso il centro Pier della Francesca, sempre che la stanza non sia già occupata. Quando, però (ecco, c'é un 'però') avremo una sede, i 7-8 agenti che lavoreranno avranno una, forse persino due posti di lavoro...si tratterà di organizzarsi".
"Massì, mi dico e le dico, è tutta questione di organizzarsi".
Quando tutto sembra volgere per il peggio, ecco il colpo d'ala della Cinzia: "Naturalmente il consulente deve essere motivato, per questo, per i primi due mesi abbiamo revisto un fisso".
M'illumino.
Cerco di non far trasparire tutta la mia aspettativa di fronte a quella magica e semplice parola 'aspettativa' ed alla domanda se penso che il lavoro possa essere di mio interesse, rispondo "Assoutamente sì!".
A distanza di una settimana l'Enrico mi invia un essemeese per chiedermi la disponibilità a frequentare un corso di formazione.
L'approccio mi sembra alquanto inusuale: possibile - mi domando - che chi ha un accordo con Telecom cerchi di risparmiare una telefonata inviando essemmesse?
Ma, oramai me ne sono fatto una ragione, il mondo è strano.
Decido di prendere tempo e di rilanciare, inviando a mia volta un essemmesse: "Fino a fine settimana sono fuori Torino, può nel frattempo inviarmi via e-mail copia del contratto?".
Devo proprio dire che l'Enrico non si è più fatto vivo o vi lascio con la suspancia del dubbio di come sia andata a finire?
L'ho detto, il mondo è strano, ma da quando ho smesso di cercare di capire il perché vivo non bene, ma certamente meglio.
L'appuntamento è per le 11, presso gli stessi uffici dove la settimana prima avevo sostenuto il colloquio per un call-center.
Mi presento alla reception cercando di indossare la faccia di chi non è mai stato lì.
Arriva il buon Enrico che, dopo una prima mezz'ora quando parla solo lui, mi presenta la boss, Cinzia.
Le solite presentazioni di rito, la nuova presentazione della società che mi ingollo nuovamente, la prospettiva delle gioie offerte dal magico mondo della telefonia, ...
Cinzia finisce la sua prolusione, sfoggia il suo migliore sorriso e mi chiede se ho delle domande.
Esordisco, forte dei miei anni dedicati alla formazione, chiedendo se è prevista una formazione per i fortunati consulenti.
Già che ci sono preferisco iniziare con qualcosa di facile.
"Certo - mi dice lei -, una bella due giorni presso Telecom, anche se - garantisce - sono praticamente superflui, perché i servizi si vendono da soli".
"Bene, vorrei qualche chiarimento su come il call-center prende gli appuntamenti". Ve ne accorgete, o no, che sto cercando di prendere in mano la situazione?.
Ma, come si dice: "L'uomo propone, ma Dio dispone!".
"Giusto - ribatte lei e io, pronto, capisco che è inutile cercare di prendere Cinzia di sorpresa e che ha una risposta per tutto -. Dunque le ragazze del call-center per metà giornata promuovono i servizi Telecom con contatti telefonici, cercando di concludere i contratti per telefono, per l'altra metà della giornata cercano di prendere appuntamenti".
Cerco di evitare di fare ulteriori domande su questa curiosa 'concusione' dei contratti per telefono abbinata alla definizione di appuntamenti, domande del tipo "se prendono delle provvigioni per i contratti che chiudono da loro, che interesse hanno a prendere appuntamenti per i consulenti?"
Mi frulla un'altra domanda: è lei che mi ha chiesto di fare domande!
"Oltre a telefonia fissa e mobile e adsl, vengono offerti altri servizi?".
Insomma, sono tentato di dirle che non vedo molte opportunità di guadagno solo per tali eventualità. Senza contare che parliamo di imprese small e medium.
Sempre con un sorriso ammiccante, la risposta - del tipo lapidario - è "Al momento no".
Non mi scoraggio per il 'no', e penso che sia 'al momento, no'.
Chiedo quali siano i data-base che la Telecom passerebbe loro, quali siano le informazioni che forniscono.
Cinzia ha veramente una risposta per tutto: "Beh, un elenco delle società (sempre small e medium) che hanno un contratto Telecom, che tipo di contratto e se sono passati ad altro gestore"
Mi verrebbe da dire che, in fondo e dopo tutto sono le informazioni che si potrebbero ricavare dalle pagine gialle, ma desisto.
Preferisco domandare come il simpatico consulente prende nuovi appuntamenti per conto proprio.
Capisco di passare per stupido, ma Cinzia è condiscendente e e mi prende per mano (immagine figurata) come si farebbe come un bambino: "Ecco, il consulente si muove su tutto il territorio: Torino e prima provincia (niente meno) e prende direttamente contatto con i potenziali clienti, possibilmente fissando appuntamenti per telefono".
Sono tentato di chiederle che differenza vi sia tra una ragazza del call-center ed un promotore, pardon consulente, che si muove qua e là sul 'territorio', ma evito. Preferisco giocare di rimando e chiedere se sia previsto un posto di lavoro dal quale poter telefonare.
Evito di dirle che, se dovessi telefonare da casa, servirmi del mio piccì senza linea adsl, scarrozzarmi in auto forse il gioco non varrebbe la candela, perché è lei che mi soccorre benevola: al momento non è prevista alcuna postazione di lavoro. "Certo, c'é un possibile telefono presso il centro Pier della Francesca, sempre che la stanza non sia già occupata. Quando, però (ecco, c'é un 'però') avremo una sede, i 7-8 agenti che lavoreranno avranno una, forse persino due posti di lavoro...si tratterà di organizzarsi".
"Massì, mi dico e le dico, è tutta questione di organizzarsi".
Quando tutto sembra volgere per il peggio, ecco il colpo d'ala della Cinzia: "Naturalmente il consulente deve essere motivato, per questo, per i primi due mesi abbiamo revisto un fisso".
M'illumino.
Cerco di non far trasparire tutta la mia aspettativa di fronte a quella magica e semplice parola 'aspettativa' ed alla domanda se penso che il lavoro possa essere di mio interesse, rispondo "Assoutamente sì!".
A distanza di una settimana l'Enrico mi invia un essemeese per chiedermi la disponibilità a frequentare un corso di formazione.
L'approccio mi sembra alquanto inusuale: possibile - mi domando - che chi ha un accordo con Telecom cerchi di risparmiare una telefonata inviando essemmesse?
Ma, oramai me ne sono fatto una ragione, il mondo è strano.
Decido di prendere tempo e di rilanciare, inviando a mia volta un essemmesse: "Fino a fine settimana sono fuori Torino, può nel frattempo inviarmi via e-mail copia del contratto?".
Devo proprio dire che l'Enrico non si è più fatto vivo o vi lascio con la suspancia del dubbio di come sia andata a finire?
L'ho detto, il mondo è strano, ma da quando ho smesso di cercare di capire il perché vivo non bene, ma certamente meglio.
NON E` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
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