giovedì 12 agosto 2010

147. Un eroe dei nostri tempi (3/4) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Il fatto gli è che un pilota non è degno di tale nome se non cerca di portare a termine la sua gara, per cui il secondo cerca di rimettere in moto … la moto, non curandosi del fatto che il primo sia proprio ben incastrato.

Ed è a quel punto che il Vostro si ricorda dell'unica cosa degna di menzione del suo corso, quando il maestro di cerimonia, suscitando l'entusiasmo generale, ci aveva ammoniti dicendo che, nel proprio tratto di pista, il commissario è padrone assoluto, potendo - come gli antichi imperatori romani - giudicare della vita e della morte di chiunque, ... ed anche celebrare matrimoni!

Ed è così che il Vostro prende in mano la situazione e riporta il secondo pilota a più miti consigli con una sequela d'insulti che neppure credeva di conoscere: sì, perché il bravo commissario deve essere magnanimo, ma anche giusto e talvolta severo!

Ora, non Vi ci vorrà molto a capire che le condizioni del primo pilota caduto sono abbastanza serie, tant'è che non fa neppure cenno a rialzarsi. Dovrebbero, a questo punto, intervenire i paramedici, ma, proprio perché parono-medici, nessuno di loro si sogna d'intervenire fino a quando i commissari non si saranno messi in mezzo alla pista, facendo loro scudo col proprio corpo.

Viene a codesto punto in mio soccorso big Ale, intuendo che il Vostro non abbia la benché minima idea del da farsi e m'impone “Senti, io mi piazzo qui, tu piazzati lì, al centro della pista, ed inzia a sbandierare a più non posso e prega di non essere investito!”.

Io, tra una preghiera e l'altra, trovo il tempo di domandargli, rispettosamente “Lì? Vuoi dire al centro della pista con quei pazzi che mi vengono incontro senza frenare? Mi stai scherzando, nevvero?”.

“Senti, li vuoi vedere domani sera i tuoi soldi? Se dovessero investirti, non preoccuparti: ce li berremo alla tua salute!” taglia corto l'imponente.

Ecco, il discorso dei soldi è uno di quelli che mi rende sensibile, quindi mi vado a piazzare al centro della pista e, pregando (io ateo) … sbandiero.

Dovete sapere e se non lo sapete sono io qui a spiegarvelo, che nel corso degli anni innumerevole è il numero dei commissari periti nell'adempimento del proprio dovere: chi di freddo, chi di fame, chi di caldo … chi investito!

Da anni il sindacato dei commissari si batte perché venga dedicata ai commissari caduti una via, una piazza, il nome di una pizza; si parla insistentemente dell'erezione di una statua al centro di piazza san Pietro, ma ancora forti sono le resistenze del clero contro l'abbattimento dell'obelisco che, peraltro, potrebbe ben essere rimosso e spostato in altra sede: non si vede perché debba essere abbattuto!

Alla fine della giornata sono 19, avete letto bene, 19 i piloti scivolati nel mio regno ed io debbo a stento trattenere gli spettatori che vorrebbero brandelli della mia camicia dicendo loro che si dovranno accontentare di una foto con dedica ed autografo: è una standing ovation per il Vostro!

Gli stessi altri commissari si stupiscono del mio sprezzo del pericolo: e sì, perché in almeno altre 3 occasioni, noncurante della sua vita, il Vostro si è prodigato in interventi sbandieratori al centro della pista per permettere a quelli che parono essere medici, un più o meno pronto intervento.

Alla fine della giornata il Vostro vorrebbe dormire financo in mezzo alla pista, ma big Ale insiste per riportarlo a Torino, ché il giorno successivo occorre essere ben pronti per la seconda giornata.

Arrivati a Torino big Ale mi lascia esattamente dov'eravamo partiti la mattina ed a me tocca, fradicio, infreddolito ma soddisfatto di tanto mio ardire, lasciarmi inghiottire dalla metropolitana, riattraversare la città e farmi un altro chilometro prima di addormentarmi … con la bandiera gialla sotto braccio … sotto la doccia!

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

Nessun commento:

Posta un commento