venerdì 18 dicembre 2009

57. Qui, una volta, era tutta campagna ... (parte 1/4)


Care Lettrici, Cari Lettori,

il pur `bravo disoccupato` sviluppa piccole fastidiose, intriganti manie nonche` fobie che, subdole come solo certe manie e fobie sanno essere, si fanno lentamente ma perigliosamente largo nelle sue giornate, nei suoi pensieri.

Da qualche tempo mi sento circondato, accerchiato da luoghi comuni.

Cerco - credetemi - di combatterli con tutte le mie forze, ma ho sempre piu` forte la sensazione che tra le mure che alte e possenti ho eretto a mia difesa inizino ad aprirsi delle piccole crepe, destinate - prima piuttosto che poi - a diventare dei veri e propri varchi, delle brecce.

Come già credo di averVi più e più volte detto, la mia vita da disoccupato è scandita da ritmi rigorosissimi, "da caserma": il che potrebbe suonare strano per uno che è stato (per sua inaudita giuoia) riformato! E, poi, dicono che è il servizio militare che ti forma.

Per non correre il rischio di passare notti insonni tormentandomi sulla mia sempre meno rosea situazione, la sveglia è caricata alle 7.00, per quanto, il più delle volte sia sveglio già alle 6, giusto prima che il gallo canti.

Colazione ed indigestione di tiggì, tanto per iniziare col piede giusto. Non c'é giorno che non venga amenamente allietato da tragiche notizie su attentati, crisi economica che peggiora, cracks ('cracks', non 'crackers': la differenza e` sottile, ma, credetemi, c`e`!) finanziari, leggi salva-b., improbabili annunci governativi secondo i quali vatuttobbene/nonVipreoccupate/lavoriamoperVoi/dormitesonnitranquilli, emergenza climatica, aumento delle tasse, riduzione delle tasse e, dulcis in fundo, le deliranti 'interpretazioni' de Il Giornale (con buona pace della buonanima di Indro M.) e di Libero: la fiera dell`assurdo.

Non credo mi faccia così bene questo affiacciarmi alle giornate con una iper-dose di notizie: la bile mi monta come una majonese impazzita e rischio che la fetta biscottata mi scivoli tra le mani e, si sa, quando cade la fetta biscottata, cade sempre dalla parte della marmellata.

Sacramentando non poco, cerco di annegarmi sotto la doccia, ma senza esito.

Per le 8.30, al più tardi eccomi, trullo trullo, in strada: pronto ad affrontare un'altra giornata!

La tentazione più forte alla quale il bravo disoccupato non puo` e non deve assolutissimamente indulgere è chiudersi in se stesso, rimuginando su tutte le ingiustizie che la vita gli ha fatto piombare sul groppone. La depressione è sempre dietro l'angolo: bisogna essere ottimisti, ed io ... sono ottimista!

Sin dall'inizio delle mie vicissitudini mi sono imposto di non fuggire il mondo, di non disertare gli incontri, ma, anzi, di andar loro incontro. Frequentare le persone, incontrare gli amici è un vero toccasana! L'unica avvertenza da seguire è non annoiarli con le proprie dis-avventure, pena l'essere evitato come la peste.

Non solo, ma avere l'occasione di parlare con qualcuno permette di tenere allenata la funzione della favella, della parola ed evita che quel simpatico muscoletto che chiamiamo 'cervello' si atrofizzi.

E' la darwiniana legge dell' 'uso e disuso' che, mi auguro, non funzioni anche nel caso dell'accippiamento perché, data la mia forzata astinenza, sarei altrimenti oramai bellamente fuori giuoco. Io mi consolo pensando che - almeno in questo caso - sia come andare in bicicletta: puoi non pedalare per parecchio tempo, anche per molto tempo, ma, una volta rimesso in sella, è come non esserci mai sceso: peggio che vada si cade la prima volta.

Almeno mi auguro!

Ma torniamo alle nostre 'istruzioni per l'uso' ed alla sapiente abitudine che il bravo disoccupato deve coltivare di non isolarsi dalla gente.


La verità è che ogni giornata è foriera di nuovi incontri, di occasioni e pretesti imperdibili, di spunti di riflessione e confronto più o meno interessanti.

'Più o meno', ... appunto.

Il pulman e la metropolitana sono occasioni incredibili per allenarsi, soprattutto nelle ore di punta quando, complice la calca disumana che si materializza nei vagani, il contatto umano è inevitabile.




Giusto ieri sera il bon Ratzi ha elevato il suo grido di accorato dolore contro la televisione che amplifica le notizie negative, indulgendo con deliberata, deamicisiana, compiaciuta lacrima sul dolore umano.

Questa mattina i commenti non mancano, anzi, si sprecano. Perché la verità è che, come in Italia esistono 60 milioni di commissari tecnici della nazionale di calcio, ognuno con la sua squadra ideale, col suo imbattibile schema di gioco, è altresì e, forse (ma anche senza 'forse') più vero che su ogni fatto del giorno ognuno vuole dire la sua, ognuno ha la sua ultima parola, ognuno ha la sua 'vera verità'.

Un piccolo gruppo di anziani signori poco di fronte a me sul 13, ognuno armato di colorati e malconci trolley per la spesa che - immagino - si accinge a fare in corso svizzera ha già avviato l'animato confronto e, per me, è un po' come girare canale della tivvì ed assistere ad un programma già iniziato.

"In tv e' tutto falso!" sentenzia un vecchietto dalla grigia barba incolta e dai pochi capelli arruffati.

"Ormai in tv c'e' solo sesso e violenza" conviene un'anziana magliarda truccata come una Barbie ed ammette sconsolata "... a tavola non si parla piu' da quando c'e' la televisione: ormai non c'é più dialogo; ai miei tempi ci si alzava da tavola solo quando tutti avevano finito!".

Ma è Barba incolta che vuole condurre la conversazione e, superando il baratro che la considerazione sull'incomunicabilità potrebbe aprire, rilancia : "I film più belli li danno sempre e solo la notte".

Si inserisce nel dibattito che si va vieppiù infervorando una nuova signora dall'aria altezzosa e con guanti logori (per la serie 'i mezzi pubblici sono peini di microbi e la gente, uscendo dal bagno, non si lava le mani'): "Quelli dello spettacolo si fanno tutti di cocaina".

Il gruppetto rimbalza le testoline (ognuno la propria) in senso di approvazione; la circostanza è nota e risaputa: è scritto su 'Chi' e lo ha detto la Barbara d'Urso su canale 5!

Dopo un breve momento di pausa riflessiva, la Barbie rompe il silenzio ed arrossendo sentenzia: "Gianni Morandi - l'ho visto ieri sera - non invecchia mai! Non ne fanno più di persone così: hanno buttato via lo stampo!".

Ma il discorso rischia di essere sviato da temi effimeri, "La verità è un'altra - tuona barbetta -: ... se non la dai o non hai la tessere di un partito non arrivi da nessuna parte!".

"Opperbacco,` - penso tra me e me in disparte -, il discorso butta in politica!".

Il terzetto si allarga e si inserisce nella combriccola, non invitato, un - probabilmente - anziano professore delle medie, con un pastrano segnato da temppo ed ancora sfregiato dai colpi di gessetto : "Solo se fai tanta gavetta puoi diventare qualcuno, altro che Grande Fratello!"

"Il fatto è che - una pensionata probabilmente allergica allo shampoo vuole dire la sua - il varietà è morto!"

"Per fortuna - soggiunge la Barbie arrossendo - che c'é Fiorello".

Anche il professore vuole dire la sua, da uomo di cultura quale un tempo dev'essere pure stato: "Tra cinema e teatro molto meglio il teatro: i film di Hollywood sono diventati solo effetti speciali".

La verità è che Barbetta sente sfuggirgli di mano lo scettro della conversazione e, animato dal sacro furore di chi, se solo ne avesse avuto l'occasione, sarebbe diventato un bravo, bravissimo presentatore, chiosa "I doppiatori italiani sono i migliori ... da sempre!"

Eppure basta quell'attimo di pausa perché quel guastafeste di professorino aggiunga "...ma i film in lingua originale sono tutta un'altra cosa!".

L'allergica al pettine aggiunge con voce querula " Alla fine la Loren resta sempre la migliore" e la Barbie la incalza "Sean Connery è più bello adesso che da giovane!"

Amareggiato il Professore ('amareggiato' perchè in tivvù non trasmettono più opere teatrali, non parliamo del melodramma), sommessamente ammette: "Io non la guardo piu' la televisione... solo documentari e telegiornali"

Barbetta non vuole essere da meno: "Io guardo sempre il Tg4 ...", ma, di fronte all'incredubila disapprovazione che vede pararsi innanzi, cerca di rimediare giustificandosi "... beh, lo guardo perchè mi diverte!".

"Ah, ecco!" sibilano i presenti.


Siamo all'altezza di piazza Rivoli ed io, sebbene a malincuore devo scendere, dispiaciuto perché non saprò come andrà a finire la vivace discussione. Ma anch'io voglio dire la mia e, mentre le porte si aprono, senza che quasi me ne accorga mi sento dire: "I cartoni animati di quand'ero giovane erano più belli!".

Barbetta, Barbie, il Professorino, capello unto si guardano, mi guardano e, mentre le porte si chiudono, io sono soddisfatto, pienamente soddisfatto, completamente soddisfatto, soddisfatto come non mi capitava da tempo: ho avuto l'ultima parola!

La giornata è fredda, in fondo siamo in inverno, e mi decido per un caffé: i bar sono ottimi posti per entrare in contatto con varia umanità.

Entro nel primo bar che incontro ed ordino il mio caffé.

Sarei tentato di concedermi una bella cioccolata calda fumante, ma - si sa - il cioccolato fa venire i brufoli!

Mentre aspetto pazientemente che, gorgheggiando, la tazzina si riempia, due operai che credo si stiano concedendo una pausa dai lavori in strada in corso di fronte al locale, sentenziano: "Una volta il calcio era piu' genuino, oggi con tutti questi miliardi…".

La Giuventus è stata appena eliminata dalla Champions League e, ridacchiando il secondo operaio aggiunge: "Si sa: la Juve paga gli arbitri per vincere, quando non lo può fare, perde! Vuoi mettere il grande cuore granata?". Affermata che ebbe questa drastica sentenza che non ammette appello, per sottolineare il concetto, tracanna il grappino che rischiava di evaporare.

Lancia una zaffata alla fragranza di Vecchia Romagna che rende ragione del divieto di accendere sigarette nei locali pubblici (non si contano i locali pubblici incendiati in passato per tale barbara ed invereconda usanza), quando il primo, di rimessa, ammette: "Non si puo' piu' andare allo stadio. Ormai il calcio non è più uno sport, è un business!".

Ma è il secondo che la sa più lunga: "Il nuoto è lo sport più completo, altro che palestra: i culturisti son tutti drogati ... e tutti quegli ormoni da cavallo che tirano giù rimpiccioliscono il pistolino!" conclude ridacchiando e soddisfatto di se stesso, lasciando intendere che Lui sia allergico alla cultura, per quanto, a giudicare dalla zaffata ascellare, posso immaginare che sia anche allergico alle piscine.

Mi viene, infine, servito il caffé e ne approfitto per dare un'occhiata (già che ci sono due occhiate) ai giornali che fanno bella mostra di sé sull'immancabile congelatore per gelati algida che non può mancare neppure d'inverno in ogni bar che sia appena appena degno di essere chiamato 'bar'.

Tre signori che, dopo aver preso il numero per l'ufficio postale lì a fianco, si concedono una pausa prima di rientrare nella sala d'attesa.

Dopo essersi sincerati di non aver perso il numerino che consentirà loro di ritirare la pensione, iniziano uno sconsolato scambio di lapidarie sentenze che non ammettono appello sulla politica: "Ma lo Stato Italiano, dov'e'? Cosa fa?", "Pertini è stato il miglior presidente", "I politici sono tutti ladri ... sono d’accordo solo quando devono aumentarsi lo stipendio", "I politici pensano solo alla poltrona", "E' tutto un magna magna!".

Il più temerario dei tre azzarda: "La giustizia non è uguale per tutti".

Punto sul vivo, l'anziano di fronte a lui dai capelli tinti di un improbabile nero ala di corvo, ma traditi dalla ricrescita, alza la voce e ribatte: "Ma se è tutta colpa dei giudici! Arrestano chi ha rubato una mela e chi uccide sta a spasso. Dovrebbero lavorare di più ed andare meno in televisione: ma lasciatelo lavorare, ché col Milan ha vinto la Coppa del mondo! Comunisti! Silvio non ha fatto nulla, ma se anche l'avesse fatto i panni sporchi si lavano in casa. Cribbio, che immagine diamo all'estero? Lo credo che non vengono più i turisti ... E' per colpa dei magistrati comunisti che all'estero tutti pensano che l'Italia sia mafia, pizza e mandolino, ...".

Tanto per punzecchiarlo, il primo insiste: "Una volta pensavano mafia pizza e mandolino: ora pensano 'mafia, pizza, mandolino e Berluska. E, poi, viiiiiiiia, non è vero che gli stranieri non vengono: peccato che, pensando a Papi e per non deluderlo, vengono solo le mignotte, sapendo che a Villa Certosa troveranno un tetto ... ed un letto ..." e beffardo se la ridacchia.



Il terzo, cercando di metter pace tra i due, prende la parola: "Boni, boni, state boni: a parte il fatto che, al più, ha vinto la Scempion Lig, la verità è che non esiste più la sinistra e che le colpe della maggioranza sono anche le colpe dell'opposizione e, tanto, è sempre la povera gente che ci rimette!".

"Già - ammette il temerario - da quando non c'é più Berlinguer ...".


Avrei molte cose da dire, ma decido andare a perdere il mio tempo altrove e mi risolvo per andare a fare due passi in centro

(segue ...)




NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


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