Care Lettrici, Cari Lettori,
continua il mio momento magico, il mio magic moment.
Oramai lo dovreste aver capito, il Vostro è un perfezionista!
Come, forse, molti di Voi avranno argutamente capito, trascorro parecchio tempo al piccì, un po' per cercare codesto benedetto lavoro che pare non arrivare mai, un po' – già che ci sono – per aggiornare il blog. Da quando, poi, per Voi e solo per Voi ho deciso di deliziarVi con immagini e, persino, video, beh, mi tengo occupato.
Ma quante cose faccio io per Voi?
Torino, lunedì 28 settembre 2009 S. Venceslao martire
Puntuale aspetto il Luca fuori dal suo negozio sotto una pioggerellina tanto bagnata quanto insistente.
È nostra consuetudine, prima che il Luca apra il negozio, concederci una pausa di riflessione con un caffè al bar su via Nicola Fabrizi servito dall'imponente Ago.
Mi concedo un giro intorno all'isolato, dove vengo colpito, fulminato, folgorato da un cartello che attira la mia già fervida attenzione e che mi fa pensare (pensiero che condivido con Voi): "Che c'abbia ragione il Silvio a dire che è la gente che non vuole lavorare? Mannaggia a quella miseriaccia zozza: sta a vedere che mi tocca pure dargli ragione!".
Il Luca mi raggiunge scusandosi del ritardo ed io, benigno come solo io so essere, gli ricordo che è lui a farmi un favore.
Mi spiega che l'auto non partiva: batteria in corto, un lusso che la mia neppure si può più concedere essendo cimita da tempo.
Per sdrammatizzare la tensione che si fa vieppiù palpabile, sono io questa mattina – purché non diventi un'abitudine – ad offrirgli il caffè. Insomma, faccio il grandioso, il magnifico! Ogni tanto me lo concedo.
In genere decidiamo di non strafare: affrontiamo un problema al giorno, non di più, anche per lasciare per nuovi incontri problemi ben più complessi e, soprattutto, per non trovarci con nulla da dire.
Insomma, oggi è toccata alla politica interna, domani alla fame del mondo, quindi, a seguire, il Medio Oriente, la bioetica, il buco nell'ozono, il deserto che avanza, l'immigrazione/integrazione, il duello Microsoft-Apple, i rifiuti differenziati, la lotta ai tumori, meglio il mare o la montagna, le rosse o le brune …
Se, proprio, non sappiamo di cosa parlare, beh, ringraziamo il nostro amato presidente del Consiglio di offrirci ogni giorno uno spunto: almeno per questo giustifica ai nostri occhi la sua esistenza, mente dell'utilità delle mosche abbiamo ancora qualche perplessità.
La Susanna è il classico tipo ansioso-ansiogeno, con una tendenza all'isteria, all'ipocondria,... ma simpatica.
La Susanna è sgomenta per quanto le è successo, ma ha trovato il 'colpevole' e l'ha cestinato. Fosse sempre così facile, trovare la soluzione ai propri problemi.
Paziente, come raramente sa essere, mi spiega che tutto era iniziato la settimana prima quando, con un suo amico, Diego, era andata a vedere una pinacoteca.
Quando furono al momento di entrare in una delle stanze del Museo Civico di Arte Antica (via Magenta 31, 10138, Torino) il Diego "si fermò e fremette smarrito sui talloni; sentiva le arterie battergli contro le tempie come martelli, gli sembrava che il respiro gli uscisse dal petto come il rombo del vento da una caverna. Rimase immobile al suo posto, impietrito come una statua di sale, senza osare un movimento. Trascorsero così alcuni minuti" ('Les Misèrables, Victor Hugo, 1862, Nuova Biblioteca Mursia, 1970, trad. R. Colantuoni, 1164 pagg. , 16.60 euro) e, mentre palpitazioni e tachicardia gli tornavano entro i limiti di guardia, il prode spigava: "Ma sei pazza? Lì dentro ci sono dei quadri di Antonello da Messina: uno dei massimi portasfiga!".
La Susanna si mise ridere con la sua sonora risata argentina e, non solo entrò nella stanza, ma, per voler dimostrare che la sfiga non esiste – pragmatica come solo lei sa essere, almeno in certi momenti – non solo entrò a visitare i quadri dell'Antonello, ma all'uscita, in totale e sprezzante spregio delle paure dell'amico, prese una cartolina col sorridente e beffardo 'Ritratto d'uomo'.
Quella stessa sera il televisore a casa della Susanna esalò l'ultimo respiro in una simpatica nuvoletta. Poco male per il Luca che ama la lettura ed ancora sospetta che il tubo catodico possa essere radioattivo, ma assolutamente inaccettabile per la Susanna totalmente, religiosamente, completamente teledipendente: in camera da letto tiene la tivvì accesa anche quando dorme "Non si sa mai, se dovessi svegliarmi di notte ..."), gira con un telecomando nella borsetta e sarebbe pronta a rinunciare al frigorifero ed alla lavatrice pur di non privarsi della tivvì.
Come se non bastasse, quella stessa mattina, mente il Luca raggiungeva il Laboratorio – a piedi perché la batteria aveva dato forfait – mentre la Susanna si asciugava i capelli, il fon le si era bruciato in mano
Insomma, per quanto le era dato sapere la colpa di una tale serie di sventure altra non poteva essere che dell'Antonello. Per questa ragione, uscita di casa coi capelli bagnati, aveva provveduto a gettare la cartolina e si riprometteva di sottoporsi a riti di un qualunque esorcista per eliminare il malocchio.
Meglio, due esorcisti, ... non si sa mai.
Questa volta fui io, razionale, empirico, sottile mente scientifica a farmi burle della Susanna, ma lei, non più offesa né turbata di tanto, mi ammonì: "Non scherzare su queste cose: ci sono cose che noi umani non possiamo capire, cose che vanno oltre la nostra comprensione!".
Insomma, la sera me ne andai via prendendomi gioco della superstizione popolare e mi burlai della Susanna dicendole: "Me lo daresti un passaggio? Ah, no, scusa, dimenticavo: l'auto è posseduta dallo spirito dello spiritoso Antonello! Ahahaha ...".
Torino, martedì 29 settembre ss. Michele, Gabriele e Raffaele arcangeli
Solerte e pieno di buone motivazioni ed intenti, esco di casa e mi dirigo verso la posta.
Già che ci sono, visto che è sulla strada, faccio una tappa dal tabaccaio per prendere il tabacco.
Arrivo di fronte alla posta, entro (sono arrivato lì per quello), prendo il numerino, e, fiducioso, aspetto.
Quando sta per comparire il mio numero, previdente, apro l'immancabile zainetto e, suprise delle surprise,: il portafoglio è scomparso!
Cerco e ri-cerco, già che ci sono ri-ri-ricerco, ma niente da fare e, soprattutto, niente portafoglio.
Torno sui miei passi, e ripiombo nella tabaccheria.
Devo dire che il tabaccaio, la moglie ed il figlio sono dei veri signori e non battono ciglio, non si lasciano prendere dallo mio stato ansiosamente ansiogeno.
Io guardo in ogni andito e, spigato loro il motivo della mia perquisizione senza mandato, cercano di rassicurarmi: "Guardi che, dopo di lei, è entrato nessuno!".
Ma non ho né la voglia né la forza di discutere e, comunque, non sono mai stato una cima in aritmetica.
Esco, vado in banca per bloccare il bancomat e ne ritiro un provvisorio con tanto di lettera che, mi spiegano, non è una lettera di congratulazioni del DG di Intesa-SanPaolo, ma contiene il preziosissimo PIN.
Grato del simpatico omaggio esco e mi proietto alla GTT per rifare il biglietto da disoccupato.
Già che ci sono, per ottimizzare i tempi, apro la famosa busta, leggo le istruzioni: "Mettere qui l'etichetta", tutto chiaro, ma la domanda che mi sorge spontanea è "Quale etichetta?", e sì, perché non ci sono etichette.
Nel dubbio, per non sapere né leggere né scrivere, scendo in via Cibrario ed entro in una filiale Intesa-SanPaolo.
Anche il gentile operatore è perplesso: guarda il foglio, lo mette controluce e tenta il tutto per tutto grattando con una chiave lì dove dovrebbe essere il PIN a mo' di "gratta e vinci". Ma niente: è o non è il mio magic moment?
Col cuore in pace vado a fare la denuncia dai Carabinieri in corso Appio Claudio.
Ora, non dovete pensare che le caserme dei Carabinieri siano come l'omonima serie televisiva, quella con la Manuela (ndr. Arcuri), niente di tutto questo. Ad essere sinceri, quasi quasi, un pensierino me lo faccio pure e già mi immagino, mentre sono in sala d'attesa, di vedere comparire la Manuela nazionale in desabillè (in fondo, mi dico, mica potrà essere sempre in divisa anche quando non è in servizio?!).
Ma, probabilmente, la Manuela deve essere in libera uscita, perchè mi accoglie un appuntato con accento spiccatamente pugliese che, se non fosse per i sottotitoli a pag.777 non riuscirei a capire cosa mi domanda.
Decisamente il mio ... magic moment!
Faccio la mia brava denuncia da probo cittadino e mi metto il cuore in pace.
Torino, mercoledì 30 settembre s. Girolamo dottore
Mi ci vuole quell'attimo di tempo necessario per capire chi sono, dove sono, dove andiamo e da dove veniamo che è passata una mezzorata.
Nel frattempo non hanno più suonato e penso a quel simpatico scherzo che chi non ha fatto quando era giovane? Simpatiche canaglie!
Considero che potrei anche uscire, visto che la spazzatura è arrivata a livello di guardia.
Vedete, non sono tanto le blatte a preoccuparmi: sono educate bestiole, ordinate, che si mettono in buona e rispettosa fila, come dal salumiere, in attesa del loro turno.
No, quello che un po' mi infastidisce sono i gabbiani che, prima di andare a fare il pasto grosso alla discarica, passano da casa mia per l'aperitivo. A parte il fastidioso gracchiare, seminano guano ovunque e, così, mi tocca lavare per terra in cucina ben due volte al mese.
Insomma, ne approfitto per scendere e, surprais delle surprais, appallottolato nella buca delle lettere ecco il mio portafoglio, con tanto di carta d'identità, tessera della Biblioteca, tessera dell'internette point. C'è, persino il bancomat, il che mi dice che il laido non deve essere una cima della statistica: col bancomat avrebbe avuto tre tentativi per indivinare una combinazione di 5cifre5, mentre con l'ultimo nato dei gratta e vinci (ndr. il win for life) una possibilità su 3 milioni e 700mila. Più verosimilmente deve aver sagacemente intuito che nel mio c/c c'è una cippa-lippa.
Vorrei stupirVi con effetti speciali dicendovi che c'erano anche i 120 euri (sempre al plurale; 100 i prelevati, 20 quelli che avevo prima), ma so che il Vostro cuoricino non reggerebbe e, quindi, Vi dirò subito, senza tenerVi sotto tensione come pure sarei tentato di fare, dicendoVi che non c'erano.
Non avendo da fare per la mattinata, decido di tornare dai Carabinieri per fare la denuncia, questa volta, di ritrovamento.
Il Carabiniere che accoglie la mia denuncia batte con due dita senza distinguerle ed avrebbe di meglio da fare. Vista l'ora, per esempio, raggiungere i colleghi a pranzo.
Cercando di fare lo spiritoso, mi dice: "E' stato fortunato: ha ritrovato il portafoglio".
Il milite non ribatte, forse per far presto, per fare prima, … per raggiungere i commilitoni a tavola.
Lo confesso, a fine giornata mi sono 'concesso' un 5 minuti di smoccolamento contro il pur buon Antonello da Messina e la sua 'sfiga' transitiva (dal Diego alla Susanna a me).
Torino venerdì 2 ottobre 2009 ss. Angeli custodi
Uscito di casa la mia attenzione, intorpidita dal sonno che non supero prima delle 10 del mattino, viene attirata dai titoli che campeggiano sui titoli dei giornali che riportano la notizia dell'alluvione avvenuta nella notte su Messina. Curioso, proprio laddove il beneamato (ndr. il Silvio nazionale) vuole costruire il ponte celebrativo del suo pontificato: se riesce a 'battezzarlo' entro 5 anni potrà consacrare i ventennio e 'pareggiare' i conti.
Tra me e me - badando a non farmi sentire - sussurro: "Antonello, non sai con chi hai a che fare!".
Al di là della battuta finale, che alcuni potrebbero considerare 'assolutamente becera' (liquidandola con la classica "Questa te la potevi risparmiare"), dovete sapere che circa un anno fa – ero già disoccupato - avevo trovato un portafoglio ben più consistente in termini di biglietti che accettano per i pagamenti in corso Stati Uniti.
A parte che impiegai una mezzorata abbondante a spiegare che non l'avevo rubato io (non si diedero una risposta alla domanda "Perché lo avrei dovuto restituire e, per di più, con tanti soldi dentro?"), alla fine mi fecero intendere che, se me lo fossi tenuto 1. mi sarei potuto tenere anche i soldi 2. circostanza ben più importante che non avrei fatto perdere loro tempo.
Sarò, come sempre, sincero con Voi, non so se oggi come oggi avrei fatto lo stesso, ma è anche vero che ad un amico che al telefono sabato sera mi chiese dello 'smarrimento' risposi "Spero li abbia presi qualcuno che se la passa peggio di me": ed ero sincero!
Ma ragionate con me sui grandi sistemi: io, Voi, noi (io + Voi = noi) abbiamo ricevuto una certa educazione, siamo vissuti in certo contesto sociale, ma se fossimo nati allo Zen di Palermo o – che ne so? - nella tanto vituperata Napoli, avessimo genitori, fratelli sorelle disoccupati e, magari – perché no? - almeno un figlio e ci proponessero di portare un pacchetto da una parte a quell'altra della città o anche solo di fare da vedetta nel quartiere per avvisare se arriva una solerte pattuglia delle operose forze dell'ordine, come ci comporteremmo? Ma, senza arrivare a tali eccessi, se più semplicemente ci proponesse un lavoro, saremmo ancora 'duri e puri'?
Non so Voi, ...
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