Preso che abbiamo il caffè, mentre l'acqua nella pignatta borbotta, il Già mi sembra un attimo più lucido e, spero, confido, mi auguro e financo auspico meglio disposto ad un ulteriore passo verso più ardue considerazioni.
“Vedi, Già – paziente cerco di spiegare con i dovuti esempi un concetto, che altrimenti, potrebbe risultare ostico al bradipo di comprendonio -, un concetto da tenere sempre presente è che la conquista della femmina della specie e la sua fedeltà hanno un prezzo: le lunghe (e spesso inutili) telefonate al cellulare, le cene offerte, il teatro, il cinema, gli aperitivi, i chilometri percorsi, i regalini, le lunghe attese davanti alle vetrine ecc.”
“Quando si deve gestire il rapporto con ‘l’altra metà del cielo’ il problema è proprio la gestione delle risorse monetarie, cosa che risulta assai complicata soprattutto quando si hanno gli ormoni che girano a palla, il testosterone che giuoca brutti scherzi e non si raggiunge e si mantiene – come mi sforzo di fare io – la ‘pace dei sensi’, soluzione che tu tanto deprechi e disprezzi “.
“Pertanto – inizio a dire, sperando che il brachicefalo mi stia dietro, ma confidando che l’argomento attiri, se non attizzi, la sua attenzione; quando si parla di femmine l'attenzione si desta - la prima cosa da fare, quando si conosce una nuova ragazza (il discorso potrebbe aprirsi anche alla considerazione dell’omosessualità e della bisessualità, ma non vorrei confondere le idee al Già: meglio un solo concetto chiaro che molte idee confuse) è un budget”.
“Dopo aver attirato la preda nel tuo territorio e speso qualche minuto in conversazione su amenità varie – in questa veste didattica mi sento quasi un novello Piero Angela in una puntata speciale di Superquark - , quando tra te e te pensi "questa me la faccio!", è necessario, fondamentale, prima di procedere con la seconda fase, attribuire immediatamente un budget all'intera l'operazione: "...questa ignara (ndr.: delle cose del mondo) fanciulla vale 800 euro...", "...questo candido fiorellino vale 300 euro…, ecc.”.
“Mi segui fino a questo punto? Sono stato abbastanza chiaro, Già?” domando al perplesso, sperando che mi segua come un rimorchio segue l’autocarro, una vela il vento, una targa l’auto, una scia lo sciatore.
Ma l’illustre si è fatto tutto attento, dando credito al proverbio che ‘ne tira più un ?&%$ di £§*:”£ di un carro di buoi’: o benedetta saggezza popolare, hai tu, dunque, un fondamento!
Il Già mi rassicura e dio solo sa quanto io abbia bisogno di certezze…
“Bene, bravo, Già, - proseguo fiducioso – sei stato attento sinora, non mi deludere proprio adesso: il budget ipotizzato per la ‘conquista’ non deve va confuso col budget che devi programmare per il ‘mantenimento’ della preda: un budget non deve influenzare l'altro, ossia nella formulazione di un budget si deve sempre ragionare in ipotesi di capacità di spesa complessiva”.
"Per tale ragione lo chiameremo d'ora innanzi 'budget complessivo' ".
“Allora, se è vero quanto abbiamo sinora detto – non che il lento di comprendonio abbia parlato un granché, ma è un bene che sia andata così – ne consegue che ….” deliberatamente, vigliaccamente mi concedo e mi godo la pausa per vedere se il Già è attento.
“... ne consegue che, … che ne consegue?” si domanda sgomenta la pur simpatica canaglia.
“… ne consegue che, quando, poi, nel corso dell'operazione le spese sostenute raggiungono l'importo allocato a budget, si deve subitaneamente abbandonare la preda!" concludo subitaneamente per evitare che al già perplesso di suo venga un attacco d’ansia, anticamera di un infarto che non saprei gestire.
Il quasi infartuato tira un sospiro di sollievo (o ‘un sollievo di sospiro’ se preferite, fate Voi) e spiego la conclusione per meglio chiarire il concetto: “L'aspetto fondamentale, la questione dalla quale non si può né si deve prescindere nella gestione del budget ‘complessivo' è che si deve abbandonare la preda, sia che stia per cadere ai tuoi piedi sia che tu l’abbia conquistata”.
A giudicare dallo sguardo illuminato, raggiante del bovide oserei sperare e persino affermare che egli ha, infine, compreso, che veda una luce alla fine del tunnel. Ma egli è, tuttavia, preoccupato perché, si sa, nessuno vorrebbe che quella luce alla fine del tunnel sia un treno che viene incontro.
Nel dubbio mi concedo un’ulteriore divagazione che vorrebbe anche avere la pretesa di essere una spiegazione: “Nel primo caso la giustificazione è di tutta evidenza: è inutile gettar via ulteriori danari in un progetto che si è rivelato troppo impegnativo”.
Sento che il Già pende dalle mie labbra e, credetemi, non è una sensazione piacevole.
Da come annuisce sarei tentato di chiedergli perché la preda deve assolutamente essere abbandonata anche nel secondo caso, ma non voglio mettere l’amico in difficoltà (egli è pur sempre un amico): “E', tuttavia, soprattutto nel secondo caso che l’aver chiaro il concetto di budget 'complessivo’ si rivela di estrema utilità. E' proprio in questa evenienza, infatti, che la tenera e rassegnata preda diventa economicamente pericolosa ed ingestibile: le spese (telefonate in fascia alta per fissare folli appuntamenti, corse in auto col rischio di cozzare con altri disperati nella medesima, identica, stessa situazione, biglietti del cinema sprecati poiché si esce a metà film per andare in un qualsiasi primo luogo minimamente appartato per profittare della sua disponibilità, ecc.) diventano incontrollabili”.
Il Già è stremato (troppi concetti in poco tempo), la fronte gli suda, ma il sorriso lascia intendere che gli si è aperto un nuovo mondo: per riconoscenza, sarebbe pronto a dare il mio nome, lo stesso (ne ho solo uno) a tutt’e due i figli, anche se la seconda è una femmina.
Il grosso, tuttavia, mi sorprende: “Ma è talmente logico: perché non ci ho mai pensato prima?”.
Sapendo di girare il coltello nella ferita ancora aperta dopo tanti anni, lo trafiggo con un: “Proprio perché non ci hai mai pensato … ti sei sposato Maria! … non hai gestito il tuo budget!”.
E, spietato come il matador che affonda la muleta nel nero dorso curvo del toro esausto ai suoi piedi, tirato che ho un sospiro di circostanza per dare maggiore enfasi a quanto sto per dire, esaurisco la spiegazione con un “Ma il tuo babbo non ti ha spiegato proprio nulla …?”.
Per quanto grato, il Già non è pago e, per un dubbio che gli è stato chiarito, altre cento domande gli affollano adesso la vuota caverna che altri chiamerebbero, per rispetto, cranio.
“Senti, è come se qualcuno avesse finalmente acceso una luce nelle mie tenebre (ve l’avevo detto che egli è riconoscente? Adesso sapete anche perché I Britannici usano dire: “The lights are on, but there’s nobody in!”). Ma, dimmi, cioè, ecco, insomma, come si gestisce, in concreto codesto ‘budget … apprensivo?”.
Io credo che, alla fine, ‘il troppo stroppi’ quindi preferisco non insistere e rimarcare saccentemente che la definizione corretta è ‘budget complessivo’ e non ‘apprensivo’, ma considero che capita anche a me di fare, talvolta non sempre confusione, nel moltiplicare a mente numeri con più di dieci decimali: capisco la sua confusione e preferisco non infierire.
“E’ molto semplice, amico mio – a volte semplificare rende tutto più semplice - per la gestione del ‘budget ... complessivo' è di notevole aiuto l'utilizzo di un foglio elettronico (ad es.: Excel). Sulle colonne si inseriscono i nomi delle fortunate, ignare, possibili prede e nella prima riga l'importo allocato a budget. Sulle righe successive si registrano tutte le spese sostenute e sostenende: cene, cinema, regalini, telefonate, benzina, ecc.”.
“Ma cosa spiego a te che sei laureato in informatica, un genio del chip? Mi pare di offendere la tua intelligenza fatta di numeri primi!” soggiungo.
“No, no, spiega: è quello che avevo pensato io, ma lo voglio sentirlo dire da te” mi incalza come colui che mente sapendo di mentire.
Il lestofante sa che ognuno di noi ha un lato narcisistico ed ha toccato una corda sensibile: “Come tu ben avrai intuito, per avere la certezza di evitare di sforare erroneamente il budget, è sufficiente che il foglio elettronico venga arricchito di una semplice funzionalità macro che elimina l'intera colonna quando la sommatoria sulle righe (spese sostenute e sostenende) raggiunge il budget inserito nella seconda riga”.
“Interessanti sono, invero, le applicazione offerte dalle nuove tecnologie: con i nuovi cellulari dotati di porta ad infrarossi è possibile programmare la macro in modo tale che, oltre ad eliminare la colonna, si cancelli anche il numero di telefono della meschina dalla rubrica del proprio cellulare”.
“Inutile che ti dica che va da sé che l'abilità consiste proprio nel ghermire, far propria, espugnare, fa propria la pecorella prima di sforare il budget 'complessivo' destinato al cimento”.
“Certo, certo …” conclude il Già come colui al quale vengono dette cose che sapeva da sempre, ovvie, evidenti e lapalissiane.
Non del tutto certo che il rubicondo in viso abbia le idee assolutamente chiare, gli concedo un esempio (gli esempi ed i disegni, spesso, sono di incredibile aiuto): "Ti prego di notare, ma di certo tu l'avrai già notato, acuto aquilotto come sei, che il ‘budget complessivo’ è particolarmente utile e di facile gestione quando la potenziale preda è una barista o addirittura lavori, che so, in una tabaccheria. Il corteggiamento si risolve – spesso, necessariamente, purtroppo, ma tant’è - con l'andarla a trovare sul lavoro e inevitabilmente comprare qualcosa. Finché si tratta di caffè o di sigarette va ancora bene, nulla da eccepire: se il caffè o le sigarette non le prendi in quel bar o in quella tabaccheria, andresti, comunque, da un’altra parte. Tuttavia, già, tuttavia… la situazione diviene critica e rapidamente insostenibile quando la poveretta fa la commessa in un negozio di abiti, occhiali da sole, gioielli, ecc.”.
“Tutto chiaro, Già?” domando a titolo riassuntivo.
“Perfettamente, Romolè” risponde scattando sull'attenti, facendomi roteare gli occhi al cielo.
"Ottimo - taglio corto - andiamo a scolare la pasta prima che diventi colla".
(segue, ...)
NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
“Vedi, Già – paziente cerco di spiegare con i dovuti esempi un concetto, che altrimenti, potrebbe risultare ostico al bradipo di comprendonio -, un concetto da tenere sempre presente è che la conquista della femmina della specie e la sua fedeltà hanno un prezzo: le lunghe (e spesso inutili) telefonate al cellulare, le cene offerte, il teatro, il cinema, gli aperitivi, i chilometri percorsi, i regalini, le lunghe attese davanti alle vetrine ecc.”
“Quando si deve gestire il rapporto con ‘l’altra metà del cielo’ il problema è proprio la gestione delle risorse monetarie, cosa che risulta assai complicata soprattutto quando si hanno gli ormoni che girano a palla, il testosterone che giuoca brutti scherzi e non si raggiunge e si mantiene – come mi sforzo di fare io – la ‘pace dei sensi’, soluzione che tu tanto deprechi e disprezzi “.
“Pertanto – inizio a dire, sperando che il brachicefalo mi stia dietro, ma confidando che l’argomento attiri, se non attizzi, la sua attenzione; quando si parla di femmine l'attenzione si desta - la prima cosa da fare, quando si conosce una nuova ragazza (il discorso potrebbe aprirsi anche alla considerazione dell’omosessualità e della bisessualità, ma non vorrei confondere le idee al Già: meglio un solo concetto chiaro che molte idee confuse) è un budget”.
“Dopo aver attirato la preda nel tuo territorio e speso qualche minuto in conversazione su amenità varie – in questa veste didattica mi sento quasi un novello Piero Angela in una puntata speciale di Superquark - , quando tra te e te pensi "questa me la faccio!", è necessario, fondamentale, prima di procedere con la seconda fase, attribuire immediatamente un budget all'intera l'operazione: "...questa ignara (ndr.: delle cose del mondo) fanciulla vale 800 euro...", "...questo candido fiorellino vale 300 euro…, ecc.”.
“Mi segui fino a questo punto? Sono stato abbastanza chiaro, Già?” domando al perplesso, sperando che mi segua come un rimorchio segue l’autocarro, una vela il vento, una targa l’auto, una scia lo sciatore.
Ma l’illustre si è fatto tutto attento, dando credito al proverbio che ‘ne tira più un ?&%$ di £§*:”£ di un carro di buoi’: o benedetta saggezza popolare, hai tu, dunque, un fondamento!
Il Già mi rassicura e dio solo sa quanto io abbia bisogno di certezze…
“Bene, bravo, Già, - proseguo fiducioso – sei stato attento sinora, non mi deludere proprio adesso: il budget ipotizzato per la ‘conquista’ non deve va confuso col budget che devi programmare per il ‘mantenimento’ della preda: un budget non deve influenzare l'altro, ossia nella formulazione di un budget si deve sempre ragionare in ipotesi di capacità di spesa complessiva”.
"Per tale ragione lo chiameremo d'ora innanzi 'budget complessivo' ".
“Allora, se è vero quanto abbiamo sinora detto – non che il lento di comprendonio abbia parlato un granché, ma è un bene che sia andata così – ne consegue che ….” deliberatamente, vigliaccamente mi concedo e mi godo la pausa per vedere se il Già è attento.
“... ne consegue che, … che ne consegue?” si domanda sgomenta la pur simpatica canaglia.
“… ne consegue che, quando, poi, nel corso dell'operazione le spese sostenute raggiungono l'importo allocato a budget, si deve subitaneamente abbandonare la preda!" concludo subitaneamente per evitare che al già perplesso di suo venga un attacco d’ansia, anticamera di un infarto che non saprei gestire.
Il quasi infartuato tira un sospiro di sollievo (o ‘un sollievo di sospiro’ se preferite, fate Voi) e spiego la conclusione per meglio chiarire il concetto: “L'aspetto fondamentale, la questione dalla quale non si può né si deve prescindere nella gestione del budget ‘complessivo' è che si deve abbandonare la preda, sia che stia per cadere ai tuoi piedi sia che tu l’abbia conquistata”.
A giudicare dallo sguardo illuminato, raggiante del bovide oserei sperare e persino affermare che egli ha, infine, compreso, che veda una luce alla fine del tunnel. Ma egli è, tuttavia, preoccupato perché, si sa, nessuno vorrebbe che quella luce alla fine del tunnel sia un treno che viene incontro.
Nel dubbio mi concedo un’ulteriore divagazione che vorrebbe anche avere la pretesa di essere una spiegazione: “Nel primo caso la giustificazione è di tutta evidenza: è inutile gettar via ulteriori danari in un progetto che si è rivelato troppo impegnativo”.
Sento che il Già pende dalle mie labbra e, credetemi, non è una sensazione piacevole.
Da come annuisce sarei tentato di chiedergli perché la preda deve assolutamente essere abbandonata anche nel secondo caso, ma non voglio mettere l’amico in difficoltà (egli è pur sempre un amico): “E', tuttavia, soprattutto nel secondo caso che l’aver chiaro il concetto di budget 'complessivo’ si rivela di estrema utilità. E' proprio in questa evenienza, infatti, che la tenera e rassegnata preda diventa economicamente pericolosa ed ingestibile: le spese (telefonate in fascia alta per fissare folli appuntamenti, corse in auto col rischio di cozzare con altri disperati nella medesima, identica, stessa situazione, biglietti del cinema sprecati poiché si esce a metà film per andare in un qualsiasi primo luogo minimamente appartato per profittare della sua disponibilità, ecc.) diventano incontrollabili”.
Il Già è stremato (troppi concetti in poco tempo), la fronte gli suda, ma il sorriso lascia intendere che gli si è aperto un nuovo mondo: per riconoscenza, sarebbe pronto a dare il mio nome, lo stesso (ne ho solo uno) a tutt’e due i figli, anche se la seconda è una femmina.
Il grosso, tuttavia, mi sorprende: “Ma è talmente logico: perché non ci ho mai pensato prima?”.
Sapendo di girare il coltello nella ferita ancora aperta dopo tanti anni, lo trafiggo con un: “Proprio perché non ci hai mai pensato … ti sei sposato Maria! … non hai gestito il tuo budget!”.
E, spietato come il matador che affonda la muleta nel nero dorso curvo del toro esausto ai suoi piedi, tirato che ho un sospiro di circostanza per dare maggiore enfasi a quanto sto per dire, esaurisco la spiegazione con un “Ma il tuo babbo non ti ha spiegato proprio nulla …?”.
Per quanto grato, il Già non è pago e, per un dubbio che gli è stato chiarito, altre cento domande gli affollano adesso la vuota caverna che altri chiamerebbero, per rispetto, cranio.
“Senti, è come se qualcuno avesse finalmente acceso una luce nelle mie tenebre (ve l’avevo detto che egli è riconoscente? Adesso sapete anche perché I Britannici usano dire: “The lights are on, but there’s nobody in!”). Ma, dimmi, cioè, ecco, insomma, come si gestisce, in concreto codesto ‘budget … apprensivo?”.
Io credo che, alla fine, ‘il troppo stroppi’ quindi preferisco non insistere e rimarcare saccentemente che la definizione corretta è ‘budget complessivo’ e non ‘apprensivo’, ma considero che capita anche a me di fare, talvolta non sempre confusione, nel moltiplicare a mente numeri con più di dieci decimali: capisco la sua confusione e preferisco non infierire.
“E’ molto semplice, amico mio – a volte semplificare rende tutto più semplice - per la gestione del ‘budget ... complessivo' è di notevole aiuto l'utilizzo di un foglio elettronico (ad es.: Excel). Sulle colonne si inseriscono i nomi delle fortunate, ignare, possibili prede e nella prima riga l'importo allocato a budget. Sulle righe successive si registrano tutte le spese sostenute e sostenende: cene, cinema, regalini, telefonate, benzina, ecc.”.
“Ma cosa spiego a te che sei laureato in informatica, un genio del chip? Mi pare di offendere la tua intelligenza fatta di numeri primi!” soggiungo.
“No, no, spiega: è quello che avevo pensato io, ma lo voglio sentirlo dire da te” mi incalza come colui che mente sapendo di mentire.
Il lestofante sa che ognuno di noi ha un lato narcisistico ed ha toccato una corda sensibile: “Come tu ben avrai intuito, per avere la certezza di evitare di sforare erroneamente il budget, è sufficiente che il foglio elettronico venga arricchito di una semplice funzionalità macro che elimina l'intera colonna quando la sommatoria sulle righe (spese sostenute e sostenende) raggiunge il budget inserito nella seconda riga”.
“Interessanti sono, invero, le applicazione offerte dalle nuove tecnologie: con i nuovi cellulari dotati di porta ad infrarossi è possibile programmare la macro in modo tale che, oltre ad eliminare la colonna, si cancelli anche il numero di telefono della meschina dalla rubrica del proprio cellulare”.
“Inutile che ti dica che va da sé che l'abilità consiste proprio nel ghermire, far propria, espugnare, fa propria la pecorella prima di sforare il budget 'complessivo' destinato al cimento”.
“Certo, certo …” conclude il Già come colui al quale vengono dette cose che sapeva da sempre, ovvie, evidenti e lapalissiane.
Non del tutto certo che il rubicondo in viso abbia le idee assolutamente chiare, gli concedo un esempio (gli esempi ed i disegni, spesso, sono di incredibile aiuto): "Ti prego di notare, ma di certo tu l'avrai già notato, acuto aquilotto come sei, che il ‘budget complessivo’ è particolarmente utile e di facile gestione quando la potenziale preda è una barista o addirittura lavori, che so, in una tabaccheria. Il corteggiamento si risolve – spesso, necessariamente, purtroppo, ma tant’è - con l'andarla a trovare sul lavoro e inevitabilmente comprare qualcosa. Finché si tratta di caffè o di sigarette va ancora bene, nulla da eccepire: se il caffè o le sigarette non le prendi in quel bar o in quella tabaccheria, andresti, comunque, da un’altra parte. Tuttavia, già, tuttavia… la situazione diviene critica e rapidamente insostenibile quando la poveretta fa la commessa in un negozio di abiti, occhiali da sole, gioielli, ecc.”.
“Tutto chiaro, Già?” domando a titolo riassuntivo.
“Perfettamente, Romolè” risponde scattando sull'attenti, facendomi roteare gli occhi al cielo.
"Ottimo - taglio corto - andiamo a scolare la pasta prima che diventi colla".
(segue, ...)
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