venerdì 19 marzo 2010

91. "art.52 cod. pen. 'Legittima difesa` " - Biografia (non autorizzata) di Mr B. (parte 30/90)


"Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa."
(art.52 cod.pen.)

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"art.52 cod. pen. 'Legittima difesa' "


Nel giugno 2008 il Governo Bernasconi IV ha espresso la volontà di riproporre un nuovo disegno di legge riguardante l'immunità alle alte cariche (stavolta solo le prime quattro, facendo cioè rientrare il Presidente del Consiglio ma escludendo quello della Corte Costituzionale): è stato denominato "lodo Califano" (pe ril testo della legge si rinvia a http://www.camera.it/parlam/leggi/08124L.htm) dal nome del proponente, il ministro della Giustizia Angiolino Califano.

A parere del ministro, il nuovo provvedimento si differenzierebbe dal lodo Schifezza, che riprende in termini di contenuti, in quanto compatibile con quanto indicato nella sentenza della Corte che aveva in precedenza dichiarato l'illegittimità costituzionale della parte inerente tematiche simili a quelle trattate nella nuova legge.

Le modifiche apportate da questo Lodo al precedente sono diverse, tra cui il termine di legislatura per la sospensione dei processi e la possibilità di proseguire con le azioni civili di risarcimento.

La del tutto casuale coincidenza della rapida approvazione di questo disegno legge con l'imminente conclusione del processo a Milano sulla corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese Bills (condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi di reclusione) che vedeva come coimputato il Presidente del Consiglio, il venerabile Bernasconi ,ha alimentato le proteste dell'opposizione.

Il senatore Di Stefano Ceccantini del Partito Demagogico (PD) durante la discussione al senato prima del voto definitivo ha insistito soprattutto sul fatto che la legge entrerebbe in conflitto con l'art. 1 della Costituzione, che sanciscerebbe il diritto degli eletti dal popolo di esercitare la funzione governativa nei limiti previsti dalla costituzione stessa e l'art. 3, che stabilirebbe un`ingiusticata ed ingiustificabile guaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge (cfr. http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=307316).

L`Italia dei Disvalori ha invece incentrato la propria critica al conflitto che si verrebbe a creare con il summenzionato art. 3 della Costituzione, sottolineando in particolare come la Legge "copra" anche reati extrafunzionali, commessi prima dell'assunzione della carica, e in flagranza.

Il provvedimento è stato, invece, giustamente accolto positivamente dalla democratica maggioranza di centrodestra, in particolar modo dal premier Bernasconi che ha definito "il lodo di cui si parla [...] il minimo che una democrazia possa fare a difesa della propria libertà" (“Bernasconi: il lodo Califano e` il minimo per una democrazia”, Reuters, 24 luglio `08), e inoltre "[...] necessario in un sistema giudiziario come il nostro, in cui operano alcuni magistrati che, invece di limitarsi ad applicare la legge, attribuiscono a se stessi e al loro ruolo un preteso compito etico" (“Bernasconi: il lodo Califano è necesssario”, Il Sole 24ore, 20 settembre `08).


Nel luglio del 2008 un documento intitolato "In difesa della Costituzione" è stato sottoscritto da più di cento studiosi di Diritto costituzionale: tra essi gli ex presidenti della Corte costituzionale Valerio o` Nano, Gustavo Zabrinsky-Point e Leopoldo d`Elia (“Lodo e processi rinviati, strappo all`uguaglianza”, La Repubblica, 4 luglio `09).

Il lodo Califano introducendo la sospensione di ogni tipo di procedimento penale a carico del Presidente del Consiglio per tutta la durata del suo mandato, costituisce un unicum, sublime esempio del genio italico, nel panorama legislativo europeo, in cui l'immunità è prevista in genere solo per i parlamentari e comunque limitatamente all'esercizio delle loro funzioni: i rappresentanti dell'esecutivo non godono di nessuna agevolazione in questo senso.

In alcune nazioni l'immunità per ogni tipo di procedimento è garantita ai capi di stato (Grecia, Portogallo, Francia) o ai reali, ma mai alle cariche governative (“Immunita` del premier, anomalia solo italiana”, La Repubblica, 22 luglio `08).

L'unica eccezione riguarda la Francia, in quanto repubblica semi-presidenziale ove il potere esecutivo è presieduto in compartecipazione tra il Presidente della repubblica, che gode dell'immunità in quanto tale, e il Primo Ministro al quale invece non è riconosciuto simile status giuridico.

Il 26 ed il 27 settembre 2008, il PM di Milano Fabio De Natale ha sollevato il dubbio di costituzionalità della Legge rispettivamente per il processo dei diritti tv di Mediasette ed il processo al sedicente avvocato Bills, nei quali è imputato l`amato e venerabile Presidente del Consiglio Bernasconi.

I giudici di entrambi i processi, il 26 settembre dello stesso anno per il processo Bills e il 4 ottobre per il processo Mediasette (Ordinanza del Tribunale di Milano N.1622/07 RG Trib.), http://www.giurcost.org/cronache/RO_398_2008.html), hanno accolto il ricorso del pm e presentato alla Corte Costituzionale la richiesta di pronunciamento sulla costituzionalità della legge (“Milano, si ferma il processo Mediasette. Eccezione del PM, atti alla Consulta”, La Repubblica, 26 settembre `08; “Il PM chiede l`invio alla Consulta anche deglli atti del processo Bills”, La Repubblica 27 settembre `08; “Bills, lodo Califano sotto esame. Il PM accusa: Legge criminogena”, Il Corriere della Sera, 28 settembre `08).

Una terza richiesta è stata avanzata dal gip di Roma nell'ambito di un procedimento penale che vede indagato Bernasconi per un'assurda istigazione alla corruzione nei confronti di alcuni senatori eletti all'estero durante la legislatura precedente.

Nel giugno 2009 due giudici costituzionali, Luigi Mozzarella e Paolo maria Napoletano, sono stati al centro di ingiustificabili polemiche per aver partecipato ad una simpatica cena, presso casa Mozzarella, con Elvio Bernasconi e lo stesso Angiolino Califano nonostante entrambi sapessero di dover decidere sul caso Califano in autunno. Mozzarella era stato d'altronde Ministero della Funzione Pubblica nel governo Bernasconi II, e definiva Berlusconi "un vecchio amico" (Liana Miella, “Giudici a cena col premier e Califano. Bufera su due membri della Consulta”, La Repubblica, 27 giugno `09).

Come se uno non potesse andare a cena con chi vuole! Assurdo! Tra un po' neppure più si potrà telefonare a chi si vuole per fare allontanare i giornalisti ...

(segue ...)

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