Domenica 20 dicembre 2009 a.d.
Questa mattina la signora e` di umore coooooompletamente diverso, oserei dire che ha ritrovato il suo piglio arcigno und battagliero.
Ho come il vago, vaghissimo sospetto che abbia trovato chi mi sostituira` perche`, senza neppure salutare. ne` curarsi delle condizioni del marito, la sento prima spignattare in cucina, quindi il borbottio della caffettiera, il profumo del caffelatte che si spande per le stanze, lo sferruzzare del cucchiaio nella ciotola e lo scivolare della marmellata sulla fetta biscottata.
Qualcosa mi dice che e` meglio rinunciare all`idea di un caffe`. Poco male: la vita e` fatta a scale: c`e` chi scende e chi sale; basta un niente per cadere dalle stelle alle stalle!
La notte e` passata con i soliti imprevisti, che, se sono soliti, neppure sono tanto imprevisti.
All`una il Gio` chiede la padella ed io, pronto, gli porto la padella, ma lui mi dice: "Che hai capito: ho fame!".
No problem, vado in cucina e spignatto qualcosa.
Alle 3 pappagallo.
Alle 5 chiede di nuovo la padella ed io gli dico che ha mangiato da poco. "Ma che hai capito? - mi domanda - ... l`altra padella!". Ed io gli porto l` `altra` padella.
Fatte che si sono le 7 di una notte dove il Gio` e` stato abbastanza sul tormentato non riuscendo a chiudere occhio (avevo dimenticato alle 6 `allarme crampo` e relativi massaggi), donna Piccione fa il suo trionfale ingresso e, suadente, propone/impone al marito di mettersi sulla sedia a rotelle.
Non che il Gio` ne abbia, poi, tanta voglia, ma e` il classico buono che alla moglie amata proprio non sa dire di no.
Io sono un atimo perplesso, ma chi sono io per avanzare le mie perplessita` ... di domenica mattina?
Il Gio`, comunque, ci prova, ma nemmeno dopo un paio di minuti viene preso da atroci dolori lombo-sacrali che si estendo alla schiena ed in men che non si dica si ritrova acciaccato, dolente e dolorante in posizione fetale sull`angolo del letto. Dopo una mezz`oretta di contorsioni degne di un acrobata del circo Orfei accompagnate da lamenti, donna Piccione, perplessa, domanda: "Ma Gio`, cos`hai? Sembra tu stia male ...".
Non ho voglia di sottolineare sia un peccato che, probabilmente, abbiano gia` attribuito i premi Oscar per la migliore recitazione, ma la battuta sarebbe fuori luogo persino per me visto che anche una nurse alle prime armi si sarebbe - giustamente - allarmata ... e da mo`.
Per niente turbata, all`arrivo del figlio, il chirurgo che, fatta una breve analisi del caso dice che sono tutte scusa (sara`, ma non ci credo) e convince con poso sforzo la madre ad uscire per fare due passi.
Meglio cosi`.
Nel giro di una mezz`ora il Gio` riesce a rasserenarsi, passano i dolori, prende le medicine e si decide per fare ginnastica a letto.
E` curioso come io possa avere il sospetto che sia la moglie, la semplice vicinanza della moglie a procurargli quei lancinanti dolori, ma io non sono uno psicoterapeuta e, percio`, mi tengo il dubbio.
Fatta la ginnastica, il Gio` vorrebbe stupire il mondo e persino me volendosi mettere sulla sedia a rotelle.
L`intenzione, per quanto lodevole, mi sembra al momento al di fuori della sua portata, per cui gli propongo di provare l`ardito cimento nel pomeriggio e , solo se ci fosse riuscito (ma senza alcun impegno) di chiamarmi una volta arrivato in salotto.
Il Gio` ne convieneanche perche` se non ci si puo` fidare degli amici in questo mondo di ladri di chi ci si puo` fidare?
La moglie torna garrula, col figlio e tanto di nipotame al seguito.
L`allegra famigliola si mette al desco e, quando - in ragione dela fatto che si siono fatte le 13 - anche il degente avrebbe qualche languorino, miss Picione dice che prima vengono le future generazioni e che il Gio` puo` aspettare.
No problem: ho cucinato la notte, vanto nel mio pedigree la bellezza di un mese come cuoco in un bar senza (vedi: marzo, nius 11) che nessuno abbia mai (almeno in mia presenza) chiamato la guardia medica e neppure lamentato dolores de panza non c`e` ragione perche` non dia prova della mia valenza tra i fornelli.
Il Gio` e` piu` che soddisfatto del pranzetto e neppure gli sto a dire che il merito sarebbe mio: a che varrebbe?
Qualcuno di Voi, a questo punto, potrebbe aspettarsi il colpo di scena: Missa Piccione ravveduta, spinta dagli scrupoli e dai rimorsi di coscienza che concede al Vostro un adeguato emolumento e, persino - perche` no? - gli arretrati, magari con tanto di scuse.
Ma, mie Care/miei Cari, non siamo in un film di Frank Capra ed io non sono James Stewart!
Alle 14 Miss ci onora della sua visita e mi congeda, onorando il marito delle sentite parole: "Saluta Romolo, se ne va, ... non vi vedrete piu`!".
Gio` e` un attimo stranito ed io non riesco a trattenermi dal dirgli "Manno`, Gio`, mica hai intenzione di morire tu, perche` io non ce l`ho: quindi ci rivedremo ....".
Ma Miss Piccione con fare soddisfatto di se` spiega che l`ingrato (che poi sarebbe il Vostro) l`ha tradita, ma che lei ha gia` trovato chi mi sostituira`.
Io saluto e mi allontano, concedendomi - crepi l`avarizia - un trancio di pizza al bar dell`Ospedale Molinette da ben 3.70 euro.
Ho come il vago, vaghissimo sospetto che abbia trovato chi mi sostituira` perche`, senza neppure salutare. ne` curarsi delle condizioni del marito, la sento prima spignattare in cucina, quindi il borbottio della caffettiera, il profumo del caffelatte che si spande per le stanze, lo sferruzzare del cucchiaio nella ciotola e lo scivolare della marmellata sulla fetta biscottata.
Qualcosa mi dice che e` meglio rinunciare all`idea di un caffe`. Poco male: la vita e` fatta a scale: c`e` chi scende e chi sale; basta un niente per cadere dalle stelle alle stalle!
La notte e` passata con i soliti imprevisti, che, se sono soliti, neppure sono tanto imprevisti.
All`una il Gio` chiede la padella ed io, pronto, gli porto la padella, ma lui mi dice: "Che hai capito: ho fame!".
No problem, vado in cucina e spignatto qualcosa.
Alle 3 pappagallo.
Alle 5 chiede di nuovo la padella ed io gli dico che ha mangiato da poco. "Ma che hai capito? - mi domanda - ... l`altra padella!". Ed io gli porto l` `altra` padella.
Fatte che si sono le 7 di una notte dove il Gio` e` stato abbastanza sul tormentato non riuscendo a chiudere occhio (avevo dimenticato alle 6 `allarme crampo` e relativi massaggi), donna Piccione fa il suo trionfale ingresso e, suadente, propone/impone al marito di mettersi sulla sedia a rotelle.
Non che il Gio` ne abbia, poi, tanta voglia, ma e` il classico buono che alla moglie amata proprio non sa dire di no.
Io sono un atimo perplesso, ma chi sono io per avanzare le mie perplessita` ... di domenica mattina?
Il Gio`, comunque, ci prova, ma nemmeno dopo un paio di minuti viene preso da atroci dolori lombo-sacrali che si estendo alla schiena ed in men che non si dica si ritrova acciaccato, dolente e dolorante in posizione fetale sull`angolo del letto. Dopo una mezz`oretta di contorsioni degne di un acrobata del circo Orfei accompagnate da lamenti, donna Piccione, perplessa, domanda: "Ma Gio`, cos`hai? Sembra tu stia male ...".
Non ho voglia di sottolineare sia un peccato che, probabilmente, abbiano gia` attribuito i premi Oscar per la migliore recitazione, ma la battuta sarebbe fuori luogo persino per me visto che anche una nurse alle prime armi si sarebbe - giustamente - allarmata ... e da mo`.
Per niente turbata, all`arrivo del figlio, il chirurgo che, fatta una breve analisi del caso dice che sono tutte scusa (sara`, ma non ci credo) e convince con poso sforzo la madre ad uscire per fare due passi.
Meglio cosi`.
Nel giro di una mezz`ora il Gio` riesce a rasserenarsi, passano i dolori, prende le medicine e si decide per fare ginnastica a letto.
E` curioso come io possa avere il sospetto che sia la moglie, la semplice vicinanza della moglie a procurargli quei lancinanti dolori, ma io non sono uno psicoterapeuta e, percio`, mi tengo il dubbio.
Fatta la ginnastica, il Gio` vorrebbe stupire il mondo e persino me volendosi mettere sulla sedia a rotelle.
L`intenzione, per quanto lodevole, mi sembra al momento al di fuori della sua portata, per cui gli propongo di provare l`ardito cimento nel pomeriggio e , solo se ci fosse riuscito (ma senza alcun impegno) di chiamarmi una volta arrivato in salotto.
Il Gio` ne convieneanche perche` se non ci si puo` fidare degli amici in questo mondo di ladri di chi ci si puo` fidare?
La moglie torna garrula, col figlio e tanto di nipotame al seguito.
L`allegra famigliola si mette al desco e, quando - in ragione dela fatto che si siono fatte le 13 - anche il degente avrebbe qualche languorino, miss Picione dice che prima vengono le future generazioni e che il Gio` puo` aspettare.
No problem: ho cucinato la notte, vanto nel mio pedigree la bellezza di un mese come cuoco in un bar senza (vedi: marzo, nius 11) che nessuno abbia mai (almeno in mia presenza) chiamato la guardia medica e neppure lamentato dolores de panza non c`e` ragione perche` non dia prova della mia valenza tra i fornelli.
Il Gio` e` piu` che soddisfatto del pranzetto e neppure gli sto a dire che il merito sarebbe mio: a che varrebbe?
Qualcuno di Voi, a questo punto, potrebbe aspettarsi il colpo di scena: Missa Piccione ravveduta, spinta dagli scrupoli e dai rimorsi di coscienza che concede al Vostro un adeguato emolumento e, persino - perche` no? - gli arretrati, magari con tanto di scuse.
Ma, mie Care/miei Cari, non siamo in un film di Frank Capra ed io non sono James Stewart!
Alle 14 Miss ci onora della sua visita e mi congeda, onorando il marito delle sentite parole: "Saluta Romolo, se ne va, ... non vi vedrete piu`!".
Gio` e` un attimo stranito ed io non riesco a trattenermi dal dirgli "Manno`, Gio`, mica hai intenzione di morire tu, perche` io non ce l`ho: quindi ci rivedremo ....".
Ma Miss Piccione con fare soddisfatto di se` spiega che l`ingrato (che poi sarebbe il Vostro) l`ha tradita, ma che lei ha gia` trovato chi mi sostituira`.
Io saluto e mi allontano, concedendomi - crepi l`avarizia - un trancio di pizza al bar dell`Ospedale Molinette da ben 3.70 euro.
Epilogo
Finalmente a casa sono alle prese con le faccende domenica quando, alle 18 e qualcosa, squilla il telefono: "Ehila`, Romolo, sono Gio`: sono sulla sedia a rotelle in salotto, ti avevo promesso che ti avrei chiamato!".
Diavolo di un Gio`! E, poi, dicono che uno non si deve commuovere!
Ed, allora, a me torna in mente un`antica ballata:
"... Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno
ancora la notizia di una locomotiva,
come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia!..."
NOTA:
- da un punto di vista civilistico, si consideri il contratto concluso in “stato di bisogno” (rescissione per lesione - art. 1448, c.c.).
L’azione di rescissione ex art. 1448 c.c., richiede la simultanea ricorrenza di tre requisiti, ovvero (i) l’esistenza di uno stato di bisogno, che costituisca il motivo della accettazione della sproporzione fra le prestazioni da parte del contraente danneggiato, (ii) l’avere la controparte avvantaggiato tratto profitto dall’altrui stato di bisogno del quale era consapevole, (iii) l’eccedenza di oltre la metà della prestazione rispetto alla controprestazione. In questa seconda ipotesi di rescindibilità del contratto si evidenzia dunque una maggiore rilevanza del profilo oggettivo dell’equilibrio delle prestazioni (prezzo inferiore alla metà del valore)1.
Lo stato di bisogno non coincide necessariamente con l’indigenza o con una pressante esigenza di denaro, essendo sufficiente una deficienza di mezzi pecuniari, anche contingente, una semplice difficoltà economica, una carenza di liquidità di carattere transitorio, anche causata dallo stesso contraente.
- Da un punto di vista penale, vedi Cassazione Penale, Sez. V, 13 novembre 2008, n. 46128 [Schiavitù e plagio]
Per integrare gli estremi della riduzione in schiavitù è sufficiente che un individuo si approfitti della situazione di necessità di una persona, con la coscienza di ridurla ad una res e la consapevolezza di trarne un vantaggio.
- da un punto di vista civilistico, si consideri il contratto concluso in “stato di bisogno” (rescissione per lesione - art. 1448, c.c.).
L’azione di rescissione ex art. 1448 c.c., richiede la simultanea ricorrenza di tre requisiti, ovvero (i) l’esistenza di uno stato di bisogno, che costituisca il motivo della accettazione della sproporzione fra le prestazioni da parte del contraente danneggiato, (ii) l’avere la controparte avvantaggiato tratto profitto dall’altrui stato di bisogno del quale era consapevole, (iii) l’eccedenza di oltre la metà della prestazione rispetto alla controprestazione. In questa seconda ipotesi di rescindibilità del contratto si evidenzia dunque una maggiore rilevanza del profilo oggettivo dell’equilibrio delle prestazioni (prezzo inferiore alla metà del valore)1.
Lo stato di bisogno non coincide necessariamente con l’indigenza o con una pressante esigenza di denaro, essendo sufficiente una deficienza di mezzi pecuniari, anche contingente, una semplice difficoltà economica, una carenza di liquidità di carattere transitorio, anche causata dallo stesso contraente.
Lo stato di bisogno deve dunque costituire il motivo dell’accettazione della sproporzione fra le prestazioni da parte del contraente danneggiato, e deve creare un nesso di strumentalità tale da incidere sulla libera determinazione del contraente: la stessa contrattazione deve presentarsi come necessaria. E’ infatti essenziale che il soggetto che accetta una controprestazione a suo svantaggio non si trovi in una situazione di ordinaria libertà contrattuale, ma di cogente bisogno del bene da conseguire.
- Da un punto di vista penale, vedi Cassazione Penale, Sez. V, 13 novembre 2008, n. 46128 [Schiavitù e plagio]
Per integrare gli estremi della riduzione in schiavitù è sufficiente che un individuo si approfitti della situazione di necessità di una persona, con la coscienza di ridurla ad una res e la consapevolezza di trarne un vantaggio.
NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.
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