domenica 5 luglio 2009

28. Tutto è perduto fuorché l'onore (parte 1)


Sabato scorso allo SMA in fondo al corso dove abito ho visto una persona che non riuscivo a capire dove avessi già visto.
Vi capita mai di vedere delle persone sempre nello stesso posto, ma, se le vedete da qualche altra parte, ve ne uscite con un “…ma dove l’ho già vista quella faccia-facciosa?”.

Credo si tratti di un problema di contestualizzazione.

Aprile 2008

Mia madre è mancata da una decina di giorni e ricevo la proposta per un colloquio di lavoro per una prestigiosa assicurazione della galassia Generali.
Ho sempre avuto un’istintiva diffidenza verso le assicurazioni, ma mi rendo conto che, in attesa del lavoro della mia vita, in qualche modo devo pur rimpinguare il mio conto in banca prossimo al coma vegetativo.

L'annuncio che leggo recita:

Cerchiamo persone dotate di una buona capacità relazionale, con una spiccata sensibilità commerciale e buona cultura, che vogliano lavorare in una società in grado di offrire un portafoglio clienti ed il costante supporto dei propri professionisti. Se hai queste caratteristiche e cerchi lavoro, scegli di far parte di una grande azienda. Alleanza investirà nella tua formazione e crescita professionale.Ti offrirà interessanti guadagni con differenti opportunità di carriera.

Capperi e corbezzoli: ma sono io!!! Manca solo la mia foto! Piatto ricco, mi ci ficco!

E’ un colloquio da giacca e cravatta e la sera prima faccio le prove cravatta: è così tanto tempo che non ne porto una che non sono sicuro di saper fare ancora il relativo nodo.
Il primo tentativo fallisce, ma il secondo è buono.
Senza tentare di fare una terza prova – che potrebbe anche andare male – me ne vado di buon grado a nanna.

La sede è c.so Unione Sovietica. L’URSS non esiste più, ma nessuno sembra essersi dato cura di rinominare il corso aggiornandolo come federazione Russa.
Praticamente dall’altra parte della città, ma è un modo come un altro per riprendere l’auto.



Attendo un po’ nella sala d’attesa (che si chiama ‘di attesa’ proprio per tale ragione) e sfoglio qualche sole 24ore, tanto per darmi un tono ed anche perché non ci sono altre riviste.

Non sapendo cos’altro fare mi bevo non uno ma due bicchieri d’acqua .

Alla fine vengo introdotto nella stanza dove si svolgerà il colloquio con Luca N.
L.N. è un personaggio curioso: a metà tra il Paolo Belli (già cantante di Ladri di biciclette ed ora presentatore) ed un cartone animato giapponese.
Una pinguedine che trasborda dai vestiti comprati qualche chilo fa, capello lungo ed unto (come se fosse stato leccato da una mucca; ottima soluzione, mi viene da pensare, come alternativa alla carta moschicida), pizzetto, non semplicemente abbronzato ma reduce da un mese alle Lampados.



Il colloquio è breve ma cordiale, gli sembra strano che un laureato in giurisprudenza con cotanto civvì voglia fare l’assicuratore, ma – pare dirmi – “l’assicurazione è una grande famiglia pronta ad abbracciare tutti” (le parole non sono esattamente quelle, ma lo è il senso).


Il breve corso di formazione, di 1settimane1 è in via Garibaldi, angolo p.za Statuto.
Il corso è un tuffo indietro di parecchi anni: sembra di essere in classe, ma che dico ‘in classe’? sembra di essere durante una gita scolastica.

In fondo ci sono alcuni vantaggi; nell’ordine: 1. caffè gratis alle ore 11; 2. pranzo gratis consumato in una pizzeria poco lontano; 3. dopo un paio di anni, finalmente la possibilità di socializzare con nuove persone.

Non mi pare vero!

Ma la mia sede di destinazione è zona Mirafiori, proprio di fronte al quartiere delle caserme. Una tristezza che non vi dico! Per farmi forza, durante le pause pranzo prendo al volo il 4 o il 63 e vado a fare qualche vasca in centro.


Le prime due settimane è uso che si venga affiancati dal proprio responsabile ed io spero di approfittarne – ligio alle indicazioni che ci hanno dato come perle di saggezza durante il corso – per chiedere alla mia guida spirituale, come affrontare gli incontri coi clienti, quali accortezze ed – eventualmente – astuzie, sottigliezze, trucchi&trucchetti adottare; persino alcune precisazione sugli oltre 10 contratti che abbiamo nella nostra faretra.
Il Luca N. è sempre evasivo: la sua vera passione sono i balli latino americani ed ogni volta si finisce a parare su serate inverosimili che ha passato in quelle che una volta avrei definito ‘balere’.

Il nostro primo appuntamento è in via del Drosso.

Il Luca N. è ciarliero, di buona compagnia, si sente a proprio agio nel rapporto coi clienti; lui, continua a dire, si annoia a stare in ufficio: come uno squalo sente il bisogno di essere a caccia di prede e, appena sente odore di sangue, non molla la preda.

Alla fine del primo incontro, il Luca N. si sente in dovere di render onore ed omaggio alla padrone di casa ed alle proprie origini (dimenticavo di dire che è sardo) e si concede un primo bicchiere di mirto ed anche un secondo, visto che io declino l’offerta.

Tutto bene, non fosse che rimettendosi in strada il buon Luca N.:, con una repentina retromarcia – complice anche, a suo dire, una tanto sottile quanto perniciosa, perigliosa, sottile, martellante pioggerellina, ... ha un incidente d’auto.

Ed avrei già dovuto capire qualcosa.

Per puro spirito di cameratismo si sente come in dovere di accennare all’ipotesi che potrei essere io a portargli sfortuna.
Non mi sembra un bel modo per cominciare, ma forse ad Oxford, dove immagino Luca N. abbia studiato, l’approccio coi compagni di college è informale.

La zona che mi viene affidata è Mirafiori sud/Lingotto: chi legge ed è di Torino potrà intuire quali incedibili opportunità offrano questi quartieri. Senza contare che a giugno dello stesso anno (iniziavano le prime avvisaglie della crisi) la Fiat, non sapendo cosa fare, mise in cassa integrazione qualche migliaio di dipendenti.
(Per i non-torinesi i due quartieri di cui sopra sono tradizionalmente quartieri operai di mamma Fiat, da cui – non vi sarà sfuggito – i nomi originali)


In verità, contraddicendo alcuni luoghi comuni radicati in me, vi furono delle sorprese notevoli.
I quartieri non erano come l’ avevo immaginati per anni.
I cortili traboccavano di piante di rose che i condomini coltivavano con certosina perizia; le case erano molto curate (con arredamento anni ’70, ma ordinate e - unica concessione alla modernità - con tanto di televisori al plasma); le persone che andavo ad incontrare erano estremamente cordiali ed educate.

Certo, nessuna avventura di quelle si dicono capitino ad elettricisti ed idraulici, ma credo si tratti di prerogative riservate ad alcune categorie particolarmente privilegiate.

Certo, parcheggiando in via Negarville mi era capitato di trovare posto al fianco di un’auto con le 4ruote4 diligentemente tagliate, mentre in via Quarello faceva bella mostra di sé un’auto sapientemente bruciata.

Ma, pensavo, “...sarà il folklore locale”.

Insomma, detto col senno di poi, le zone che dovevo seguire non sembravano promettere i lauti guadagni che il Luca N. aveva dato per certi.

Ed avrei già dovuto capire qualcosa.

La simpatica assicurazione, comunque, si vantava di fornire ai propri ‘produttori liberi’ (ndr a seconda dei casi sub-agenti o sub-sub agenti o, persino, sub-sub-agenti) un portafoglio clienti, circostanza che veniva vantata almeno una volta al giorno.
Il mio portafoglio clienti aveva una sessantina di nominativa, di fatto riducibili ad una quarantina, considerando i minorenni ed i vari incroci familiari.

Di questa quarantina facevano parte anche i genitori che avevano acceso polizze a favore di figli con lavoro precario e che speravano di garantire un’integrazione della già misera – in prospettiva – pensione, ma con l’augurio che, prima o poi, potessero farsene carico i figli stessi.

Ma rimasi sorpreso che 4 o 5 clienti fossero degli ex-produttori liberi che formalmente risultavano nel portafoglio, ma, di fatto, avevano riscattato le loro polizze.

La maggior parte di loro era alquanto reticente sui motivi del riscatto, ma, alla fine – curioso come una faina – riuscii a farne parlare uno: era stato proprio alle dipendenze del Luca N. e (dopo alcuni epiteti che non oso neppure ripetere e dei quali mi sfuggono – ma è un mio limite – le iperboliche metafore), mi disse che era stato ‘consigliato’, ‘vivamente consigliato’ di far sottoscrivere polizze ad amici, parenti, fidanzata. Aveva convinto tutti, visto il modo non particolarmente … idilliàco, paradisiàco col quale si concluse il rapporto a riscattare le polizze, meno che ad una zia, ... ma non demordeva.

Ed avrei già dovuto capire qualcosa.

(to be continued)

l`assicurazione e` una grande famiglia...

NON E` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


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