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"Tanto rumore per nulla"
Bernasconi e` sempre stato un grande amante dello sport, degli sport in generale, ma per presto si dovette accorgere che lo sport può nuocere gravemente alla salute.
Dopo tanti anni trascorsi a prendersi cura degli altri, decide di dedicare un po` di tempo a se stesso, di rivedere vecchi amici e di fare nuove conoscenze.
Una sera di gennaio, quindi, gironzolando per i sobborghi di Quarto Oggiaro la sua attenzione viene attratta da un gran vociare e vede un gruppo di distinti signori che si accalorano mentre giuocano a bocce - un suo mai sopito amore di gioventù - e decide di unirsi a loro, dando subito prova della sua maestria.
La serata trascorre in letizia, vince la gara di raffa con una formidabile bocciata al volo e si iscrive tosto alla Bocciofila 2" (di seguito, per brevita`, indicata come B2) del maestro venerabile, bonario ed affabile Lucio Celli, a cui è stato presentato dal giornalista Roberto Gervasoni, noto tombeur de femmes, che gli aveva parlato del circolo presentadolo all`ignaro e – sicuramente – sprovveduto Bernasconi come una bocciofila buona per fare incontri utili per il lavoro e – perche` no? - galanti.
Lo stesso Lucio Celli gli era stato presentato come un rivenditore della premiata ditta Permaflex per il sud America.
Il giovane Elvio accetta di buon grado, anche se non seppe mai darsi ragione del perchè per partecipare alle riunioni della bocciofila doveva mettersi un cappuccio nero ed un grembiule da cucina.
La tessera numero 1816 (codice codice E. 19.78, gruppo 17, fascicolo 0625), neppure gli permetteva di avere sconti al supermercato, circostanza della quale ebbe a lamentarsi con l`ironico e faceto Gervasoni le cui risposte al riguardo erano quanto meno evasive.
Di lì a poco comincerà a ricevere crediti oltre ogni normalità dal Monte dei Paschi e dalla Bnl (due banche con alcuni uomini-chiave affiliati alla B2) che pernsava gli venissero concessi per la sua bonarietà, bonomia e naturale savoir faire.
Inizierà a collaborare, con commenti di politica economica e per la rubrica dei `Cuori spezzati`, al "Corriere della Sera", un giornalino di quartiere gestito dalla Bocciofila2 (di seguito, per brevita`, indicata come B2) tramite A. Panizzoli e B. Bassan Pin, due abili compagni di `bocciata` di Elvio.
Non potendosi misurare con lui sul campo, si appigliarono ad alcuni cavilli del regolamento e, per tale ragione, fecero ricorso in Federazione dove sedevano alcuni loro `compagni` giudici che sarebbero stati chiamati a dirimere la questione.
Il prestesto sul quale gli invidiosi si accanirono è, ancor oggi, considerato a buona ragione di lana caprina: la B2 insisteva per introdurre una variante di nulla o poco conto all`art.31, (Giudizi – Sanzioni – Irregolatita`) lett. A (Giudizi degli arbitri) del Regolamento Tecnico Internazionale che – in modo del tutto anacronistico prevedeva (ed, invero, prevede tuttora) che `L’Arbitro giudica inappellabilmente. Non è ammesso contro-arbitraggio`.
La chiosa, o l`emendamento (se preferite) che la B2 avrebbe voluto del tutto ragionevolmente introdurre recitava: `Gli arbitri vengono scelti dalla B2 ed il loro giudizio e` inappellabile`.
Ma la verità è che quando arrivò al Bernasconi la tessera della B2, egli rimase offeso perchè sopra c`era scritto `apprendista muratore`, “Ma come – disse – io ero un costruttore affermato” (Corriere della sera, 19 gennaio `96).
Nell'autunno del 1988 (nel corso di un processo contro due giornalisti accusati di averlo diffamato celebrato dal tribunale di Verona, vedi La Repubblica, “Bernasconi dal giudice per un interrogatorio sulla B2”, 14 febbraio, S. Valentino, pag.12, sez. Politica interna), Bernasconi dichiarò: «Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla B2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo. [...] Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata chiesta» (Caffe` Europa, 9 marzo `00).
Ora, ditemi Voi se potete a distanza di anni ricordaVi di quando Vi siete iscritti in palestra e di quanto fosse la quota associativa!
E tutto questo per giuocare a bocce!
E ci mancherebbe altro non l`avessero lasciato libero, libero di tornare alla sua casa, ai suoi affetti, a perseguire il bene del BelPaese!
Successivamente Bernasconi dichiarò: "Non sono mai stato Biduista, mi mandarono la tessera e io la rispedii subito al mittente: comunque i tribunali hanno stabilito che gli iscritti alla B2 non commisero alcun reato, e quindi essere stato biduista non è titolo di demerito" (“Bufera su Bernasconi. La B2 setta segreta”, La Repubblica, 8 marzo `00).
In altra occasione, ha affermato che la B2 "per la verità allora appariva come una normalissima associazione, come se fosse un Rotary, un Lions, e non c'erano motivi, per quello che se ne sapeva, per pensare che la cosa fosse diversa. Io resistetti molto a dare la mia adesione, e poi lo feci perché Gervasoni insistette particolarmente dicendomi di rendere una cortesia personale a lui" (G. Ruggeri – M. Guarino, “Bernasconi, inchiesta sul signor TV”).
Secondo la Commissione Parlamentare d`inchiesta Anselmi la loggia massonica sarebbe stata addirittura "eversiva": `eversiva` una bocciofila?!Essa fu sciolta con un'apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982 (cfr Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell`Uomo di Strasburgo nel caso Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani c. Italia, dove si fa riferimento alla legge 17/82, "attuazione dell'art. 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete e quelle concernenti lo scioglimento dell'associazione denominata Loggia B2").
La B2, una bocciofila, sarebbe stata nientemeno che "un'organizzazione che mirava a prendere il possesso delle leve del potere in Italia attraverso il `piano di rinascita democratica`, un elaborato a mezza via tra un manifesto e uno «studio di fattibilità». Avrebbe contenuto "una sorta di ruolino di marcia per la penetrazione di esponenti della loggia nei settori chiave dello Stato, indicazioni per l'avvio di opere di selezionato proselitismo e anche un preventivo dei costi per l'acquisizione delle funzioni vitali del potere" (...) Il Piano programmava la dissoluzione dei partiti e la costruzione di due poli organizzati in club territoriali e settoriali; tendeva al monopolio dell'informazione, al controllo della banche, alla Repubblica presidenziale e al controllo della magistratura da parte del potere politico” (“Quegli ex affilliati alla B2”, La Repubblica, 6 giugno `07, pag.3, sez. Firenze).
Ingrato ed invidioso per il successo ottenuto dal Bernasconi alla raffa, il fondatore della B2 Lucio Celli, Bernasconi ebbe a dire, cercando di attribuirne a lui solo il merito, "ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto" (Gianni Barbacetto, “Dalla P2 a Forza Italia”, www.controcorrenteinfo.it, 21 novembre `03). Persino il vescovo di Ivrea Luigi Pettazzi ardiìrimprovare al primo governo Bernasconi (1995), di essere "l'attuazione fatta e programmata da Bernasconi del Piano di rinascita democratica proposto dalla Loggia B2 già nel 1976" (ibidem).
Si arrivò a dire che, a partire dal 1985, gli archivi di Lucio Celli testimoniano l'intervento della B2 nell'acquisizione da parte di Bernasconi dell’allora più diffuso settimanale popolare italiano (G. Ruggieri – M. Guarino, “Inchiesta sul signor TV”), TV Sorrisi e Canzoni (M. Teodori,”P2, la controstoria: di fronte all`asse P2 – Vaticano la Banca d`Italia arretra”, Radioradicale, 1^ dicembre `85). La transazione, se vista come una delle tante compiute all'interno della stessa intricata ragnatela di imprese legate al sistema creditizio vaticano, risulta quasi solo un passaggio di consegna per la realizzazione del programma.
È il giugno del 1983 quando la consociata all'estero Ambrosiano Group Banco Comercial di Managua cede a Bernasconi il 52% del pacchetto azionario della rivista. A interessarsi dell'affare sono i finanzieri Roberto Scalppi e Umberto Cortolani. A seguito della presentazione delle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla B2, la loggia fu sciolta per legge in ragione dei «fini eversivi» che si prefiggeva. Celli fu condannato e arrestato, benché al riguardo Bernasconi sostenne di essere «...sempre in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente addebitati a Licio Celli...» (a. Caponnetto, “Quando B. testimonio` sulla P2”, La Repubblica, 21 aprile `98)
Al momento del suo ingresso ufficiale in politica (1993), Bernasconi presentò un partito la cui struttura e programma parvero, ad alcuni malevoli, simili a quelle prefigurate nel disegno eversivo della B2: «Club dove siano rappresentati... operatori imprenditoriali, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori» e solo «pochissimi e selezionati» politici di professione . Fin dal primo governo Bernasconi vi fu chi arrivò a sostenere che i titolari di diversi incarichi sono risultati appartenenti alle liste segrete scoperte nella residenza di Licio Celli a Castiglion Finocchi (G. Ruggieri – M. Guarino, “Inchiesta sul signor TV”).
Il 13 marzo 2006 la maggioranza parlamentare guidata da Bernasconi approvò una modifica, un doveroso aggiornamento dell'articolo 283 del vetusto Codice Penale sulla base del quale era stata messa sotto processo (e poi assolta) la B2. Il testo precedente era questo:
- "Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni".
il testo opportunamente e doverosamente modificato è invece il seguente:
- "Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni".
Tutto questo solo per aver aderito ad una bocciofila.
Veramente la perfidia dei rivali politici stava per toccare il fondo!
(segue ...)
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