martedì 17 febbraio 2009

2. Globalizzazione


Ieri altro colloquio di lavoro.

Lunedì mattina, su indicazione di un’amica, invio via e-mail il mio cv.
Mentre continuo a cercare altre offerte (operatore/-trice telemartketing, purché ragazza e di bella presenza, assaggiatore di formaggi con esperienza nel settore dimostrabile di almeno 6 anni, operatrice – non –ore, madrelingua cinese o polacca, tornitore sistema tradizionale, … tutti annunci veri) mi arriva una telefonata.

Addirittura il titolare, nientepopodimenoche il titolare di una società cui avevo appena inviato il civvì. Ne sono per lo meno lusingato: tanta celerità! Il mio civvì deve, finalmente, aver fatto impressione. Certo rifuggo l’idea che qualcuno abbia esageramene bisogno di collaborazione: non sono uno che si monta la testa tanto facilmente!

L’appuntamento e` per l’indomani, ovvero ieri.

Strada del pascolo, esattamente dall’altra parte della città. Un’ora coi mezzi pubblici, ma sarebbe di più in auto col traffico. E, poi, il cuore va dove ti chiama il lavoro, senza trascurare che si può leggere due ore al giorno.
Il posto è tra svincoli e campi dove sbocciano come mergherite bottiglie di birra - rigorosamente moretti - e siringhe.
Mi dico che poco importa, tra qualche hanno potrebbero esserci ridenti villette.

L’ufficio è un seminterrato.
E cosa vuol dire? In fondo internette connette col mondo e, se si devono avere incontri di lavoro, si può definire un appuntamento in ogni dove.
Le stanze degli uffici sono vuote. Anzi, praticamente vuote, perché una segretaria c’è, part-time, ma c’é.
Il lavoro sembra essere fatto apposta per me: pubbliche relazioni, marketing.

Questa volta è fatta, mi dico.

L’incontro dura 4 ore. Non avendo altri impegni ci possono stare.
Forse alcune cose mi lasciano ancora perplesso.
Si tratta di fare un’operazione di marketing per dare visibilità ai primi 500 marchi in italia. Tutta italia.
Il mio interlocutore ci tiene ad essere chiaro sin dall’inizio: ci tiene a sottolineare che, lui, è per l’etica anche nel mondo del lavoro.
Mi sembra giusto, condivido: etica nel mondo del lavoro!!! Evviva
Affronta lui, che poi è il presidente, il tema della retribuzione.
“1.500 euro”.
1.500, epperbacco, questo mi è chiaro.
Mi è meno chiaro, e non che non abbia chiesto dettagli ne`, tantomeno, delucidazioni, se si tratta di una retribuzione mensile o trimestrale. Poco chiaro perché nel giro di 10 minuti dice prima una cosa e, poi, l’altra.


Chiedo nuove precisazioni e lui, per essere più chiaro, mi dice che sino all’anno scorso i pagamenti ai collaboratori avevano cadenza trimestrale, ma che quest’anno pensava meglio – immagino meglio per lui – provvedere ogni 6 mesi.
Già che c’è dice e si contraddice quando parla dei 1.500 euro come retribuzione (ma non è chiaro con riferimento a quale contratto, né se lordi o netti) o, come si è lasciato andare dire un’altra volta, come anticipo sulle provvigioni.
Vabbé, mi dico, non ho altri impegni, sentiamo il resto della proposta.

Allora, le aziende, le 500 di cui sopra, sono sparse – com’è giusto che sia – in tutta italia.
Mi sembra un po’ meno giusto (ma io ho i miei limiti e non tutto mi è chiaro la prima volta che mi viene detto) che le spese telefoniche di trasferta (piedi auto, treno, aereo sono io a doverlo decidere), soggiorno e ristorazione sono a carico dell’account/agente.

Dal mio punto di vista potrebbe non sembrare giusto, ma, immagino che dal suo punto di vista il tutto possa avere un senso. Quindi, annuisco.
Probabilmente capisce che entro in uno stato confusionale e cerca di rassicurarmi: "E’ ovvio che se uno decide di andare a roma ci va se ha almeno 6 appuntamenti a giorno".


Oso azzardare che, per quello che io ricordo, a Roma il traffico è abbastanza intenso e che molte società hanno sedi nelle periferie
Probabilmente parliamo di due Rome diverse o della stessa che nel frattempo è cambiata.
Lui, comunque, ha le idee chiare, lo vedo galvanizzarsi al limite dell’euforico
Mi rende partecipe di un altro progetto: comuni d’Italia.
Una scheda per ogni comune che voglia mettersi in evidenza in un simpatico cartonato.

"L’Italia – mi dice – è un grande paese fatto di comuni".
E su questo non posso dargli torto.

Il progetto potrebbe sembrare un po’ ambizioso, ma, anche un po’ per tranquillizzare me stesso, gli chiedo quanti sono gli accounts/agenti che verrebbero sguinzagliati sul territorio.
"Le persone – ha le idee chiare – devono essere selezionate, essere motivate e condividere un progetto … etico".
E ridargliela con l’etica.

Vabbé, se anch’io entrerò a far parte di questa elite, facendo due conti, dunque … saremmo in tre (4 con la segretaria che non si capisce cosa faccia).
Non ti lasciare andare a facili ironie: trovale tu 4 persone, selezionate, motivate, pronte a condividere un progetto etico di questi tempi.

Lo ammetto, sono un piccolopoco confuso, ma non nel panico: lo so benissimo che le domande nei colloqui di lavoro ti vengono in mente dopo, a colloquio finito. E, poi, lui è disponibile a chiarire tutti i miei dubbi.

Arrivati alla terza ora la prima domanda cruciale, che lui carica di enfasi: "Lei (cioè io) segue qualche partito?".
Mi dichiaro agnostico in materia politica, anche perché su google avevo scovato una sua pagina dove si dichiara simpatizzante dell’udc, presidente di non ricordo quale associazione delle famiglie fondamentaliste cattoliche.
E meno male che non mi sbilancio, perché la pagina scovata su internet non è aggiornata: odia ferocemente casini e quasi scatta in piedi quando parla di forza italia e di lui, il presidente, (non Napolitano, Silvio).
Resto sul vago, ma non vacillo, anche perché oramai non esiste più una sinistra da difendere
Anzi, neppure più esiste una sinistra.
Mi salva una telefonata della moglie (sua) che in anteprima gli comunica le dimissioni di veltroni.
Siamo quasi alla fine.

Seconda domanda, posta con ancora più enfasi della prima: "Di che fede religiosa è (sempre nel senso di io) ?"
Anni di scuola cattolica mi hanno insegnato a svicolare elegantemente da queste trappole.
D’altra parte ci sono voluti quattro anni in una scuola cattolica prima che si accorgessero che non avevo fatto la cresima (ad essere sincero neppure ora sono cresimato).
Ebbene, alla fine mi sembra soddisfatto, tant’è che alla fine gli scappa anche di darmi del ‘tu’.
Rilegge il mio civvì

Resta favorevolmente sorpreso dal fatto che, tra le lingue straniere indicate, abbia anche vantato l’inglese
Si illumina in volto e azzarda: "ecco, tra i progetto che avrei in animo per il 2009, avrei anche quella di allargare l’attività all’estero: canada, stati uniti, australia … lei (sempre io, e chi altri? ci siamo solo noi due) se la sentirebbe?".

Massì, massì: oramai il mercato è globalizzato!!!



NON E` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


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