giovedì 30 settembre 2010

156. Vota la più grossa che ha sparato (Camera dei Deputati

Vota la più grossa che ha sparato
(Camera dei Deputati, 29 settembre 2010)

Votate anche Voi per decidere qual è la str§*ç%ta più grossa che ha sparato Silvio. E se avete da aggiungerne altre che mi sono sfuggite fatemelo sapere, nel caso provvedo.

  • La mia stessa indole personale mi porta a cercare l’intesa
  • Siamo convinti che il nostro governo in questi 3 anni ha lavorato sodo e con risultati positivi
  • In Parlamento sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza
  • Non ho mai tentato di “comprare” dei deputati promettendo loro la ricandidatura. “È veramente paradossale che quando qualcuno dei parlamentari eletti nelle file del Pdl passa in altri partiti sia eticamente valido ed esteticamente plaudibile, e quando avviene il contrario si parli di calciomercato, è veramente una cosa inaccettabile e paradossale
  • Entro il 2013 sarà finita la Salerno Reggio Calabria
  • La centralità della persona e la difesa dei valori della vita rappresentano un fondamentale asse di orientamento dell’azione di governo
  • Abbiamo evitato i licenziamenti di massa e tutelato i lavoratori maggiormente colpiti
  • Non ci siamo fatti trovare impreparati alla crisi
  • Pur partendo da enormi difficoltà abbiamo preso provvedimenti apprezzati anche a livello internazionale. Il sistema ha retto bene
  • Il governo ha sostenuto una realtà positiva senza aumentare il deficit: l’italia aveva bisogno di rigore e responsabilità. Lo abbiamo fatto tenendo i conti in ordine
  • Non ci siamo trovati nelle situazioni di altri paese che si sono trovati esposti alle speculazioni a causa del debito
  • Estensione delle garanzie degli ammortizzatori sociali
  • Stabilità della moneta europea: l’Italia ha avuto un ruolo decisivo
  • L’elenco dei successi dell’esecutivo: lotta alla criminalità organizzata, gestione emergenze e delle crisi aziendali, digitalizzazione, riforme dell’università, riforma delle public utilities, abolizione dell'ICI, riforma delle pensioni
  • Le aziende sono state accompagnate nei mercati internazionali creando nuove opportunità
  • Ripresa dei rapporti Usa-Russia
  • Nazioni Unite: difesa della vita libertà di espressione e difesa dei diritti delle donne
  • Federalismo fiscale: sarà un vantaggio per tutte le aree, soprattutto per il mezzogiorno
  • Il Federalismo migliora le ragioni dello stare insieme in una comunità nazionale
  • Il principio di sussidiarietà deve trovare piena applicazione anche in italia. Significa crescere tutti insieme
  • Dovunque è stato effettuato il federalismo a beneficiarne sonos tate le aree meno avvantaggiate. Attuare il federalismo significa aiutare lo Stato. Gli esempi di Germania e Stati Uniti sono lì a dimostrarlo
  • Il federalismo non comporterà nessun aggravio per lo Stato
  • Diminuiranno sprechi ed evasione
  • Nascerà nuova Italia: l’Italia delle autonomie, l’Italia della responsabilità
  • Bisogna ridurre la pressione fiscale
  • Superare le riforme degli anni ‘70
  • Graduale riduzione delle tassazione su famiglie lavoro e ricerca. Soprattutto per le famiglie monoreddito
  • “Quoziente familiare”: i sta sperimentando già in una serie di Comuni
  • Ogni intervento sul fisco sarà accompagnato da una analisi costi benefici e dall’apprezzamento dell’Europa
  • Riforma del processo civile e digitalizzazione
  • Parità tra accusa e difesa e maggiore garanzia per gli indagati
  • Intervenire sulla struttura del Consiglio Superiore della Magistratura. Come? Con la separazione delle carriere, la responsabilità penale per i magistrati
  • I nove milioni di processi pendenti sono un macigno da rimuovere. Smalitire le cause civili pendenti
  • Indifferibile un aumento di ulteriori aumenti di risorse alla giustizia
  • Ci siamo dotati della normativa antimafia più efficace al mondo. mai così tanti colpi alla mafia e alla criminalità organizzata
  • In due anni a 4 mesi sono stati sequestrati alla mafia beni mobili e immobili per 16 miliardi di euro
  • Arrestati 27 dei 30 latitanti più pericolosi
  • Sinergia con l’esecutivo da parte delle forze dell’ordine, che ha dato l’idea che “esiste una grande forza che si chiama Stato”
  • Intendiamo continuare senza tregua”, destinando un Fondo unico di giustizia al ministero dell’Interno e a quello della Giustizia
  • Estensione del reato di associazione mafiosa
  • Divieto di partecipazione alle gare pubbliche per gli imprenditori che non denunciano le estorsioni
  • Percepita maggiore sicurezza
  • Contro l’immigrazione clandestina grandi risultati: -88% gli sbarchi di clandestini
  • Il Sud ha bisogno di regole e infrastrutture. Il piano per il Sud deve rispondere a queste esigenze
  • Dal 2002 al 2009 triplicati gli interventi nel mezzogiorni
  • La liberazione del mezzogiorno dalla criminalità organizzata è il pilastro per creare lo sviluppo
  • Per il Sud ltre alla fiscalità div antaggio, ci sono misure per combattere il lavoro irregolare
  • Numerose verifiche degli ispettori del lavoro, concentrati in Campania, Calabria, Puglia, Sicilia
  • Un governo dopo le elezioni un governo si può trovare di fronte problemi nuovi e quindi scelte nuove. Su problemi nuovi non e’ escluso affatto un dibattito. Magari per mettere a punto una strategia più efficace.
  • La mia esperienza personale è sempre stata improntata alla ricerca di nuove soluzioni.
  • Sono convinto che l’azione del governo non meritasse le critiche. ma uno degli obietivi più importanti che mi sono posto è quello di unire tutti i moderati
  • Unire la società italiana, condurla tutta insieme verso un futuro migliore
  • Chi ha dato vita al popolo della libertà lo ha fatto per unire, e non per dividere
  • La gente vuol vedere le forze che lavorano insieme per uscire dalla crisi
  • Moltiplicare l’impegno comune con azione di governo sempre più efficace
  • Attuare il programma presentato agli italiani
  • Entro dicembre pronto il progetto del Ponte sullo Stretto
  • L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale
  • L’Italia finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale
  • Nessuno ha combattuto la mafia come noiensatene bene
Pensatene male, ma il più grande resta lui: questa è comicità allo stato puro!



Antonio e lo stupratore della democrazia



Estiqaatsi ... a volte si sveglia ... ma non è che subito dopo si gira dall'altra parte e torna a dormire?

martedì 28 settembre 2010

155. "So cosa voglio fare da grande!" parte (1/5) - Le inchieste del commissario Marmittoni


Carissime lettrici, carissimi lettori,

ditemi quello che volete, ma c'è poco, pochissimo da fare: anche l'insensibile cuore del Vostro può – raramente, ma accade – provare una scarica di adrenalina quando assiste a qualcosa in grado di cambiargli la vita, quando capisce cosa vorrà fare da grande. E sì, perché da grande ho deciso cosa voglio fare!

22 – 23 maggio 2010 Torino

Come ci aveva avvisato big Ale, questa volta ci attende un palcoscenico nazionale, ma che dico 'nazionale'? Internazionale!

I miei colleghi commissari sono eccitatissimi, sembrano dei bambini un tantino cresciutelli; in particolare Ale, date le dimensioni, anche se lui si ostina a dire che è tutta aria e muscolo rilasciato; e potrei anche credergli, perché ogni tanto lascia 'andare' un po' di quell'aria, purtroppo anche in auto.

Per rimpolpare i ranghi big Ale ha convocato anche quattro commissari di Vigevano che arrivano tutti con la divisa ufficiale del loro motoclub.

Sin dal loro apparire non nascondono la loro anima fieramente padana e giurerei che sono tutti iscritti alla Lega Nord. A me la cosa lascia abbastanza indifferente, tutto sommato li trovo folcloristici paracadutati a San Salvario, la piccola casbah subalpina e mi diverte il loro stupore quando si accorgono che probabilmente siamo gli unici bianchi del quartiere.

Ultimo ad aggregarsi è Francesco I, con l'aria più sconvolta che mai. Fra' è cordiale di suo e cerca di fare amicizia coi nuovi colleghi.

Ecco, avevo forse dimenticato (ndr. l'età che avanza ha effetti devastanti) di dirVi che Fra' è siciliano, decisamente siciliano non solo nei tatti somatici, ma anche e soprattutto nell'accento.

Vederlo in mezzo ai 'fieri' padani che se lo divorano con gli occhi il Fra' nella speranza che noi ci si distragga per garrotarlo, pugnalarlo, spezzargli le gambe ma solo dopo avergli conficcato uno stiletto tra le rotule, strappargli le unghie, coprirlo di melassa e darlo in pasto alle formiche rosse, pestargli gli alluci coi tacchi a spillo, calpestarlo, prenderlo a calci e pugni stringe il cuore.

Il candore di Fra' è superata solo dalla sua inconsapevolezza del rischio che sta correndo: come se l'agnello entrasse nella tana del lupo o come l'uomo che chiede alla propria amata di sposarlo!


La giornata promette di essere tra il caldo sahariano ed il torrido modello deserto australiano: sono le 7 del mattino e stimiamo ci siano non meno di 40° all'ombra.

Quando la carovana arriva all'Oval Lingotto capiamo subito che si tratta di qualcosa di serio.

Ad un chilometro dall'ingresso pista veniamo fermati da 3posti di blocco3 per, nell'ordine: 1. rallentare la velocità, 2. controllo documenti, 3. rilascio del bracciale che ci certifica come commissari di gara.

All'ultimo posto di controllo veniamo intimati di non perdere in alcun modo il braccialetto di carta cerata, pena non meglio precisate sanzioni corporali e financo morali e mortificanti, tipo cantare a squarciagola “Meno male che Silvio c'è!” di fronte ad una sede di Lotta Continua.

Il fatto è che noi si s'iimagina alla fine della prima giornata, sporchi e sudati (ndr. più del solito) e ci si domanda cosa succederà facendo la doccia. L'unico a non preoccuparsi è Francesco I che sentenzia: “Chemmifrega? Io la doccia la faccio il 1° del mese!”: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo questo ragazzo!

I commissari di gara sono dei toscani viareggini che ci guardano tra lo stupito e perplesso, manco fossimo una copia mal riuscita dell'Armata Brancaleone. Effettivamente siamo una brigata non molto ben assortita, considerando che aotre ai 'fieri' padani il gruppo registra una new entry: il Massimo.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

venerdì 24 settembre 2010

154. “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

1 - La strategia della distrazione.

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionatada temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione.

Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 - La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini.

La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).



6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.

Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….


7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa.

Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.

Negli ultimi 50’anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su se stessa.


giovedì 16 settembre 2010

153. Il commissario Marmittoni ed il leone marino (parte 3/3) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Vorrei poterVi dire che questi due giorni sono stati accompagnati da un sole ridente e da un fresco zefiro, dal cinguettare degli uccelli e con qualche nuvola montata come panna che lemme lemme solca il cielo, ma così non è: c'è stato un tempo di merda!

Tra warm-up, prove libere, prove cronometrate, prove ufficiali, prove un poco meno ufficiali, finali A, finali B, finali C e chi più ne ha più ne possa, alla fine anche questi due giorni scivolano via ed è all'imbrunire del secondo giorno che la Liala tira fuori 100euro100 cadasette, non senza che il suo viso sia solcato da qualche lacrima, non per la commozione verso la nostra dedizione– come i più sprovveduti tra Voi potrebbero ingenuamente immaginare -, ma perché costretta a separarsi dalla pecunia che ella tiene cara sì come una madre tiene ai propri figli!

D'altra parte è oramai a noi tutti noto (ndr. ovviamente a noi commissari) che la Lilia paga sempre alla conclusione delle giornate di gara (ndr. e, se le giornate sono due, alla fine della seconda) un po' perché così è sicura che non vi siano disertori, un po' – e soprattutto - perché in cuor suo spera che qualche commissario venga investito, muoia per il freddo, gelo, colpi di sole, …

Del mangiare, beh, meglio non ripensarci: sento già tornare il bruciore di stomaco!

Prima del rientro nella metropoli sabauda, big Ale ci convoca per una notizia dell'ultima ora: “Ah sentite, raga, il prossimo uichend (ndr. ai capi carismatici non è richiesta la conoscenza di lingue straniere) voglio vi riposiate, perché il 22 ed il 23 maggio siamo stati chiamati per il Motorfest all'OvalLingotto di Torino”.

Sotto lo sguardo compiaciuto che sempre si cela dietro gli occhiali scuri di big Ale i miei 6compagni6 esultano: c'è chi tira coriandoli, chi stelle filanti, Francesco I – chi altri avrebbe potuto – lancia raudi e petardi. Alla fine viene improvvisato un trenino e parte la festa!

Io mi avvicino a big Ale e domando:


“Big,chesarebbe'stoMotorfestivalle?”.

E lui: “Ah, senti … devi sapere che … dopo la fortunata edizione del Torino Motor Fest del 2009 (oltre 20.000 visitatori), il capoluogo piemontese rinnova l’appuntamento anche per il 2010.

L’edizione 2010, si svolgerà all’ Oval di Torino, una modernissima struttura eredità delle olimpiadi invernali del 2006, che dal 22 al 23 maggio, con i suoi 120.000 metri quadrati di superfici coperte e scoperte, proporrà una grande festa per gli appassionati delle moto.

Numerose le iniziative previste per quest’anno :
- Campionato Europeo Supercross
- Campionato Europeo Mini Bike MX
- Motocross Freestyle indoor
- Area prove motociclette Moto stradali
- Area prove Automobili
- Area Espositiva
- Area Scuola Guida
- Raduni
- Area Bimbi
- Area BMX freestyle
- Hobby Sport (fuoristrada minicross)

E queste info non le trovi su Wikipedia … credevi non mi fossi accorto che non era farina del tuo sacco quella sparata sulle motards? Comunque, … bravo: gli altri non se ne sono accorti e, forse ma forse, adesso inizi ad esser loro persino un piccolopoco simpatico … bah, chi li capisce?”.

Effettivamente inizio a pensare che big Ale non smetterà mai di stupirmi, non fosse altro perché non mi ha sputtanato di fronte ai colleghi. Ho capito poco, per non dire nulla, di quello che ha detto, ma mi fido sulla parola.

Come se non bastasse chiude con un: “Ah, senti, dai sbrigati che torni con me ed Anna ...”.

E' un onore che quasi mi commovuove ed a stento riesco a trattenere le lagrime: Satanasso di un big Ale … inizia a starmi simpatico!

Ci allontaniamo dal kartodromo prima della cerimonia di premiazione che assegnerà le nuove tabelle rosse (ndr. osì recita il programma, ma non sperate Vi dica cosa sia perché ancora non l'ho capito, ma dormo benissimo, quindi …) ed un cospicuo montepremi (potete giurarci che, se fosse stato per noi, ci saremmo fermati!).

Durante il viaggio di rientro, con le luci che si srotolano lungo la strada provinciale, capisco che c'è una qualche possibilità che il Vostro inizi a non essere del tutto antipatico a big Ale quand'egli mi confida che lui ed Anna mettono da parte i soldi guadagnati durante i fine settimana con le gare di moto per pagarsi le vacanze e che, anzi, lui è già riuscito a comprarsi una muta da sub!

Ecco, non me ne vogliate care Lettrici nonché cari lettori, ma – come Vi ho spiegato più volte – non solo big Ale è decisamente alto, ma anche e soprattutto, la sua corporatura è veramente imponente, grazie a quello che sospetto essere un caso di bulimia.

Ecco perché, fervida com'è l'immaginazione del Vostro – io inizio ad immaginarmelo con questa muta, maschera e boccaglio e, beh, lo ammetto, per me è quanto di più simile … ad un leone marino che si muove lungo la battigia!

Trattenere il riso non è stata cosa facile, ma ci sono riuscito per Voi, ma anche per me: mancano troppi chilometri a Torino ed ho visto troppi documentari dell'Angela family e di Nascional Geografic per non sapere di cos'è capace un leone marino quando si ride di lui!

E, ad ogni buon conto, ridere del proprio coach sarebbe un atto di lesa maestà: molti commissari sono norti per molto meno!
Fine

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

152. Il commissario Marmittoni ed il leone marino (parte 2/3) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Il Gianluca, radioso, ci annuncia che, per l'occasione, hanno aperto il cd, 'sterrato' e tra gli squitti di gioia dei miei colleghi commissario è tutto un reclamare a gran voce … “il panettone”.

Io resto in disparte a guardare tanto per me inconcepibile, irragionevole ed immotivato entusiasmo e, appena il vociare si placa un attimo, domando “Uè, raga, già faceva schifo il rancio che la Liala ci dava di solito, ma addirittura tutto 'sto casino per un panettone che, se va proprio ma proprio bene, è quello avanzato un paio di Natali fa …?”.

Dapprima vedo 14 occhi (siamo in otto, uno sono io, quindi 14 occhi, fossimo stati in dieci sarei stato trafitto da 18 occhi: i conti Vi tornano?) che mi squadrano increduli, poi sembra facciano a chi si sganascia più dalle risa.

Benigno come solo un vero capo sa fare, big Ale gela tutti col suo sguardo (ndr. big Ale gira con occhiali da sole tutto l'anno) e, con un calmo gesto del braccio steso riporta ad un tempo calma ed ordine nel commissariato.

Quindi, ponendo il suo nodoso braccio sulle mie spalle, mi conduce alla vetrata che si affaccia dal bar sulla pista e, con la serenità e la magnanimità che è propria dei forti e dei giusti, con voce pacata e riflessiva mi dice: “Ah senti, … la vedi quella collinetta disadorna che si erge in mezzo a quella parte di pista sterrata (ndr. da qui il nome gergale di 'sterrato')? … Quello è il panettone!”.

Cercando di riprendermi dalla magra figura che avevo appena fatto di fronte ai colleghi, cerco di recuperare qualche punto perso e, a voce alta in modo che tutti mi possano sentire, me ne esco con un brillante: “Uè, big … guarda che lo sapevo benisssssssssssimo … gli è che stamattina mi sembravate tutti così seri e taciturni … che volevo strapparvi un sorriso ...”.

Ancora una volta big Ale non riesce a capire se lo sto coglionando o meno, ma come quel leone che non divorò san Gerolamo ricordando che gli aveva tolto una spina dalla zampa, big Ale non si dimentica che gli avevo appena pagato il conto arretrato; volgendosi, quindi, verso gli altri commissari chiude il sipario con un munifico: “Certo che lo sapeva … garantisco io per lui!”.

C'è poco, pochissimo da fare: quando big Ale vuole essere rassicurante, sa essere rassicurante ed è per questo che big Ale è un capo, un capo amato dalla sua truppa!

Per rendere più 'spettacolare' la gara, il direttore di gara decide, con un vero colpo di genio, di innaffiare lo sterrato ed il 'panettone', sperando che la gara di motard assomigli ad una vera gara di motocross: i motardisti sono da sempre gelosi ed invidiosi dei motocrossisti, così come Torino è gelosa ed invidiosa di Milano, come Caino lo era di Abele e … Remo di Romolo!

L'idea poteva avere un suo fascino, peccato che invece di innaffiare lo sterrato gli addetti finiscano con l'allagare l'intera zona che presto si popola di rane e trote, mentre il panettone sembra essere caduto in una tazza di caffelatte.

Noi commissari, sagaci come siamo, ma, soprattutto, perché tale disattenzione al limite della dabbenaggine farà ritardare la partenza e quel che più conta il nostro rientro a casa aiutiamo gli incapaci ed inetti (ndr. addetti alla pista), finché big Ale non ha un'intuizione, un'illuminazione che solo i veri capi possono avere (ndr. non per nulla sono capi!): “Ah, sentite miei fedeli … requisite a tutte le femmine che trovate intorno al circuito gli assorbenti intimi ed ai neonati i pannoloni … se necessario perquisite tutte le cascine dei dintorni! .... .Andate!”.

A Voi l'idea potrà sembrare bislacca, persino balzana, vero è che a forza di tamponare (ndr. non ditemi che avreste in mente un verbo più azzeccato) la palude usando gli assorbenti come spugne la gara parte con solo una mezzorata di ritardo ed il pubblico sugli spalti non può che ammirare ed applaudire i solerti commissari onorandoli con una standing ovation.

Le gare di motards hanno, lo debbo ammettere, un loro fascino ed io mi lascio ingannare quando ecco che arriva la seconda cosa più temuta dai commissari di gara (cfr. puntate precedenti, “La catabasi del commissario marmittoni”): le gare … juniores!

Ora, sia chiaro, non è che i bambini non possano andare in moto: andare in moto è un diritto costituzionalmente garantito! Semplicemente io commissari non si capacitano del perché sia loro permesso farlo in pista e non nel salotto di casa loro … oltre ad essere più sicuro non romperebbero i santissimi dei commissari!

Dovete sapere che non solo queste testine di vitello vanno ad una lentezza esasperata, ma, essendo invero poche le suddette testine, per lo più le gare juniores vedono alla partenza due soli piloti, rendendo del tutto superflua, per non dire inutile,accessoria, eccessiva, ridondante la presenza a bordo pista degli splendidi commissari.

C.V.D. (ndr. come volevasi dimostrare) alla partenza si presentano due soli piloti; il primo, invero, ha una sua dignità, il secondo è un vero e proprio oltraggio alla memoria dell'ing. Francese Louis-Guillaume Perreux (ndr. chi tra Voi non ricorda che, depositando il brevetto n.83691 – era il 16 marzo 1869 - l'ing. è considerato l'inventore della moto?).

Il botolo, infagottato in una tuta blu a mo' di omino Michelin, è così lento, ma così lento che ad un certo punto Francesco I, un po' più che esasperato prende a corrergli a fianco urlando “Ma vuoi andare un po' più forte?”, mentre Cecco e Gianluca si propongono di spingerlo!

Big Ale 'tuba' con Anna, ma il sospetto è che voglia prenderle il sacchetto col panino avanzato che lei tiene nella borsa quale richiamo per il suo uomo.

Il Vostro, più pigro ed indolente del solito, ne approfitta per rollarsi una siga.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


151. Il commissario Marmittoni ed il leone marino (parte 1/3) - Le inchieste del commissario Marmittoni

8 – 9 maggio 2010 campionato italiano supermoto


Leggo da un qualche non meglio precisato sito dei maniaci della moto “Ultime ore di vigilia e poi, finalmente si alzerà il sipario sulla 2a prova degli Internazionali d’Italia di Supermoto organizzati sul circuito internazionale Kart Planet di Busca dalla DBO in collaborazione con la Federmoto ...La manifestazione, che grazie alla nuova formula del campionato è molta attesa dall’ambiente del supermotard perché per molti sarà l’occasione per riscattare la prima prova di fine marzo a Pavia, un autentico confronto tra i migliori piloti italiani ed il foltissimo gruppo di fuoriclasse stranieri che hanno scelto l’Italia per completare la preparazione in vista dell’inizio delle prossime prove mondiali. ”.

Biglietti. Sabato biglietto intero 10 euro, domenica intero 15 e ridotto FMI 10 euro. Under 14 ingresso gratuito.

Insomma, ecco, non so se avete capito che il Vostro, oramai, è pronto per un palcoscenico mondiale!

La verità è che un bravo commissario di gara non si monta mai la testa: egli segue, dirige, coordina qualsivoglia gara con la stessa sublime indifferenza: l'occhio rivolto solo a far rispettare il regolamento, pronto e vigile ad intervenire in qualsivoglia occasione, arcigno ma sorridente, severo ma giusto.

In effetti è altrettanto vero che il Vostro inizia a malapena a capire che le moto vanno più veloci delle biciclette e che per farle andare innanzi non è necessario pedalare: quindi, per me, una categoria vale l'altra … basta che mi paghino!

Checché ne possiate pensare, alzarsi due mattine di seguito alle 5.30, dormendo si e no una cinquina di ore non è da tutti ed il secondo giorno nono pochi coloro che preferirebbero starsene comodamente a letto: ma non è così per un commissario.

Debbo, tuttavia, ammettere che questa mattina abbiamo tutti l'aria un po' più rinco del solito ed a nulla vale il caffè gentilmente “non offerto” dalla Lilia per svegliarci; senza contare che in 5minuti5 è difficile – per non dire impossibile – riuscire a trangugiare il caffè ed andare in bagno e, tra le due cose, si deve scegliere. Molti di noi rinunciano al caffè, mentre la Lilia non rinuncia all'euro che cadasette siamo costretti a versarle prima di uscire. Una voce incontrollata del kartodromo, una cd. 'gola profonda', vuole che la Lilia ricicli i caffè non bevuti per i nuovi avventori: diavola di una Lilia, non ci fosse bisognerebbe inventarla!

Essendo, oramai, entrato a far parte del gruppo per dimostrato sprezzo del pericolo, decido di fare un passo oltre, mostrando loro la mia buona volontà di saperne di più del faaaaaaaantastico mondo delle due ruote.

Umile e reverente, quindi, mi appropinquo a big Ale, che oggi mi pare più grosso del solito per quanto insista a vestirsi di nero, un po' per incutere “più carisma e sintomatico mistero", rispetto e – perché no? - terrore, un po' perché, si sa, il nero snellisce.

In un eccesso di ruffianeria, per far colpo sul 'capo', in settimana mi sono cercato su wikipedia il significato di 'motard' ed ho cercato di imparare a memoria quanto più possibile.

“Ehi, big (ndr. tra commissari, ma solo tra commissari è lecito chiamarsi con nomigliosi, purché rispettosi del grado e mai volgari), ma è vero che – e parto col pistolotto - … il termine supermotard (a volte sostituito da supermoto o motard) si riferisce ad un particolare tipo di moto e competizione (il termine Motard viene usato per le moto con queste caratteristiche, ma non da competizione, salvo rare eccezioni)?"

Big Ale resta un attimo, ma solo un attimo, interdetto dal mio esagerato ed inaspettatato sapere ed io, sperando non si riprenda dal suo stato di torpore mattutino, proseguo senza riprendere fiato: "Correggimi se sbaglio, ma … l'etimologia di supermotard deriva dalla parola Motard, una parola francese di argot, entrata ormai nel parlare comune. Significa genericamente motociclista, ma indica quel tipo di motociclista che va in motocicletta su strada con qualsiasi tempo, spesso in gruppo, e che non disdegna la messa a punto e l'elaborazione sulla sua moto”.

Riprendo un attimo il fiato e riparto col gran finale: “In origine le moto da Motard erano dei cross che montavano una gomma posteriore larga stradale. Questo genere di moto nasce come competizione motociclistica vera e propria (in America con il nome di Superbikers) diventando solo negli anni Novanta un genere di moto a sé stante e destinato alla produzione, diffondendosi poi molto rapidamente in tutto il mondo “.

Lo sguardo di big Ale, quando ho terminato lo sproloquio, è un misto di ammirazione e sorpresa, di diffidenza e sospetto: da una parte non si aspettava una mia simile sortita, dall'altra intuisce che non è tutta farina del mia sacco e d'istinto teme di essere gabbato, anche se non capisce come.

Nel dubbio, per non vedere sminuita la sua figura agli occhi del drappello di fedeli, ha una sortita geniale (non per nulla è 'il capo'): “Ah, senti … bravo … come premio per la tua buona volontà ti permetto di pagarmi il conto ...”.

E' in casi come questi che ho la vaga sensazione che ad essere gabbato sia stato io!

Mi avvio al bancone dove troneggia Laila 'la platinata Platinette di Busca' e le dico che mi offro di pagare il conto di big Ale.

Alla padrona di casa non par vero e, prima ch'io abbia tempo di tornare sulla mia generosità, tira fuori dal cassetto un quadernaccio che reca sul frontespizio un minaccioso titolo “conto di Ale”. Insomma, tutto un quaderno pieno di conti da pagare risalenti a Dio solo sa quando.

Mi faccio forza ed ammetto di non aver tanto contante “... magari la settimana prossima …”.

Di Laila si può dire tutto, ma non che non cerchi di venire incontro alle difficoltà dei clienti, ed infatti: “Non hai contanti? Non è un problema: accettiamo bancomat, carte di credito, tickets restaurant, assegni e cambiali!” … tanto generosità non commuove anche i Vostri cuori di pietra?

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


mercoledì 15 settembre 2010

150. La catabasi del commissario Marmittoni (parte 2/2) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Beh, miei Cari, vorrei descriverVi come altre volte l’andamento dell’inquietante manifestazione, ma gli spunti offerti sono tanto scarsi che la noja presto prende il sopravvento.

Mentre, nelle altre occasioni, la speranza che un pilota potesse cadere offrendo il pretesto di una bella sbandierata (ndr. ricordateVi che il commissario di gara è per sua natura cinico e spietato) oggi si prospettano almeno 8ore8 assolutamente immobili … col freddo che avanza e nere nubi all’orizzonte che, ghignanti, si avvicinano, montando vieppiù il gonfiore tipo majonese impazzita.

C’è chi, non pago di cavalcare dei ferri da stiro tenuti insieme con lo spago, si è pure agghindato a festa, ci sono allegre famigliole che si alternano alla guida dei sidecar, c’è chi, invece e manco a dirlo, perde i pezzi.

Alla fine di ogni sfilata, solerti e spinti dalla cieca volontà di sopravvivere al freddo ed all’umidità, ci prodighiamo per ripulire la pista da viti e bulloni.

Durante la pausa pranzo confrontiamo i trofei raccolti.

Big Ale si esalta per aver trovato un freno, Gianluca fa bella mostra di un pedale, Anna è fiera ed orgogliosa per aver raccolto addirittura una marmitta, Cecco ha raccolto una sciarpa.

Francesco I ha lo sguardo perso nel vuoto, le narici cosparse di polvere bianca ed il sacchetto della calce mezzo vuoto.

Ed il Vostro? Il Vostro, che sino a mezzogiorno è rimasto a mani vuote, proprio all’ultimo momento è riuscito a mettere le mani su una dentiera, suscitando l’ammirazione e l’invidia degli altri commissari. E’, peraltro, ovvio che il Vostro, in segno di assoluta sottomissione al capo-branco, ne ha fatto cadeaux (ndr. vuol dire regalo, omaggi per quanti di Voi non conoscessero lo spagnolo) a big Ale, il quale ha ringraziato con un “Ah, senti … comunque l’avevo vista prima io!”.

Il pranzo offerto dalla casa non delude le aspettative.

Una piadina che ha conosciuto tempi migliori ed una pagnotta stantia che una volta aperta, a fatica, rivela un blocco di mortazza dall’inconfondibile sapore di burro di yak: non ho mai assaggiato il burro di yak, ma sono sicuro che ha lo stesso sapore!

Semmai la nostra attenzione è attirata da un pilota – lo deduciamo dalla tuta che indossa – che gli amici al bancone chiamano ‘il Braciola’ in ragione dell’orecchio destro che sembra essere stato ustionato.

Francesco I, in un attimo di lucida lucidità ipotizza che abbia risposto al telefono mentre stava stirando e nessuno di noi osa contraddirlo considerato il suo evidente stato di agitazione (ndr. il pacchetto di calce è completamente vuoto ed insiste per averne un altro).

Sono quasi le 17 e, come scriverebbe chi sa scrivere, iniziano a calare le prime luci della sera, quando capiamo perché ‘il Braciola’ è chiamato ‘il Braciola’.

Egli è il secondo pilota di un sidecar, quello – tanto per intenderci – che non guida, ma se ne sta al fianco del guidatore ed il cui compito è impedire che il mezzo ribalti. Per fare ciò egli, con giravolte degne della più raffinata arte circense, saltella ora da un parte, ora dall’altra, sino ad allungarsi completamente sull’asfalto ed a raschiare la pista con l’orecchio, il sinistro per la precisione. Piroette che egli esegue rigorosamente senza casco ... "perché il casco è da femmine", sostiene!

E l’odore che si spande per l’aria non è quella del carburante, ma odore di pelle di pollo bruciata: massimo rispetto ed ammirazione per ‘il Braciola’!

La giornata volge lentamente, inesorabilmente ed inevitabilmente al termine.

Alle 19 la pista è completamente avvolta dal buio e solo qualche temerario non diserta l’occasione di fare un ultimo giro di pista; peccato che, per risparmiare sulla bolletta, la Laila si sia arcignamente rifiutata di accendere i riflettori.

Per fortuna, alle 19.30 lo sciò è finito e troviamo rifugio nel bar, dove ritiriamo i nostri 50euro50 cadauno, cadadue, … cadaotto.

Il Gianluca si azzarda a chiedere quanto costa una lattina di ‘oca’ola, ma quando gli viene detto il prezzo (ndr. 3euro3) se la cava con un magnifico “Nonnò, era tanto per sapere se avete delle ‘oca’ole, … magari la prossima volta … così evito di portarmele da casa …” e mesto, raggiunge big Ale, Anna ed il Vostro in auto.

Mentre ci allontaniamo dal circuito, vediamo una coppia di fari che si allungano sulla pista tracciandone il percorso: è il direttore di gara che si concede il lusso di un ultimo giro ... è il suo giorno di gloria, domani tornerà a fare l'impiegato all'ufficio postale dove lo attendono 5 anni alla pensione!

Il rientro è fiacco come è giusto che sia dopo una giornata di lavoro e solo il mio rispetto per Voi lettori m'impedisce di farVi pesare che mentre noi si stava al freddo ed all'umido, Voi ve ne stavate al calduccio, ma tant'è ...

Mentre vedo scorrere via le luci lungo la strada, sento il rancico sapore del burro di yak che ancora mi si scioglie in bocca: a volte è una fortuna non avere una ragazza ... a meno che non sia nepalese o tibetana, ... ovviamente!


NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.