mercoledì 27 ottobre 2010

171. "Chi l'avrebbe mai detto?!" (parte 3/5) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Dopo una cinquina di minuti il primo a parlare è Cecco: “Ahò, siamo d'accordo che a Bimbo Gigi si dice nulla dell'errore di direzione: quello ci smerda per le prossime gare sino a Natale!”.

"Non potrei essere più d'accordo: Bimbo Gigi è più che simpa-simpatico, ma altrettanto fete-fetente!” gli ribatto.

Quando arriviamo Bimbo Gigi è già ad accoglierci manco fosse il padrone di casa.

Ironico e beffardo cerca di canzonarci perché siamo arrivati sul filo di lana e, sibilante, ipotizza perfidamente ghignante che noi ci si sia persi; posti di fronte all'alternativa se buttarlo in un cassonetto della spazzatura e mentire sapendo di mentire, optiamo per questa seconda soluzione e, volendo fare i grandiosi, gli diciamo che avevamo pensato di impiegare più tempo del previsto, quindi ci siamo concessi un caffè in paese e firmato qualche autografo ai bambini increduli di cotanta disponibilità da parte dei commissari di percorso: dopo tutto siamo per la raccolta differenziata!

Ecco, devo ammettere che Bruino è cosa ben diversa da Busca: se anche non avete presente il kartodromo di Busca, beh, quello di Bruino è esattamente l'opposto: immerso nel verde, piscina e giochi tipo spiaggia, posto auto, bagni puliti, caffè a 80cents (dicasi 80cents!), una bava di vento che attenua il caldo di fine luglio, usignoli che cinguettano …

Vi confesso che, memore dei simil-panini di Busca, avevo confidato di 'scroccare' un lauto pasto da un tale che conosco e so abitare a Bruino ed, invece, il vile Maurizio (ndr. così si chiama 'il vile') cosa mi combina? Avvertito che quel fine settimana sarei stato in paese, piuttosto che offrirmi pranzo e/o cena non mi preferisce anticipare le vacanze e partire per la Corsica: ma Vi rendete conto ... l'infame?

C'è gente veramente irriguardosa in giro e, forse ma senza forse, è anche per questo che il Paese è allo sfascio!

Poco male, meglio soli che mal accompagnati, anche perché Bimbo Gigi ci dà una notizia inaspettata: gli organizzatori della due giorni sono i toscani che avevano organizzato il MotorFest all'Oval Lingotto, quindi … pappa a volontà!

Per essere sicuri che Bimbo Gigi non voglia coglionarci – si sa che i bambini sono usi dire bugie immotivatamente – andiamo a sincerarci personalmente della buona nuova ed abbiamo l'inusitato piacere di avere la conferma: sono loro e Bimbo Gigi è salvato una seconda volta dal cassonetto!

A giudicare dalla deformazione di una delle pettorine che ci vengono offerte non c'è dubbio che una di quelle che ci vengono offerte sia quella indossata da big Ale e dall'inconfondibile odore di bue muschiato è altrettanto facile dedurre – non ci vuole un genio anche perché, ci volesse, saremmo in difficoltà – che la pettorina non è stata lavata! (ndr. vedi post 156 ss. )

Adducendo la scusa che nessuno di noi oserebbe indossare una pettorina indossata da big al per doveroso rispetto, scegliamo tra quelle che restano.

Iniziamo a prendere confidenza con la pista, decidiamo quali punti potrebbero essere pericolosi e dove, quindi, andremo a piazzarci (ndr. lo decidiamo in ragione dei refoli di vento delle correnti d'aria, ombreggiatura, vicinanza con alberi a bordo pista per eventuali 'scarichi d'acqua', vista su bar ed eventuali spettatrici attratte dal fascino delle pettorine dei commissari di percorso).

Il fatto gli è che, a parte il fatto che 3commissari3, per quanto bravi ed esperti come noi, sarebbero stati comunque insufficienti per coprire tutto il perimetro del percorso, è altrettanto vero che ci vorranno almeno altri 3 commissari per rendere la gara qualcosa di serio.

E già, perché questa volta – non Ve l'avevo ancora detto, ma l'avrei certo fatto – abbiamo a che fare col Campionato Italiano Minibike Motard 2010, “Challenge Mobster” - round 4, mica pizze e fichi, con prossimo appuntamento in Slovenia … e noi 3 mica vogliamo far sfigurare il nostro BelPaese … senza considerare che a sfigurarlo ci pensano già a Palazzo Graziololi e monte Citorio!

Insomma, con fare determinato raggiungiamo il direttore di gara, il maestro delle danza, e gli sottoponiamo il nostro disappunto per la disorganizzazione … “perché noi siamo gente seria e non siamo abituati a lavorare coi dilettanti! Eccheccavolo!!!”.

Ora mi è d'uopo fare un po' di chiarezza, perché è certo che molti tra Voi potrebbero voler fare i saputelli ed osservare che 'mobster' è un termine slang di lingua inglese sinonimo di gangster, definisce, più specificatamente, una persona appartenente a una gang di malavitosi di stampo mafioso e che, inorriditi, affermeranno che il Vostro sia entrato in un giro malavitoso e sinora il Vostro Vi abbia turlupinato parlando di moto e marameggiandosi col titolo di commissario.

Orbene, a costoro, mai ve ne fossero, io mi limito a ribattere – sì garbatamente come Voi mi sapete essere garbato – che il Mobster Challenge è stato ideato per dare la possibilità a tutti i possessori di una Pit Bike Mobster Motard di poter gareggiare a parità di mezzo e condizioni.

Il termine supermotard (a volte sostituito da supermoto o motard) si riferisce ad un particolare tipo di moto e competizione (il termine 'motard' viene usato per le moto con queste caratteristiche, ma non da competizione, salvo rare eccezioni).

L'etimologia di supermotard deriva dalla parola Motard, una parola francese di argot, entrata ormai nel parlare comune. Significa genericamente motociclista, ma indica quel tipo di motociclista che va in motocicletta su strada con qualsiasi tempo, spesso in gruppo, e che non disdegna la messa a punto e l'elaborazione sulla sua moto: ma quante ne ho imparate in questi mesi? Tzè!!!

(segue)
NON e` una storia di pura invenzione.

Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


lunedì 25 ottobre 2010

170. "Chi l'avrebbe mai detto?!" (parte 2/5) - Le inchieste del commissario Marmittoni

In auto il Cecco si trasforma, forse perchè si sente protetto come un bimbo nel liquido amniotico: l'auto ha su di lui un 'effetto placenta'!

Parla come uno straripante fiume in piena, inizia a raccontarmi della sua vita e del suo lavoro; io cerco di parlare, ma è come cercare di fermare una diga che esonda, o bloccare le acque rotte di una partoriente.

E' fiero del suo tom-tom che dà indicazioni stradali imitando il co-pilota di un'auto di rally, peccato che dia indicazioni sbagliate e/o in ritardo, pe. ad incrocio superato, costringendo a quelle che la voce gracchiante del sistema di navigazione UPS portatile per auto (ndr. non volevo ripetere 'tom-tom' per non essere accusato di pubblicità occulta) definisce 'immediata derapata' ed inversione ad U: “su corso Principe Oddone? A senso unico per i lavori di copertura del passante ferrroviare? Uè, Cecco, non dare retta a quello stronzo!!!”.

Altra caratteristica peculiare del Cecco che sto imparando a conoscere è che il Cecco ama la musica, ma non Vi so dire quale perché tiene l'autoradio ad un volume irragionevolmente basso, così basso che nemmeno appoggiando l'orecchio alla cassa si riesce a capire se la radio è accesa o meno.

Eppure lui si ostina a dirmi in tono esaltato: “Senti questa! Senti questa: è fortissima!”.

Le cose sono tre:

  1. ha un udito più sviluppato del mio e Cecco potrebbe essere la reincarnazione di un delfino: il senso dell'udito dei delfini è molto sviluppato e permette ai delfini di udire una gamma di suoni più ampia di quanto non sia possibile a noi umani: possono infatti percepire sia ultrasuoni che infrasuoni;

  2. il mio udito è andato peggiorando: io sto invecchiano e si sa che la sordità è una delle problematiche più comuni che affliggono gli anziani. 1 adulto su 3 con più di 60 anni e il 50% sopra gli 85 anni riporta sordità. I problemi di udito possono rendere difficile capire e seguire le istruzioni del medico, rispondere ai segnali di allarme, sentire il campanello della porta, il citofono, il telefono. Possono inoltre rendere difficile conversare tranquillamente e piacevolmente con familiari e amici. Tutto ciò può esser frustrante, imbarazzante e a volte pericoloso;

  3. l'autoradio è effettivamente spenta ed il Cecco mi sta coglionando!

Inizio anche a nutrire dei dubbi sul suo senso dell'orientamento, perché ho come l'impressione che, nell'ultima mezz'ora, siamo già passati almeno tre volte davanti allo stesso negozio di mobili, senza considerare che se è vero com'è vero che Bruino è a 20 km, dovremmo quasi essere arrivati, mentre la tangenziale è ancora bell'e lontana.

Si prospetta un fantastico fine settimana!

Comunque sia, alla fine riusciamo ad imboccare la strada che porta alla volta di Bruino/Rivalta e dovremmo essere ancora in tempo per non esordire sulla pista con colpevole ritardo.

Cecco non manca di rassicurarmi: il suo satellitare – così dice – è di precisione svizzera.

Io ho i miei fieri dubbi (ndr. non ho mai capito perché i dubbi debbano essere 'seri', al limite saranno 'dubbiosi') quando ci si inizia ad inoltrare per viuzze sempre più strette e, quindi, la strada finisce in aperta campagna.

Tornati che siamo sulle nostre ruote (ndr. fossimo venuti a piedi avrei scritto “sui nostri passi”), chiediamo indicazioni ed i nostri indicatori si trattengono a stento dalle risate e capiscono che siamo degli sprovveduti cittadini, quando indicando un cartellone delle dimensioni di un palazzo di 4piani4 ci aiutano nella lettura così come una mamma aiuterebbe un bambino e scandiscono all'unisono “kar-tro-domo-di-bru-i-no” e chiudono in modo beffardo: “La vedete quella freccia con la punta verso destra? È la direzione da prendere!”.

Educatamente ringraziamo, risaliamo in auto e ci allontaniamo a testa bassa tra le risatine dei villani villici.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.

Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


venerdì 22 ottobre 2010

169. "Chi l'avrebbe mai detto?!" (parte 1/5) - Le inchieste del commissario Marmittoni

24 - 25 Luglio 2010, Busca

Sottotitola automotornews.it del 29 luglio: Dopo la festa di sabato sera che ha riunito tutti i piloti ed accompagnatori, il week end di Bruino ha confermato che questa tappa ha un sapore magico.

Sole e una temperatura mite hanno accompagnato le due giornate a conferma di un evento veramente speciale”.

Inizio a pensare anch'io, veramente, che la stampa italiana sia prezzolata e che i giornalisti siano dei pennivendoli, perché nell'articolo non si riconosce, ma neppure si cita – manco per errore - l'insostituibile ruolo e la preziosa collaborazione dei commissari di percorso!

Lo ammetto, big Ale non è più quello di prima, ammesso che mai lo sia stato: anche in quest'occasione il boss da forfait ed a ranghi ridotti andiamo per quella che sarà la nostra ultima sbandierata prima della meritata pausa estiva: anche i commissari godono di meritate vacanze e, forse (ndr. ma anche senza 'forse'), anche più degli altri.

Questa volta la scarrazzata mi viene gentilmente offerta da Cecco, il più taciturno del gruppo: “per fortuna - mi dico, senza neppure tanto bisogno di convincermi - il tragitto è breve” (ndr. una 20inata di km da Torino).

L'appuntamento è in piazza Statuto alle 07.30, orario più che dignitoso ed una vera goduria per chi, come il Vostro, è abituato/costretto a levataccia alle 05.00 per aver l'onore a pochi prescelti riconosciuto di andare a sbandierare.

Sono tra lo stupito ed il basito nel constatare che a detta ora la popolazione che si aggira tra portici, vie e piazze del centro della cittadina sabauda è prevalentemente femminile, giovane e femminile: o è un ultimo sussulto di testosterone e la lunga forzata astinenza inizia a farmi avere delle visioni, o la spiegazione è che a quell'ora le commesse dei negozi si muovano in ordine sparso per raggiungere il luogo di lavoro.

A quest'ultima conclusione giungo quando constato che tutte queste giovani ragazze sono, ecco, come posso dire … 'intelligenti e sensibili', perché Voi lo sapete, io nelle ragazze cerco soprattutto l'intelligenza e la sensibilità: la bellezza passa, un viso appassisce col passare del tempo come un petalo di rosa.

Insomma, io sono lì, assorto nei miei sommi pensieri, quand'ecco che lo stridore di una frenata alle mie spalle mi riporta alla realtà ed al dovere: è arrivato il Cecco!

Come in altra occasione ebbi a segnalarVi, il Cecco è tipo introverso, ama gli spazi isolati, esce dalla tana nella quale si rifugia solo in rare occasioni; la sua istintiva timidezza viene superata colo quando vede facili ed indifese prede femminili, occasioni nelle quali si trasforma sì ocme il dott. Jekyll vestiva i panni in mr. Hyde.

Voi lo sapete, questo è un comportamento che disapprovo profondamente ai limiti del biasimo: non dico di non aver avuto nella mia adolescenza siffatti deplorevoli comportamenti, ma mi ritengo fortunato ad aver raggiunto quella sorta di distacco dai bassi piaceri materiali e dalle facili lusinghe che la società d'oggi offre (ndr. basti vedere lo sprezzante uso che del corpo femminile viene fatto dalla pubblicità): oggi io mi ritengo fortunato nel godere di una piacevole chiacchierata con gli amici, della visione di un buon film, della lettura di un libro scoperto in una vecchia libreria, dell'ascolto solitario del Canticum novissimi testamenti per 8 voci, 4 clarinetti e 4 sassofoni (ndr. Luciano Berio, 1989).

Ah, se solo avessi potuto conoscere prima codesta serenità e tranquillità di spirito!

Che ci crediate o meno, il Vostro è capace di parlare per ore di politica, religione, questioni sociali, opere letterarie e/o musicali e/o filosofiche e/o di politica e/o di moda e/o di quesioni morali e/o di cultura in genere e/o di poesia e/o dell'ultimo film programmato e/o dell'ultimo libro pubblicato senza accorgersi che la sua interlocutrice è quella che molti maschi definirebbero un “gran pezzo di gn %*?" ovvero quella che i più, volgarmente, definiscono una "straf%#a”.

Ecco, alle gentili Lettrici io, a nome dei maschio, umilmente chiedo perdono per detti comportamenti primitivi!

Ma, come Vi stavo dicendo, quand'è con rappresentanti del suo genere (ndr. maschile), il Cecco torna istintivamente a richiudersi nel suo guscio, per cui capirete che la sua apparizione non provoca in me particolare entusiasmo, per cui mi limito a sollevare mollemente l'avambraccio (ndr. quello destro) ed a salutarlo con un sibilante “Ueeeeecchissivvede ...”.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


mercoledì 20 ottobre 2010

168. "... magari la prossima volta! (parte 6/6) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Anche questa domenica se ne va pigramente finendo e sembra che anche questa volta noi commissari si riesca a superare l'ardua prova: come ho già avuto modo di spiegarVi, non c'è pioggia, tornado, uragano, tifone, carestia, sommossa popolare, invasione di cavallette, moria delle vacche, incendio che possa bloccare un bravo commissario di pista.

Se egli non gliela dovesse fare, vuol semplicemente dire che era inadatto al ruolo ed a cotanto onore!


Se mi sono lasciato un margine di riserva scrivendo quel 'sembra', è perché sul Massimo ho qualche dubbio; ma, non dovesse superare la giornata, una cosa è certa: egli resterà sempre nei nostri cuori!

Oggi sembra essere la giornata fortunata di Fra' I: non solo egli trova un accendino per terra, ma, poco dopo, anche una palla ed un ombrello lasciato incautamente appoggiato ad una sedia.

Ora, io cerco di fargli notare che, con ogni probabilità, è stato lì lasciato da qualcuno e che questo qualcuno potrebbe essere il legittimo proprietario quell'oggetto che troviamo in commercio in varie tipologie e prezzi, a seconda della struttura e della firma ed il cui nome dichiara la sua funzione originaria di parasole, ma Fra' contrappone un fine ragionamento giuridico, dicendomi: “Qualunque cosa mobile di pregio … scoperta solo per effetto del caso … appartiene per metà al proprietario e per metà al ritrovatore … ed io non vedo alcun proprietario, mentre vedo un ritrovatore: ME!”. (ndr. vedi art.932 cod.civ.)

Ve lo confesso, in Fra' mai avrei sospettato tanto acume giuridico, anche se, ad essere sinceri, mi pare che nel suo disquisire vi sia qualche pecca; certo è che mi inchino di fronte al suo sapere, mentre Fra' ripone l'ombrello nello zainetto e si allontana furtivo.

Io, rialzatomi dall'inchino, per prima cosa controllo di avere ancora il portafoglio … non si sa mai!

Ha dell'incredibile, credetemi, stupisce più me che Voi e per stupire il Vostro ce ne vuole: a fine giornata il Massimo è arrivato, non in perfettissime condizioni, è vero, ma è altrettanto vero che in perfettissime condizioni non l'ho mai visto.

Per il viaggio di ritorno mi tocca ancora una volta salire nella scatoletta metallica dei tre che potrebbero rappresentare l'anello mancante tra l'uomo di Neanderthal e l'homo sapiens.

Non so se sia l'effetto della Maria Giovanna che in qualche modo devono aver pure fumata viste le loro pupille ed audite le loro sghignazzate, ma durante il viaggio di ritorno mi ritrovo con tre fini critici musicali che avrebbero qualcosa da insegnare persino al Massimo Mila (*).

Insomma, abbandonata l'euforia del giorno prima per l'Heavy Metal, il tre si abbandonano all'ascolto di un gruppo musicale che va per la maggiore tra i giovinastri d'oggi, tali Muse.

Carissimi e Carissime, avreste dovuto sentire le tre prove viventi della natura matrigna che tanto il Giacomo (ndr. Leopardi) andava cercando: confronti inappropriati e fuori luogo con i Queen, citazioni dotte e gratuite con passaggi riascoltati fino allo sfinimento di una composizione che si avvicinerebbe a Sciopen (ndr., lo scrivo come lo scriverebbero i tre novelli critici musicali).

Se non altro il Vostro non ha modo di annoiarsi, per quanto Egli è ben felice quando si ritrova a metter piede a terra nella mai tanto amata via Nizza, aniamata di voci e colori, di spacciatori dallo sguardo felino ed improbabili prostitute magrebine, da venditori al dettaglio di pane arabo e non che tirano fuori da sacche enormi e negozi di kebap.

Li vorrei baciare tutti … magari la prossima volta!


(*) (Torino, 14 agosto 1910 – Torino, 26 dicembre 1988) è stato un musicologo, critico musicale ed intellettuale italiano

Fine

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Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


venerdì 8 ottobre 2010

167. "... magari la prossima volta" (parte 5/6)

Considerando che dovremmo già essere a bordo pista e conoscendo la venalità dei miei colleghi, decido di dissolvere tutti i loro dubbi ponendo loro una nuova quistione: “Se dovessero esserci dei casini, sbaglio dicendo che non ci chiamerebbero più e che, quindi e pertanto, … (pausa d'effetto) … addio grano, pecunio, dindi, palanche … insomma ... i 50euro50 !!!”.

Il breve ragionamento trova i quattro moschettieri pienamente concordi e, ad una sola voce mi sento domandare: “Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo faremo”.

Bene – intima il Vostro mettiamo le tre imitazioni d'ominide in postazioni tra loro lontane e non lasciamoli soli durante la pausa!”.

I tre sono perplessi, probabilmente pensano che io mi preoccupi che, inesperti come sono, abbiano bisogno di avere vicino qualcuno che li aiuti durante la gara e che non voglia si sentano soli ma accetti durante quella che Laila si ostina a chiamare 'pausa-pranzo' (ndr. vedi puntata precedente).

Ma tant'è, quello che loro interessa è la vile pecunia; sarebbero certamente disposti a vendere i propri figli per 30 denari, non rendendosi conto che la vita è fatta di ben altro: l'amicizia, la serietà, l'altruismo, una sana lettura, i propri cari, …

Mi ero dimenticato di dirVi, mie Care Lettrici, miei cari Lettori, che uesto fine settimana propone una gara di scooters, nientepopodimenoché ... il mitico Trofeo Malossi, laddove 'mitico' è l'aggettivo che viene aggiunto solo dai fanatici di questa motoretta con telaio strutturato in modo da riparare il conducente, ruote piccole o non troppo grandi, motore coperto(ndr. semplicemente non volevo

Ci sono scooters per tutti i gusti, per tutti i palati, il Trofeo Malossi fa le cose in grande e non manca una categoria: 125, Maxi Scooter, 80, Gp80, Trofeo nazionale Scooter VelocitÃà, Scooter Matic Extreme, SuperScooter, ...

Degli scooter che si inseguono tra loro su una pista, scomodando persino dei commissari mai avrei anche solo immaginato vi fossero gare su pista per motorini e, dopo aver visto la gara di moto storiche posso anche morire felice, certo di aver visto di tutto ... cose che .che Voi umani (ndr. nel seno di 'non commissari') non potreste immaginarVi ... altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione ... raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser....

Tutti quei ... momenti andranno perduti nel tempo ... come … lagrime … nella pioggia, ma quello che ho visto a Busca resterà per sempre!

Orbene, dovete sapere, se già non lo sapete, che lo scooterista è tra i piloti più aggressivi che Vi possa capitare di conoscere.

Hanno la stessa propensione all'omicidio dei piloti di cross, ma guidano … degli scooter.

Insomma, se avessi dovuto anche solo immaginare esistessero gare per motorini, avrei pensato a ragazzini o persone di una certa età con la pancetta che giuocano a fare i ragazzini.

Invece no: il colpo più leale è scalciare il rivale per farlo cadere - possibie tralmente in curva o quando alle spalle sopraggiungono altri concorrenti per far travolgere il malcapitato, ma non mancano i colpi sui caschi con grande clamore di metallo.

Siete lungo una strada provinciale e sentite un batti e ribatti ritmico in lontananza? Statene pur certi: non lontano si sta svolgendo una gara di scooters!

Quando ci riaggregriamo dentro il bar alle tre imitazioni mal riuscite di involuzione del genere umane, non ti trovo spurgo n.1 che spiega a spurgo n.3 quello che gli avevo spiegato il giorno prima spacciandolo (ndr. in questo caso non avrei saputo né potuto trovare verbo migliore) come farina del suo sacco, senza nemmeno non dico versarmi le royalties, ma neppure chiosare con un tanto rispettoso quanto doveroso “Tutto quello che so lo devo a lui” (ndr. indicando il Vostro).

Poco male, io – Voi dovreste aver imparato a conoscermi – non sono il tipo che se la prende per queste cose; semplicemente vado alla cassa, ordino caffé e cappuccino per tutti i presenti (ndr. una 30ina di persone), ampie scorte d'acqua per i commissari (ndr. esclusi i tre microcefali) e dico che pagherà spurgo n.1!

Con mio ed oserei dire nostro grande stupore durante questa seconda giornata abbiamo rifornimenti adeguati e costanti d'acqua: ghiacciata e rigorosamente gasata … come piace a Bimbo Gigi.

Ma il calore di oggi è veramente insopportabile, lo sarebbe anche per la gloriosa legione straniera: a fine giornata il Vostro si è sgallonato la bellezza di 4.5 litri di H2O … gasata! Ma noi commissari si fa di tutto per resistere, per adempiere la nostra missione: cedere sarebbe un disonore, un'onta!

Il Massimo, per superare nel non peggiore modo possibile l'ardua prova, continua a cospargersi di crema abbronzante, ma, nel primo pomeriggio, anche le ultime scorte finiscono e quando mi giro verso la sua postazione verso le 16.00, mi pare di vedere come una massa gelatinosa che lentamente – ma neppure troppo – si squaglia ingloriosamente ed inerosabilmente come un gelato caduto per terra sotto il solleone (*)


(*) Il termine "solleone" è sinonimo di canicola.

La canìcola rappresenta il periodo di caldo afoso e opprimente delle ore centrali della giornata, caratterizzato da alti valori di temperatura e umidità e assenza di vento.

Il nome deriva dal latino Canicula ("piccolo cane"), ovvero la stella più luminosa (Sirio) della costellazione del Cane Maggiore, che sorge e tramonta con il Sole (levata eliaca) al 24 luglio al 26 agosto (il periodo appunto della "canìcola").

(segue)

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166. "... magari la prossima volta" (parte 4/6) - Le inchieste del commissario Marmittoni

L'indomani è una delle più torride domeniche di luglio che mente non necessariamente umana ricordi.

Ai due sottoprodotti del genere umano se ne aggiunge un terzo loro amico: ah, però, non ci facciamo mancare proprio nulla!

L'aggregato è una collezione umana di piercing e già m'immagino lo spasso mai dovesse passare attraverso un metal detector.

Se non altro questo ha qualche segno di vita, chè i due il giorno prima si sono rivelati dei campioni di mutismo.

Dopo nemmeno una 20ina di minuti, senza neppure chiedermi se il Vostro sia, in incognito, un agente della D.I.A., un carabiniere dell'antidroga, una agente della Finanza, tira fuori una caccola indurita, diligentemente – nell'ordine – la scalda indi la grattugia con l'unghia lunga e sporca, si rolla il suo bel cannoncino ed inizia il suo viaggetto pieno di risate, risatine e risatone.

Come se non bastasse, di tanto in tanto, allunga il pistolotto al guidatore ed anche lui inizia a ridacchiare faceto e garrulo.

Ecco, vedete, io non sono un moralista, un bacchettone; quello che mi limito ad osservare è che le nuove generazioni, quelle che dovrebbero pagare le nostre quanto mai improbabili pensioni sono spaesate, confuse, ma - soprattutto – maleducate, egoiste ed avare: nemmeno mi hanno offerto un tiro!

Ebbene sì, anch'io mi ritrovo oggi come oggi a pensare che ai miei tempi era tutta un'altra cosa e che le nuove generazioni sono senza speranza.

Come se non bastasse mr. Puntaspilli lancia la brillante idea di 'farsi' qualche bottiglia di birra in quella che eufemisticamente potremmo definire 'pausa-pranzo' (ndr. l'avverbio 'eufemisticamente' è riferito al pranzo), condita da qualche rollata libera.

Ad ogni buon conto, mi preoccupano nell'ordine: 1. la specie di ominide alla guida arrivato al suo secondo spino; 2. l'auto dei carabinieri che da qualche minuto ci sta seguendo; ed il Vostro riscopre la propria religiosità sopita temendo di finire fuori strada e di passare il resto di quella che per Voi è stata con ogni probabilità una tranquilla domenica al mare (ndr. ma non voglio che Vi sentiate il colpa perché io lavoro) dietro le sbarre in compagnia di qualche sadico-maniaco.

Cerco, abbastanza affannosamente e disperatamente, di ricordarmi qualche preghiera in latino che mi avevano 'imparato a scuola (ndr. ebbene sì, il Vostro ha frequentato una scuola cattolica – l'avreste mai detto - ma a mia discolpa posso dire che dalla mia è uscito almeno un terrorista targato Bi Erre, sic!), sperando che il latinorum abbia più efficacia.

Abbandonata ogni speranza di far riaffiorare un pur vago ricordo (ndr. l'età può avere effetti devastanti), decido di giuocarmi alla disperata l'unico jolly che le Care Lettrici non potrebbero giuocarsi (ndr. a meno che un Caro Lettore non collabori): mi tengo stretti per tutto il resto del tragitto i gioielli di famiglia.

E la cosa sembra funzionare, perché dopo qualche minuto l'auto dei tutori dell'ordine ci supera senza fermarci ed arriviamo persino a destinazione.

Quando raggiungiamo gli altri Bimbo Gigi se ne esce con un irriverente: “Uè, ma stai bene? Sei pallido da paura …!”.

Ad essere sinceri – e quando mai non lo sono con Voi? - la botta finale me l'ha data il fetore di sterco del campo vicino al kartodromo: probabilmente per ripicca a causa del continuo rumore prodotto dalle moto, il contadino concima i propri campi durante tutto l'anno!

Per riprendermi decido di chiudermi una mezz'orata nell'auto dello sgorbio umano per lasciarmi cullare e coccolare dal ben più rassicurante profumo di cioccolata che lì dentro posso respirare.

Come rinfrancato da qualche profonda inalazione, quando esco raggiungo Bimbo Gigi, Fra I, il Massimo e Cecco e pongo loro la seguente quistione: “Solo, ma solo per curiosità, ammettiamo che succeda qualche casino provocato dai commissari di pista tipo irruzione dell'antidroga nel bel mezzo della corsa, big Ale quale nostro duce e condottiero avrebbe problemi?”.

I quattro restano un attimo interdetti, d'altra parte non sono mai stati dei fulmini a ciel sereno, per cui Bimbo Gigi prende la parola e se ne esce con una irrispettosa e recidiva considerazione che pecca di lesa maestà nei riguardi del nostro assente conducator (*) (ndr. vedi puntate precedenti): “Non capisco il senso della tua domanda, … ma, vabbé, nei casini ci va big Ale, mica noi ...”.

Sto per rispondere a cuor di coniglio (ndr. Bimbo Gigi) che quando i grandi parlano i bambini non devono interrompere, ma nessuno degli altri mi viene in soccorso, quindi, a stretto rigore è sono stato solo io a parlare.



(*) Conducător è forma sostantivale del verbo a conduce, figlio del latino ducĕre ("condurre") e affine agli italiani 'duca', 'doge' e 'duce'. Quest'ultimo termine, come appellativo di Benito Mussolini, fu la matrice di titoli analoghi quali il tedesco 'Fuhrer' e lo spagnolo 'caudillo' (rispettivamente per Hitler e Franco). Conducător è il loro equivalente rumeno

(segue)
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165. "... magari la prossima volta" (parte 3/6) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Effettivamente, big Ale non si sbagliava: i due che ci si fanno incontro sono gli indegni sostituti del big e di Anna.

D'altra parte, se anche non fossero stati loro, li avremmo trascinati con noi comunque, perché un capo non sbaglia e, nel deplorevole ch'egli sbagli, avrebbe comunque ragione.

Se il presidente dei presidenti di un motoclub un giorno si alzasse e decidesse che la terra è piatta o che i commissari di pista devono calzare due scarpe sinistre, ebbene, tutti i commissari andrebbero dicendo che la terra è rigorosamente piatta e calzerebbero due scarpe sinistre!

Adesso Vi insegnerò qualcosa che non Vi insegnano a scuola, né, tanto meno all'università, ma che alcuni di Voi – i più sagaci ed attenti osservatori della realtà per quello che essa è – avranno capito: il capo ha sempre e comunque ragione, anche quando sbaglia!

I due hanno un aspetto decisamente curioso: per quanto dimostrino una 25ina d'anni, vestono come usano i giovini d'oggi che la scienza ha dimostrato appartenere alla cultura hip-hop-hoplalà.

Cavallo dei pantaloni ad altezza ginocchio, vita degli stessi pantaloni abbassata in modo da far vedere la mutanda sporca, catenacci al collo e cappellino di 3-4 misure in meno.

Se non altro questi strani esemplari del genere umano hanno un pregio: far apparire la scalcinata ed improbabile squadra di noialtri (ndr. loro esclusi) dei piccoli lords.

Non avendo nessuno dei miei colleghi l'ardire di andare in auto con loro, tocca al più coraggioso l'ingrato compito: ovviamente al Vostro.

Al solito mi sono svegliato prestissimo – quando tutti Voi stavate ancora dormendo, ma non voglio farVi sentire in colpa – e medito di dormicchiare in auto per un'orata.

Peccato che, come spesso capita ai migliori propositi, essi vadano a cozzare contro la dura realtà: per tutto il viaggio, volendo dare un senso al detto 'l'abito non fa il monaco' invece di concedermi un rispettoso silenzio sì conciliante col sonno, i due appartenenti (forse) alla sottospecie del genere umano decidono di sparare a balla per tutto il tragitto musica heavy metal.

Sono tentato di liberare il nostro povero pianeta dalla presenza di questi due foruncoli sulla faccia della terra, ma sono troppo stanco e, nonostante le casse dello stereo siano proprio dietro la mia testa, mi schianto dal sonno sul sedile.

Poco prima di arrivare al kartodromo mi faccio prendere da un ingiustificato scrupolo di coscienza e spiego ai due scarti dell'umanità l'A, il Bi e persino il Ci dello sbandieramento; i due dicono di aver capito, ma, considerando la fissità dei loro sguardi tipica della ben più nobile razza (ndr. della loro) dei bovini!

Il caldo è soffocante ed dopo una mezz'orata a bordo pista abbiamo già esaurito le nostre scorte d'acqua, per cui alle 11.00 mandiamo Gianlù a sollecitare i rifornimenti.

La scelta ha uno suo perché.

Anzitutto, da tempo al kartodromo si è diffusa la voce che tra l'avara (ndr. Lilia, la proprietaria della pista) e Gianlù vi sia una tresca amorosa: è una diceria, sono voci destituite di qualsiasi fondamento, ma io la rinfocolo ed oramai nella Provincia Granda (*) tutti accreditano come vero tale pettegolezzo.

Altra ragione è che Gianlù, nonostante sia un 35ino, par'essere un bambino che ha perso i genitori al supermercato per come vaga sulla pista: piccoletto e paffutello, con una stempiatura che pare una piazza d'armi, eternamente sorridente.

E' per questo motivo che il Vostro appioppa al Gianlù il soprannome di 'Bimbo Gigi' e così verrà chiamato nelle prossime puntate.

Insomma, speriamo che possa incutere un senso materno nella Lilia e che ci conceda l'acqua che ai commissari spetta gratis per diritto dinastico acquisito.

Peccato che le nostre previsioni cozzino contro il cinismo della Lilia: Bimbo Gigi torna sì con le bottigliette d'acqua, ma ci avvisa che la tirchia platinata gli ha detto di riferirci che ci saremmo dovuti tenere le bottigliette vuote per riempirle dal rubinetto durante la pausa!

Tale intimazione suona come un'intimidazione e c'è chi propone di dare a fuoco e fiamme bar il kartodromo.

La verità è un'altra: tutto ciò non sarebbe successo se a guidarci fosse stato big Ale, perché big Ale è un capo rispettato e temuto, mentre Bimbo Gigi non potrà mai esserlo!

La prima giornata scorre via senza particolari incidenti, neanche un incidente degno di nota, il che la rende assolutamente nojosa.

La verità gli è che i piloti odiano ed invidiano i commissari perché questi ultimi possono vantare delle elegantissime pettorine arancioni e, pur di far loro un dispetto, preferiscono non avere incidenti!

(segue)


NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

(*) La provincia di Cuneo, indove trovasi Busca, è detta 'Provincia Granda' perché par'essere la provincia più grande d'Italia, ma è verosimile che sia una voce messa in giro dai Cuneesi.


164. "... magari la prossima volta". (parte 2/6) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Insomma, c'è una tensione palpabile nell'aria, sia per le sorti di Gianlu, sia – sicuramente maggiore – perché, quale che sia la sorte del malcapitato, dobbiamo pur arrivare a busca con un'altra auto: ohi, sono in ballo 50+50 euri, mica pizze&fichi!

I miei poveri colleghi si rivelano spauriti e timorosi, fedeli al popolare detto “Meglio 100 giorni da pecora che 1 da leone” ed allora, tanto per cambiare è il Vostro a prendere in mano la situazione.

“Ohi, capo, cos'è questa storia? Come sarebbe che non vieni nobiscumgli domando.

Big sfoggia il suo miglior sguardo interrogativo, preso un piccolopoco in contropiede da questo sfoggio assolutamente non richiesto della mia classica cultura .

E', in verità, l'unica cosa che ricordo dopo 5anni5 di liceo classico ed ogni tanto la spiattello lì, come se nulla fosse, quando prendo il caffè al bar con gli amici o al primo appuntamento con una ragazza: sarà, forse, per questo che sono single da 3anni3?

Ripreso che si è, big Ale ci tranquillizza: “Ah, sentite, … no è che Anna ed io saremmo dovuti andare a sbandierare a Nizza (ndr. non Monferrato, ma quella in riva al mare francofono), ed avevamo già trovato i sostituti. Poi, all'improvviso, ieri sera ci hanno telefonato per darci 'buca' “.

“Fin qui niente da ridire – osserva Gianlù che cerca di riconquistare il boss dopo l'atto di lesa maestà -, il discorso segue il suo logico filo, ma, allora e quindi, perché non dovreste venire: come hanno dato buca voi, perché non dovresti darla tu ai sostituti che hai trovato?”.

Gianlù dice quello che tutti pensiamo ed io per primo mi dolgo per non aver avuto prontezza di riflessi, rapidità d'esecuzione ed essermela lasciata sfuggire

Ma è qui che big Ale, l'imponente Ale rivela tutto il suo splendore ed acquista sul mio personalissimo cartellino 1.000 punti netti d'un colpo.

“Ah senti, anzi ... vedi, testolina rasata (ndr. big Ale è rasato quasi a zero, ma, almeno nell'occasione nessuno osa farglielo notare), non è che perché a noi hanno fatto un torto noi lo si debba fare agli altri: noi siamo per il rispetto della buona educazione, in ogni circostanza ed a qualunque costo!”.



Un vero lord, un signore, un grande, un magnifico; certo, non fosse per la canotta traforata, le catenazze dorate al collo, ed i boxer non esattamente appena usciti dalla lavatrice l'effetto avrebbe potuto essere anche migliore, ma siamo pur sempre a San Salvario, alle 07.00 di un cocente sabato mattino e sono sicuro che nessuno presti attenzione al suo look che, peraltro, potrebbe essere persino nuovo stile metropolitano!

Con bieco cinismo, cercando di perdonare a me stesso la mancata prontezza di riflessi – che ora ringrazio – volgendomi con sguardo di rimprovero e ciondolando la testa, infierisco sullo scalognato Gianlu (ndr. decisamente oggi non gliene va bene una che sia una!): “Si vede proprio che sei un grezzo, senza un filo di classe, anzi, neppure sai cosa sia lo stile e l'educazione!”.

“Ma-ma-mammaio lo dicevo perché big Ale è il nostro capo … come faremo senza di lui?” balbetta lo spaesato (ndr. Gianlù).

Effettivamente codesto è un problemino di non poco conto che non mi ero posto, ma, a proposito di conti … io sono sempre stato scarso in mate e poi matica, ma questa è un'altra storia.

Insomma, preso un poco, ma nemmeno tanto poco, in contropiede dalla giusta osservazione, mi giro e mi volgo verso big Ale con testolina piegata sulle 23 e fare interrogativo, come per dire “Azz, non ci avevo pensato, il piccoletto non ha, poi, tutti i torti: e mo' che gli rispondo?”.

Magnanimo come solo un vero capo sa essere e per questo è onorato e riverito dai suoi sottoposti, big boss Ale allarga le sue possenti e ad un tempo rassicuranti braccia con fare benedicente e con tono di voce ispirato, quasi salmodiando (*) ci dice: “Ah, sentite, io vi ho insegnato (ndr. quasi) tutto quello che so, ora dovete imparare a cavarvela da soli: dovete camminare con le vostre gambe, perché il vostro buon sbandieramento a bordo campo sarà il miglio grazie che mi potrete dire e la mia più grande soddisfazione”.

Oddio, l'affermazione “camminare sulle nostre gambe” mi sembra un tantinello ardita e persino azzardata se solo osservo il Massimo che langue appoggiato al palo della luce: c'è solo da sperare che il palo tenga!

Poi, chiosando questo discorso di altissimo profilo, aggiunge: “... soprattutto, toglietevi dai co^*°'ni e non osate mai più suonare il campanello a quest'ora che se Anna si sveglia ink£$$%ta per me la giornata sarà di me?=da! Adesso andate 'aff con quei 2ragazzi2 che stanno attraversando a strada: sono i sostituti mio e di Anna”.

Effettivamente si avvicinano a noi due tipi senza arte né parte e che si presentano con un non molto originale: “Piacere sono Claudio”, “Piacere, sono Luca”.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.



(*) salmodiare v. intr. e tr. [der. di salmodia] (io salmòdio, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) Cantare in coro salmi, inni religiosi; eseguire una salmodia: i canonici salmodiavano nel coro; in Piazza San Pietro una folla oscura e poco numerosa si stringeva come per freddo verso il sagrato della Basilica dove i prelati del Capitolo salmodiavano (Palazzeschi). Con uso fig., non com., cantare, parlare lentamente, con tono monotono: il conferenziere ha salmodiato per quasi un’ora, annoiando tutto l’uditorio; leggeva l’Iliade in greco, nelle ore d’ozio, salmodiando i versi ad alta voce con triste cantilena (N. Ginzburg). 2. tr. Cantare, recitare qualcosa alla maniera dei salmi: s. un inno, s. l’ufficio dei defunti. ◆ Part. pres. salmodiante, anche come agg.: una lunga fila di frati salmodianti.