mercoledì 2 febbraio 2011

175. Oggi parliamo di sesso (11/12)

NDR: Per chi avesse perso le puntate precedenti, si rinvia al post n.42, ottobre 2009 e ss.


Forse nel corso delle punatte precedenti avrete perso il filo del discorso, l'assunto che volevo dimostrare: Vostra disattenzione, mia incapacità di seguire un filo logico o abilità nel confonderVi e nel confondermi?

Insomma, tanto per tornare sui miei passi, quello che volevo cercare di far capire è che la disoccupazione, il precariato costringono a scelte drastiche, a dare alla propria vita delle priorità, a rinunciare a quello che per la maggior parte delle persone (ma sono ancora la maggior parte?) è la normalità: per risparmiare e tirare avanti si rinuncia alle uscite con gli amici, si rinuncia al cinema, ai libri, alla socializzazione, financo alle relazioni affettive.

E, poi, come Vi avevo detto, penso di aver raggiunto un equilibrio che è sì stabile, ma pur tuttavia precario.

Si sa, le relazioni sono una gran bella cosa, fintantoché, alla fine, lei vuole le coccole, mentre lui non vede l'ora di fumarsi una sigaretta. D'altra parte, qualcuno di Voi può affermare che una relazione sono tutte rose e fiori? Primo o poi ci sono le incomprensioni, nasce la gelosia, il fraintendimento … si litiga.

E che dire quando una relazione finisce? Si è contenti solo se dall'altra parte, dopo la classica frase “Perché non ci prendiamo un periodo di riflessione?” c'è già qualcun altro (o qualcun'altra). Ma uno dei due o tutt'e due soffrono come delle bestie!

Ed, allora, la domanda che io mi pongo, che io Vi pongo è: posso permettermi di mettere in giuoco un equilibrio che, punto, è sì stabile, ma, comunque, precario?

Ma, forse ma forse, sono io che non riesco a capire: ci sono troppe cose che io non riesco a capire.

Ci provo, mi sforzo, ma, alla fine, mi ritrovo con un gran mal di testa ed in casa non ho un Momendol.

Allora, decido di parlarne con gli amici, forse loro hanno una risposta, magari non la 'mia' risposta, ma almeno una risposta.

L'altra sera Massimo che il mondo è pieno di femmine e che io non posso ritirarmi dalla ricerca di una preda. Io lo lascio parlare, intanto io sono qui per scroccare una cena.

Mi spiega: “Il preservativo, devi usare il preservativo!”.

“Va bene, Massimo – gli rispondo – ma mi ci vorrebbe almeno una donna: da solo non mi serve!”.

Ma lui non ne vuole sapere, è partito per le sue dotte-medico-elucubrazioni … ed io mi maledico per averlo provocato.

Indulgente come solo io so essere quando sono gli altri ad offrirmi la cena sto al suo giuoco, gli lascio interpretare la parte che Massimo preferisce interpretare, quella educativo-sociologica.

“Va bene, Massimo, hai perfettamente ragione: prendiamo in esame questo strumento di tortura, ma come si usa? Una volta aperto va srotolato, è scritto anche sulla confezione. Peccato non abbiano inventato quello con le freccette che indica in quale direzione: da premio Nobel!”.

Anni fa l'avevo scoperto, lo ammetto, per puro caso.

Vi do un suggerimento: non srotolatelo mai per intero o finirete per farvi delle paranoie assurde e Vi sentirete dei sottosviluppati.

Quando sono al supermercato, durante quelle estenuanti code alle casse (ndr. il Vostro ha la dis-avventura di scegliere sempre la cassa che, improvvisamente diventa la più lenta: la cassiera deve cambiare il rotolo degli scontrini, inizia a parlare con una cliente, deve andare a cambiare i soldi, viene sostituita, deve andare in bagno, il bancomat non ha linea …) mi trovo immancabilmente di fronte ad una sterminata offerta di preservativi: Hatù, Primex, Duex, Mollex, Permaflex, Sento, Vedo, Parlo, Tocco, Tanto, Poco, Stimola Lui, Stimola Lei, Non stimola ...

Sabato ne ho visto uno che non avevo mai visto prima: Passepartout!

Vado a casa, cerco sul vocabolario di francese che recita: 'Apre tutte le porte' … fooooorte!

Torno a casa e, per non avere nessuno con cui parlare cerco di dare una risposta all'interrogativo 'può chi vive un equilibrio stabile Ma precario rischiare e rimettersi in giuoco?'.

La verità è che il sesso è un casino, un gran casino, non credete a chi Vi dice il contrario.

Forse sarebbe meglio attaccarsi alla bottiglia e dimenticare.

Peccato che certi dispiaceri, certe preoccupazioni galleggino benissimo, peccato che oggi il vino venga fatto con sostanze chimiche pericolosissime, con adulteranti, con additivi.

Vedendo l a pubblicità del Tavernello sembra che questo vino in cartone sia anche migliore di un Barolo Mancardi Riserva Speciale del 1964 (Piemonte 0,75 l vino rosso italiano, 148 euro).

E, poi, sono astemio.

Viviamo in un mondo ad alto rischio, ad alto, altissimo livello di adulterazione: il pesce è al mercurio, manco fosse un termometro; le mozzarelle sono blu, viola o verdi.

Passi per le mozzarelle viola – è di tutta evidenza che vengono prodotte col latte della mucca Milka -, ma che dire di quelle verdi o blu?

Televisori, frigoriferi e cellulari emettono radiazioni: perché stupirsi se si realizzano vestiti di stoffa anti-elettricità?

Già, le radiazioni dei cellulari pare siano micidiali. Ho letto un articolo su una rivista scientifica, il quale avvertiva dei temutissimi pericoli di fare lunghe telefonate accostandolo all'orecchio o – peggio ancora – tenerlo nella tasca dei pantaloni: nel primo caso si rischia il tumore al cervello, nel secondo una drastica riduzione degli spermatozoii.

Visto che non ricevo né faccio telefonate, lo tengo consapevole degli effetti, nella tasca dei pantaloni: la mattina tasca destra, il pomeriggio tasca sinistra.

Ho la speranza che mi riduca i testicoli in acini di uva passa ed i primi effetti iniziano a manifestarsi.

L'altro giorno parlavo con una ragazza di filosofia, politica, astronomia. Poco dopo mi si avvicina Francesco e mi chiede chi fosse quella stupenda ragazza ed io gli ho risposto “Quale ragazza? Non mi sono accorto fosse una ragazza … aveva i capelli corti!”.

Anche i rapporti interpersonali si vanno adulterando: non erano granché prima della crisi, ma dopo sono andati peggiorando.

La crisi ha tirato fuori il meglio da poche persone, il peggio dai più: lo chiamano 'spirito di sopravvivenza'.

Perché tutto questo, perché non prevale uno spirito di solidarietà?

Siamo nella merda e quello che più dovremmo temere è l' “effetto onda”.

Cos'è l' “effetto onda”? Immaginate di essere immersi in una piscina di merda, siete in punta dei piedi e la merda vi arriva sotto il naso.

Quello che dovreste temere, oltre ad un crampo al polpaccio e che qualcun altro entri od esca dalla piscina … si creerebbe il temutissimo “effetto onda” e sareste costretti ad ingoiare un po' di merda!

Mentre Massimo continua a parlare-parlare-parlare-parlare gli chiedo cosa c'è di secondo, non lo ascolto e vado dietro ai miei pensieri.

Cerco risposte e trovo solo domande: cos'è che fa male? Cos'è che non va fatto?

Il fatto è che, ammettiamolo, in genere sappiamo cos'è che fa bene e cosa male, sappiamo cosa va fatto e cosa non va fatto e, se lo facciamo è proprio perché ci avete scassato, ce li avete disintegrati col dirci di non farlo!!! ... ed io lo faccio.

Vi fo' un esempio ...


(segue)

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