giovedì 16 settembre 2010

152. Il commissario Marmittoni ed il leone marino (parte 2/3) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Il Gianluca, radioso, ci annuncia che, per l'occasione, hanno aperto il cd, 'sterrato' e tra gli squitti di gioia dei miei colleghi commissario è tutto un reclamare a gran voce … “il panettone”.

Io resto in disparte a guardare tanto per me inconcepibile, irragionevole ed immotivato entusiasmo e, appena il vociare si placa un attimo, domando “Uè, raga, già faceva schifo il rancio che la Liala ci dava di solito, ma addirittura tutto 'sto casino per un panettone che, se va proprio ma proprio bene, è quello avanzato un paio di Natali fa …?”.

Dapprima vedo 14 occhi (siamo in otto, uno sono io, quindi 14 occhi, fossimo stati in dieci sarei stato trafitto da 18 occhi: i conti Vi tornano?) che mi squadrano increduli, poi sembra facciano a chi si sganascia più dalle risa.

Benigno come solo un vero capo sa fare, big Ale gela tutti col suo sguardo (ndr. big Ale gira con occhiali da sole tutto l'anno) e, con un calmo gesto del braccio steso riporta ad un tempo calma ed ordine nel commissariato.

Quindi, ponendo il suo nodoso braccio sulle mie spalle, mi conduce alla vetrata che si affaccia dal bar sulla pista e, con la serenità e la magnanimità che è propria dei forti e dei giusti, con voce pacata e riflessiva mi dice: “Ah senti, … la vedi quella collinetta disadorna che si erge in mezzo a quella parte di pista sterrata (ndr. da qui il nome gergale di 'sterrato')? … Quello è il panettone!”.

Cercando di riprendermi dalla magra figura che avevo appena fatto di fronte ai colleghi, cerco di recuperare qualche punto perso e, a voce alta in modo che tutti mi possano sentire, me ne esco con un brillante: “Uè, big … guarda che lo sapevo benisssssssssssimo … gli è che stamattina mi sembravate tutti così seri e taciturni … che volevo strapparvi un sorriso ...”.

Ancora una volta big Ale non riesce a capire se lo sto coglionando o meno, ma come quel leone che non divorò san Gerolamo ricordando che gli aveva tolto una spina dalla zampa, big Ale non si dimentica che gli avevo appena pagato il conto arretrato; volgendosi, quindi, verso gli altri commissari chiude il sipario con un munifico: “Certo che lo sapeva … garantisco io per lui!”.

C'è poco, pochissimo da fare: quando big Ale vuole essere rassicurante, sa essere rassicurante ed è per questo che big Ale è un capo, un capo amato dalla sua truppa!

Per rendere più 'spettacolare' la gara, il direttore di gara decide, con un vero colpo di genio, di innaffiare lo sterrato ed il 'panettone', sperando che la gara di motard assomigli ad una vera gara di motocross: i motardisti sono da sempre gelosi ed invidiosi dei motocrossisti, così come Torino è gelosa ed invidiosa di Milano, come Caino lo era di Abele e … Remo di Romolo!

L'idea poteva avere un suo fascino, peccato che invece di innaffiare lo sterrato gli addetti finiscano con l'allagare l'intera zona che presto si popola di rane e trote, mentre il panettone sembra essere caduto in una tazza di caffelatte.

Noi commissari, sagaci come siamo, ma, soprattutto, perché tale disattenzione al limite della dabbenaggine farà ritardare la partenza e quel che più conta il nostro rientro a casa aiutiamo gli incapaci ed inetti (ndr. addetti alla pista), finché big Ale non ha un'intuizione, un'illuminazione che solo i veri capi possono avere (ndr. non per nulla sono capi!): “Ah, sentite miei fedeli … requisite a tutte le femmine che trovate intorno al circuito gli assorbenti intimi ed ai neonati i pannoloni … se necessario perquisite tutte le cascine dei dintorni! .... .Andate!”.

A Voi l'idea potrà sembrare bislacca, persino balzana, vero è che a forza di tamponare (ndr. non ditemi che avreste in mente un verbo più azzeccato) la palude usando gli assorbenti come spugne la gara parte con solo una mezzorata di ritardo ed il pubblico sugli spalti non può che ammirare ed applaudire i solerti commissari onorandoli con una standing ovation.

Le gare di motards hanno, lo debbo ammettere, un loro fascino ed io mi lascio ingannare quando ecco che arriva la seconda cosa più temuta dai commissari di gara (cfr. puntate precedenti, “La catabasi del commissario marmittoni”): le gare … juniores!

Ora, sia chiaro, non è che i bambini non possano andare in moto: andare in moto è un diritto costituzionalmente garantito! Semplicemente io commissari non si capacitano del perché sia loro permesso farlo in pista e non nel salotto di casa loro … oltre ad essere più sicuro non romperebbero i santissimi dei commissari!

Dovete sapere che non solo queste testine di vitello vanno ad una lentezza esasperata, ma, essendo invero poche le suddette testine, per lo più le gare juniores vedono alla partenza due soli piloti, rendendo del tutto superflua, per non dire inutile,accessoria, eccessiva, ridondante la presenza a bordo pista degli splendidi commissari.

C.V.D. (ndr. come volevasi dimostrare) alla partenza si presentano due soli piloti; il primo, invero, ha una sua dignità, il secondo è un vero e proprio oltraggio alla memoria dell'ing. Francese Louis-Guillaume Perreux (ndr. chi tra Voi non ricorda che, depositando il brevetto n.83691 – era il 16 marzo 1869 - l'ing. è considerato l'inventore della moto?).

Il botolo, infagottato in una tuta blu a mo' di omino Michelin, è così lento, ma così lento che ad un certo punto Francesco I, un po' più che esasperato prende a corrergli a fianco urlando “Ma vuoi andare un po' più forte?”, mentre Cecco e Gianluca si propongono di spingerlo!

Big Ale 'tuba' con Anna, ma il sospetto è che voglia prenderle il sacchetto col panino avanzato che lei tiene nella borsa quale richiamo per il suo uomo.

Il Vostro, più pigro ed indolente del solito, ne approfitta per rollarsi una siga.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


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