lunedì 2 marzo 2009

4. (mai fare) domande sciocche


Oramai ne sono certo.
In due anni di ricerca del lavoro c’è stato il periodo in cui a chiamare per un colloquio erano le società di assicurazioni, è poi venuto il momento delle società di intermediazioni finanziaria: ora è quello dei call center.
Oggi nuovo colloquio, inutile dire per un call center.

L’inizio sembrava benaugurate.
La società ha sede in corso Francia, quasi a Collegno, ed il caso vuole nello stesso palazzo dove già ho lavorato anni fa.
A causa della metro arrivo con un anticipo esagerato. La zona è industriale. Per passare il tempo antro in un bar per un caffè e sfumazzo una sigaretta.

Trovo persino una panchina da dove osservo le auto, i camion, i pulman sfrecciare.
Tutto molto urbano e molto romantico.
Arrivo con un quarto d’ora d’anticipo, tanto che ci sto a fare in giro?
Negli ultimi sette anni non devono aver innaffiato le piante dell’atrio, che giacciono agonizzanti.
Sicuro di me come non mai trovo subito l’ascensore e non esito a pigiare il pulsante del quarto .piano.
Ricordo talmente bene la pulsantiera che azzardo persino a schiacciare il pulsante per la chiusura rapida delle porte. In ascensore non sono solo, ma io non concedo confidenza ad alcuno perché ho imparato che non bisogna parlare con gli sconosciuti!

Entro, mi presento alla reception e senza che nemmeno abbia il tempo di finire la frase l’enorme signora mi fa accomodare contro il muro insieme agli altri convocati.
Stile riconoscimento-confronto da telefilm poliziesco.
Questa volta sono decisamente il più vecchio.
Poco importa.

Alle 15, puntualissima, arriva la selezionatrice che ci accompagna nella sala dove si svolgerà l’incontro di gruppo.
Mi sento rassicurato: questa volta il tavolo c’é.
Siamo in sette, due ragazzi (uno dei quali molto affascinante, coi capelli brizzolati sulle tempi, appena un accenno di stempiatura) le altre (che per forza sono cinque) ragazze, decisamente giovani, decisamente alternative.
E’ vero, sta tornando di moda lo stile anni ottanta: pantacollant, nastri nei capelli, una vagamente sul punk.
Mi viene quasi da pensare che, data l’età, potrebbero essere miei figli.
Scaccio velocemente il pensiero.
Ileana, l’esaminatrice, si presenta, presenta la società, potrebbe presentare di tutto, persino fare la presentatrice.
Fin qui tutto nella norma ed io mi mostro interessato, molto iteressato.
Nel distribuire un questionario, Ileana chiede come siamo venuti a conoscenza dell’offerta di lavoro.
Quand’è il mio turno rispondo ‘tramite internet’. Questo sicuramente metterà in luce la mia volontà testarda di cercare lavoro tra i mille annunci.
Niente da fare.
Mi supera una ragazza che afferma che sua cugina lavora già lì e un ragazzo (l’altro, non io) che ne è venuto a conoscenza tramite suo padre che è amico di uno dei titolari.

Tra le domande più acute del questionario "se tra 5 anni (proprio 5) troverai un lavoro migliore, che ne farai di questo?" ed ancora "quale lavoro non faresti mai?" oppure "se al telefono risponde una madre e sul fondo senti un bambino piangere, cosa fai?".

Quando ritira il questionario, Ileana richiede alla ragazza di cui sopra "chi hai detto che conosci che lavora qui?".
E la ragazza, prontamente : "mia sorella".
La cugina – lo giuro – è diventata la sorella. Per fortuna Ileana è più stupita di me ed è lei a farselo ripetere.
Già che c’è Ileana presenta anche il lavoro.
Alcuni verranno selezionati per conto di Prontoseat, altri per Mediashopping: merd, il Berlusca è veramente in ogni dove.
Poco male, mi dico, decido di mostrarmi interessato a tutt’e due le ipotesi: se, poi, mi dovesse andar bene, mi capiterà Prontoseat.

Tra me e me mi viene da pensare che quando feci il colloquio per Prontoseat si parlava di 560 euro netti per un part-time. Ovvio che qui si tratta di un appalto o simili e l’emolumento andrà ridimensionato.
Ma non mi distraggo e mi mostro interessato. Più di quanto non fossi prima.
Ileana avverte che si tratterà di un contratto a progetto. Sempre tra me e me - ho molta confidenza con me stesso - mi dico "ecchisenefrega? Sporchi, dannati e subito".

Ileana chiede se sappiamo cos’è un contratto a progetto e se qualcuno di noi ha già lavorato a progetto.
Tutti alziamo la mano per rispondere che tutti, ma proprio tutti e sette abbiamo lavorato a progetto.
Mi guardo bene dal dire che sono addirittura laureato addirittura in giurisprudenza e che ho persino organizzato convegni sui co.co.pro.: ma quanto ero giovane ed incosciente?
Insomma, alla mia scemenza c’è un limite. Mi ci è voluto del tempo, ma l’ho imparato.

Ileana ci vuole spiegare comunque cos’è un contratto a progetto, insistendo sulla tutela offerta dalle similitudini al lavoro subordinato, esaltando gli aspetti che lo avvicinano al lavoro autonomo.
Sarò sincero - non lo sono sempre? - la spiegazione è confusa: la lavagna è piena di cifre che si rincorrono e non sono del tutto sicuro che i calcoli siano corretti.

Ma io sono sono d’accordo, d’accordissimo con Ileana.
Resisto, ma a stento, alla tentazione di alzarmi in piedi e di battere le mani.
Intorno al tavolo gli altri convocati si scambiano delle occhiate taglienti, ma così taglienti che io spero di non finire sulla loro traiettoria.
Ileana chiede se abbiamo capito.

Abbiamo capito e saremmo pronti a seguirla in capo al mondo.





Con molta non curanza premette, alla parte che segue, che i contratti sono a tempo determinato: 1 mese.
Evabbé, penso, iniziamo a sistemare un mese, intanto cerchiamo altro.
Eppoi Ileana ci rassicura: il contratto di co.co.pro., ingiustamente denigrato, prevede anche il caso di gravidanza.
Buono, se resto incinto ho il culo coperto.

Ileana affronta l’aspetto più importante: la retribuzione.

Ileana dice subito di essere molto dispiaciuta – ed io le credo – perché, purtroppo, non ha ancora il ‘prezziario’ (giuro che le sfugge proprio ‘prezziario’), ma si corregge subito con ‘le tabelle retributive’ del mese di marzo per quello che riguarda Prontoseat e Mediashopping, ma, per fortuna, ha quelle di Tele2.
Il corrispettivo offerto da Tele2 è leggermente più alto, ma i correttivi al ribasso sono minimi.
Allora, ragionando su Tele2.
Lavorando 5 giorni la settimana per 5 ore al giorno, realizzando 800 contatti utili al mese (non valgono i casi in cui a rispondere siano segreterie telefoniche o quelli in cui dall’altra parte attacchino il telefono NB non viene precisato se valga il caso in cui mandino aff’), e concludendo almeno 10 contratti al mese, la retribuzione è di circa (l’esempio è fatto su Tele2, basta rivederlo ‘leggermente’ al ribasso) 320 euro.
LORDI.

Rispettando i 5+5+800+10 al netto sarebbero circa 250 euro.
Ileana sente il bisogno di rassicurarci: con 15 contratti si ha un bonus di 100 euro.
So che si stenterà a crederlo, ma nella stanza la perplessità era, come dire, palpabile.

Il sorriso di Ileana è splendido, rassicurante.



A questo punto annuncia la prossima fase: una simulazione di telefonata.
Distribuisce una serie di fotocopie dei prodotti da vendere durante la simulazione.
A me tocca uno sbiancadenti per soli 49.90 euro. In fondo mi sento fortunato: ad altri sono capitate cinture per snellire gli addominali, arbre magique, …
Ileana ci dice che ci lascerà 5 minuti per studiare la presentazione del prodotto.
Prima che si allontani il ragazzo (sempre l’altro) dice che la cosa gli sembra ridicola e che preferisce andarsene. Un’altra ragazza lo segue.
Ileana non si scompone e li congeda con un che di gelido.
Ileana non è ancora uscita dalla stanza che due ragazze (una alla mia destra ed una alla mia sinistra) si dimostrano leggermente irrequiete perché alla società interinale che le ha mandate avevano prospettato 100 euro in più al mese e senza vincoli tipo 800 contatti ‘utili’. Scappa loro anche qualche aggettivo che io, anziano signore che legge e scrive poesie, non oso né posso ripetere.

Allora.

I selezionati seguiranno un corso ‘non oneroso’ di una settimana, dalle 11 alle 16. il corso è obbligatorio e lo si deve seguire tutto: pena essere scartati.
Una ragazza domanda "non onerosa nel senso di non retribuita".
Sciocchina.
Mi permetto di porre un’altra domanda, tipo: "nella denegata ipotesi che in un mese non si raggiungano gli 800 contatti ‘utili’ + 10 contratti, immagino che (a parte il non rinnovo del contratto) sia tuttavia certo il minimo di 250 euro".
Ileana mi rassicura: "è statisticamente dimostrato e dimostrabile (e ridajè con lo statisticamente dimostrato, vedi colloquio c/o Mediolanum) che i neo-assunti il primo mese realizzano il primo mese almeno 800 telefonate utili, il che corrisponde a circa 10 telefonate l’ora (senza pause equivale a 1 telefonata ogni 6 minuti) e che durante dette telefonate non solo si spiega il prodotto, ma si convince persino a comprare. Anzi, con un può di buona volontà si arrivano a stipulare una quindicina di contratti".
Ora, non è esattamente la risposta alla mia domanda, ma io abbozzo e ringrazio per il chiarimento.
In verità qualcosa non mi torna: non sono più così sicuro di voler seguire Ileana in capo al mondo.

Non so esattamente quale sarà l’esito di questo colloquio, ma una cosa l’ho imparata: mai fare domande sciocche...o finirai con l'avere più dubbi di prima!

NON E` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

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