lunedì 9 marzo 2009

7. Tutta questione di organizzazione (parte 1/4)


Guardo sconsolato l'agenda: questa settimana nessun colloquio in programma.

Passo la mattina a dragare internet alla ricerca di qualche offerta. Come avrebbe detto il comandanted el Titanic "niente all'orizzonte".
Primo pomeriggio, squilla il cellulare: identificativo sconosciuto.
Una volta non rispondevo agli identificativi sconosciuti, ma oramai mi sono rassegnato e rispondo a qualunque chiamata. Inutile fare tanto il difficile.
"Ah, buongiovno, il signor Griffevo?"

Sono tentato di coreggerlo, precisando 'il DOTTOR G.'. Ho studiato tanto per il titolo, ma sono tempi difficili e, forse, non fossi 'dottore' sarebbe più facile trovare un lavoro.
"Sì - rispondo - con chi parlo?".
A domanda risponde con domanda: "E' lei che ha visposto a un'offevta di lavovo?".
Ho risposto a così tante offerte che potrei tranquillamente essere io. D'altra parte ho nulla da fare questo pomeriggio, tanto vale stare al gioco.

"Buongiovno" riprende senza desistere l'interlocutore, evidentemente dev'essere un entusiasta della nuova primavera che si sta avvicinando dal momento che continua a riprendere il concetto della buona giornata.
"Chiamo per il cuvviculum che lei ha inviato, pev conto dell società Advalova".
Confesso che il nome mi dice poco nulla, anzi, più nulla che poco, ma abbozzo.
"Stiamo pvocedendo ad una selezione e volevo sapeve se lei poteva esseve intevessato".
Non ho la minima idea di cosa si tratti, ma, al punto in cui sono, sono interessato a tutto.
"Assolutamente sì", rispondo, se non altro, mi dico, sarà un modo per conoscere persone nuove, in questo mondo dove si va perdendo il gusto della socializzazione.
"Lei quando potvebbe nei pvossimi giovni?" e, senza darmi il tempo di rispondere, sento che sta per sciorinare una serie di possibili appuntamento nell'arco dei prossimi mesi.
"Pev esempio, domani potvei aveve uno spivaglio nelle pvime ove del pomeviggio".
Ecco, bravo, mi sembra un'ottima idea, e non voglio che, a forza di arrotare tutte quelle 'erre' finisca col farsi del male.
Lo blocco: "Per me potrebbe andare benissimo, dove?".
"Corso Svizzera 185, sa dov'é?".
"Immagino al centro Pier della Francesca, sissì, so dov'é".
Sento che probabilmente avrebbe voglia di parlare di più, ma preferisco bloccarlo prima che cambi idea: niente niente ci ripensa ed io mi perdo un'occasione.
A questo punto non mi resta che rifare la prima domanda con la quale avevo esordito : "Scusi, di chi devo chiedere?".
"Mi chiamo Envico Cagnozzi, glielo sillabo".
Sono tentato di dirgli che ho capito, 'Cagnozzi', come 's-cagnozzi senza esse', ma mi sembra azzardato, e ripiego su "Beh, sì: 'Cagnozzi' come ... 'cagnozzi' ".
"Esatto, le lascio il mio cellulare, una volta arrivato mi chiami, così le indico la strada'.
Gli rispondo sissì, anche se la cosa si presenta un po' curiosa, carbonara, da loggia massonica.
Ma la domanda che mi pongo è "Ho qualcosa di meglio da fare domani? No! E allora, andiamo".

NON E` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

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