giovedì 5 agosto 2010

142. Finché vedrai sventolare bandiera gialla ... (parte 1/3) - Le inchieste del commissario Marmittoni

I giorni passano, le settimane passano e, per non essere da meno, anche i mesi passano e di big Ale nessuna nuova, il che, in questo caso, non equivale a buona nuova. Ho più di un fondato motivo che sia da qualche parte nel Pacifico a svernare coi soldi vergognosamente sottratti a gonzi par mio.

A conti fatti sinora sono in passivo di 64.50 euro, ho perso una serata e, quello che più brucia, ho la sensazione di essere stato preso per i famosi fondelli, quand'ecco che …


giovedì 18 marzo 2010


VVVVRRRR, VVVVRRRR (ndr. il Vostro continua ad avere il cellulare col vibra e non gli è venuta ancora in mente alcuna altra onomatopea) (*): “Senti, tienti libero per domenica 21, ci vediamo alle 7 da me in via Saluzzo che si va a Busca!” e chiude.

Non mi posso sbagliare, l'incipit della telefonata e la cir-concisione non possono che essere di big Ale.

Insomma, per la serie 'Chi non muore si risente' (ndr. dato il contesto sarebbe stato quanto meno inappropriato il 'si rivede') eccomi in ballo.

A dire il vero, ad essere proprio, ma proprio sinceri non avrei alcuna voglia di presentarmi al dannato (ndr. l'aggettivo che avrei voluto usare sarebbe stato un altro, inizia con 'f' e finisce con 'ottuto', purtroppo so che alcuni di Voi non tollerano le parole volgari né tantomeno le licenze poetiche ed io mi adeguo pur di non perdere lettori), ma devo in qualche modo rientrare del folle anticipo sborsato a gennaio.


Domenica 21 marzo 2010


Il vero problema che si presenta al Vostro per essere puntuale all'appuntamento quella fredda ed uggiosa (ndr. se il Lucio ha abusato di codesto aggettivo, non vedo perchè non posso farlo anch'io) domenica mattina è che Egli non ha la disponibilità di un'autovettura (ndr. spero apprezziate l'uso del termine appropriato 'autovettura' in luogo del generico 'macchina') indi ragion per cui si deve avvalere dei potenti mezzi messi a disposizione dall'inadeguata ed inaffidabile GTT (per i non torinesi – non tutti sono tenuti ad esserlo – GTT è un acronimo per Gruppo Trasporti Torinesi).

Il che, lo spiego a Voi che il fine settimana ronfate come se nulla fosse finché non suonano le campane di mezzogiorno) equivale a dire che per attraversare la città da una parte a quell'altra per arrivare all'orario prefissato nonché imposto dal big il Vostro si deve caricare la sveglia alle 05.00: avete letto bene, ma Ve lo scrivo anche in lettere perché sicuramente qualcuno farà confusione: alle cinque … del mattino.

Allora, tanto per darVi un quadro della situazione, la sveglia trilla alle 05.00 il che mi concede la bellezza di 15minuti15 per fare colazione e qualcosa che dovrebbe somigliare ad una doccia. La doccia essa è gelata tanto per rinforzare la dose della sveglia.

L'ascensore è di una lentezza che rende ragione all'aggettivo esasperante: credo sia, se non il più lento di Torino, sicuramente il più lento d'Italia ... non so se rendo l'idea.

Alle 05.20 il Vostro arranca per strada in stato comatoso, con passo incerto ed occhio gelatinoso per il freddo proiettato (ndr. è un'elegante artificio del discorso volto a creare particolari effetti, altrimenti detto 'immagine retorica' ... tanto per rendere l'idea) alla volta della fermata del bus.

La prima intenzione è quella di raggiungere la fermata del 65, ma, proprio come accade quando la sfiga s'accanisce, ecco che mi taglia la strada con una sonora pernacchia e mi rende impossibile arrivare in tempo alla fermata che, pure, è ad una cinquantina di metri: non Vi aspetterete seriamente che il Vostro, una gelida domenica mattina, alle 05.00, affronti uno scatto imperioso che potrebbe stroncarlo con un infarto?

Poco male, resta da giocare la carta della metro, peraltro assai più rapida!

Già, peccato che il Vostro non abbia mai preso la metro la domenica mattina alle 05.00: arrivato che sono alla fermata, essa è sprangata da un cancello che neppure oserei dire chiuso, ma sprangato e financo sigillato!

Resta un'ultima chance: il 101! E' o non è il Vostro ricco di risorse delle quali, onestamente, non lo ritenevate capace?

Con occhio da falchetto (ndr. o da aquilotto se preferite, la sostanza non cambia) il Vostro scruta l'orizzonte avvolto nel buio (ndr. oggi vado forte con le figure retoriche, nevvero?) nella vana speranza che il grosso bus si materializzi.

Sono quasi sul punto di tornare sui miei passi, quand'ecco che l'ansimante (ndr. il 101) arriva: sono le 06.10 ed il Vostro inizia ad avvertire i primi sintomi dell'ipotermia, ovvero dell'assideramento: brividi (solo nello stato iniziale), pelle secca e fredda, battito cardiaco e respirazione rallentati, forte sonnolenza.

Un paio di passeggeri scendono per aiutarmi a salire e propongono di bruciare sul bus dei giornali già letti per scongelarmi, ma l'odioso autista si oppone ostenendo in modo saccente che il regolamento lo vieta.

Un'anziana coppia che, probabilmente, è uscita presto di casa per prendere un posto in prima fila alla messa delle 12 mi passa accanto e la megera sibila 'barbun d'un drugà!' (ndr. 'barbone d'un drogato!') ... non ho la forza di contraddirla!

Poco male, dopo una ventina di minuti, all'altezza di piazza Statuto, le dita dei piedi riprendono un minimo di sensibilità ed arrivato a Porta Nuova sono in grado di riprendere – seppure con una certa qual difficoltà – quella che vorrebbe essere la posizione eretta tipica degli ominidi.

Ancora due fermate e arrivato che sono all'incrocio tra via Nizza e via Velperga Caluso mi tocca scendere, cosa che faccio – date le condizioni – con inaspettata eleganza nell'incredulità dei passeggeri.

Ancora un isolato ed ecco big Ale che mi accoglie con un caloroso “Senti, abbiamo cambiato programma, gli altri arrivano per le 7.30, accompagnami che devo pisciare il cane”.

Non è un invito: è un ordine tanto perentorio quanto categorico ed io mi adeguo di buon grado.

Tanto per non fargli pesare la mia disavventura mattutina e ripescando in fondo allo zainetto il mio consueto sense of humor, ribatto con mascella e labbra congelate: “Alle 7.30? Poco male … tanto la domenica mattina mi sveglio sempre presto!”.

Il cane che big Ale ha seco (ndr. con sé) è uno strano incrocia tra una decina di razze siberiane sconosciute persino agli esquimesi.

Esso è, ad ogni buon conto, un molossoide, nemmeno tanto piccolo, ma tozzo, con una cassa toracica che nemmeno con una spranga d'acciaio riuscireste a spezzare (ndr. non si vede perché dovreste farlo, ma Ve lo sconsiglio vivamente) che non abbaia né ringhia e, si sa, se è vero che 'can che abbaia non morde' …

Forse per renderlo più simpatico o perché da piccolo avrebbe voluto un dalmata, ha pensato bene di chiamarlo 'Pongo', nome che, peraltro, non lo rende più socievole.

Giriamo per San Salvario quella ventina di minuti (e Vi garantisco che l'avere al mio fianco Pongo e, forse ancor di più, big Ale, mi tranquillizza più che parecchio essendo a San Salvario) quand'ecco che una gaia strombazzata annuncia l'arrivo degli altri commissari: Francesco, Gianluca, ed un altro Francesco che, per distinguerlo dal primo, chiamerò di volta in volta Cecco, Pepe, Fra' ovvero Cesco.

Chi manca all'appello? Anna, la fidanzata di Big Ale che arriva con occhiali da sole (ndr. Vi dico solo che è buio pesto) per nascondere le borse sotto gli occhi che farebbero invidia alle borse della spesa!

(segue)
NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


(*) L'onomatopea è una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato ad un oggetto o ad un soggetto cui si vuole riferimento, mediante un procedimento iconico tipico del fonosimbolismo.

Ne sono esempi “gracchiare, strisciare, bisbiglio, rimbombo, ecc” e alccuni versi di animali diventati parole, come il bau bau del cane, il miao del gatto, il pio pio del pulcino.

Come non ricordare, chi non ricorda La Fontana malata dell'Aldo Palazzeschi? “Ciof, clop, cloch,/cloffete,/clocchete,/chchch.../E' giù,/nel cortile,/la povera/fontana/malata”.

1 commento:

  1. imho dovresti spezzare i post in 2 se non 3 parti e pubblicare piu' spesso.

    RispondiElimina