martedì 10 agosto 2010

145. Un eroe dei nostri tempi (1/4) - Le inchieste del commissario Marmittoni

Sabato 4 aprile 2010

Se due settimane fa non mi ero riuscito a sottrarre all'appuntamento perché non ero riuscito a trovare una scusa se non plausibile, almeno originale, questa volta mi convinco ad andare per rientrare delle spese di iscrizione ad un motoclub che neppure so se esiste davvero.

La telefonata di big Ale era, al solito, perentoria e non ammetteva repliche: “Senti, ricorda che questo fine settimana sei impegnato tutt'e due i giorni, solito posto, solita ora!”.

Non riesco neppure a rispondere con un generico e banale “Va bene ...” che big Ale chiude la conversazione.

Big Ale non è solo uomo di poche parole, ne vuole sentire ancor meno.

Per essere una mattina d'aprile fa un freddo becco.

Quando esco di casa è ancora buio e per strada c'è nessuno.

Per non fare tardi ho saltato colazione e sono più insonnolito ed infreddolito del solito.

Cammino di buon passo, anche se da perfetto automa; vado avanti col pilota automatico, mosso da riflessi condizionati: un passo via l'altro. Per fortuna la strada è tutta dritta fino alla fermata del bus!

Questa volta manco il 65 di un paio di minuti, il che vuol dire che rispetto a due settimane fa sono già in ritardo. Sono troppo stanco per preoccuparmene e tiro diritto alla volta del 101 che – chi lo direbbe – arriva puntuale come l'agente delle tasse o il padrone di casa a fine mese.

Salgo e m'accascio su uno dei tanti sedili liberi: a quest'ora c' praticamente nessuno.

Ne approfitto per schiacciare un pisolino con un occhio (quello buono) vigile per non perdere la fermata dove dovrò scendere

C'è talmente poco traffico che arrivo persino più puntuale di quanto m'aspettassi.

Ne approfitto, meglio, ne vorrei approfittare per fare qualcosa tipo una colazione, ma in San Salvario dormono ancora tutti.

Non conoscendo il quartiere chiedo alla prima persona che par'essere civilizzata se mi può indicare qualcosa che somigli ad un bar, non necessariamente un bar, anche se sarebbe preferibile un locale che nell'ultimo anno abbia ricevuto una visita dell'ufficio d'igiene.

Me ne indica uno che a suo tempo deve anche aver avuto la licenza premio per la mescita di gassosa.

Il locale sa di muffa e di umidità e l'anziana signora dietro il bancone che potrebbe persino essere se non la proprietaria quanto meno la cameriera non mi fila neppure di striscio.

Lo ammetto, non sono al mio meglio, ma l'insistenza con cui mi raschio la gola dovrebbe attirare l'attenzione.

E, invece, niente.

Vinco la mia naturale timidezza (non sono il tipo che ama attirare l'attenzione delle ultraottuagenarie di prima mattina), ed ordino un caffé, ma la vegliarda fa come se nulla fosse.

Mi guardo riflesso nella vetrina che non da del 'tu' all'acqua se non per la parte che si affaccia sulla strada e solo quando piove: il riflesso c'è, dunque non sono diventato trasparente tutto d'un botto.

Decisamente non devo essere il suo tipo: offeso, colpito nell'orgoglio, considerando che inizia a farsi tardi, esco dal locale senza aver fatto colazione.

Non faccio in tempo a svoltare l'angolo tra via Castefidardo e via Saluzzo che vado a sbattere contro l'imponente che porta 'a pisciare' Pongo.

Big Ale è fresco come una rosa! Per forza: l'appuntamento è sotto casa sua, così lui può ronfare fino all'ultimo minuto … i privilegi dei capi!

Big Ale non è uno che ama i giri di parole, se può gira loro attorno. Senza perdersi in convenevoli m'accoglie con un “Senti, ma sei già qui?! Vieni che andiamo a pisciare la bestia”.

Non pensate a squallidi giochi di parole o a degradanti doppi sensi, la bestia è Pongo, ink§*^$to col mondo perché il padrone lo costringe a levatacce di cui farebbe volentieri a meno, considerando che la sua prostata tiene benissimo.

Per le 07.00 la banda dei commissari è regolarmente riunita e non c'è bisogno di fare l'appello: ci siamo tutti!

Come due settimane fa ripetiamo lo schema 3+3, Francesco I, Fra-ncesco e Gian-luca sulla seconda auto; big Ale, Anna ed io sull'auto di testa.

Anna biascica qualcosa che vorrebbe essere un buon giorno (e, forse, lo è davvero) accompagnato da un sorriso (che potrebbe pure essere l'accenno di una paresi), io mi mimetizzo sul sedile posteriore e big Ale si porta alla guida di un'allegra carovana che sfreccia lungo la città, taglia in due Nizza Millefonti (ndr. per i non torinesi uno dei quartieri sud della città sabauda) ed imbocca la provinciale che punta su Saluzzo e Pinerolo, non senza prima aver trionfalmente incontrato la ridente Busca.

Non passano 5minuti5 che il grosso inizia ad inveire abbandonandosi ad un turpiloquio che non Vi riferisco perché tra di Voi potrebbero esserci animi sensibili: non riesce a sintonizzarsi sulla sua stazione radio preferita, quella che si abbandona a truculente storie di serial killers d'oltreoceano. Ognuno si diverte e/o si rilassa come meglio crede, a lui garbano storie sanguinolente e più cadaveri ci sono meglio è, in fondo c'è chi trova appagante indossare il cilicio, chi mettersi scarpe di due, meglio tre misure più piccole, chi da 15anni vota lo stesso politico per il piacere di farsi sodomizzare politicamente!

Alla fine, per la gioia delle mie orecchie, big Ale riesce a trovare il programma tanto agognato e può rilassarsi alla guida, mentre io non mi rilasso più di tanto pensando che anche big ed Anna potrebbero essere una coppietta come quella di cui parlano alla radio!

“Senti, … forte … pazzesco . Incredibbbile … clamoroso …!” quest'oggi i due conduttori ci deliziano con le avventure tra il boccaccesco ed il sanguinolento di una coppia di giovani fidanzatini che si sono divertiti a dimezzare la popolazione della Florida: per il compleanno di lui lei arriva a fargli trovare una vittima in casa come regalo di compleanno. Per fortuna non ho fatto colazione o credo che la nausea avrebbe il sopravvento e non sono del tutto sicuro che big Ale si fermerebbe per farmi sbottare ai bordi della strada: Dio non voglia che si arrivi in ritardo alla pista!

Dopo la solita orata di guida sportiva con big Ale che credo voglia seminare l'altra auto, finalmente arriviamo all'agognata meta: il kartodromo di Busca!

Big Ale inchioda proprio davanti al bar e le due auto non son ancora del tutto ferme che tutt'e sei siamo davanti al bancone a fare colazione.

Bevande e cibarie non sono malaccio, anche se andrebbero provate con meno fame addosso, ma i prezzi sono esorbitanti: il classico occhio della testa!

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

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