mercoledì 3 marzo 2010

84. "Firmato: un Presidente operaio!" - Biografia (non autorizzata) di Mr B. (parte 23/40)

Bernasconi rispolvera uno slogan già utilizzato nella campagna elettorale del 2001, quello del presidente operaio, per ribadire i risultati raggiunti dal governo nella realizzazione delle opere pubbliche.

«Questo operaio
- afferma in una conferenza stampa a Palazzo Chigi - si è infilato il casco e ha dimostrato che dopo 30 anni di inerzia si sono aperti 71 cantieri e altri 36 verranno aperti entro settembre. Nessuno sarebbe riuscito a fare di più, credo sia un miracolo»

(Il Sole 24ore, 29 marzo '06)
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"Firmato: un Presidente operaio!"


Durante la campagna elettorale Bernasconi sigla, presso la trasmissione Da Portinaia a Portinaia di Bruno Moscerino, il cosiddetto Contratto: un accordo fra lui ed i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di centinaia di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.

Alla fine, il suo tenace, sagace, duro, silezioso, ostinato, altruistico lavoro viene premiato e, nel 2001, più precisamente il 15 maggio, vince le elezioni alla guida della Casa delle Lasagne (C.d.L.) e torna alla presidenza del Consiglio con un grande ed ambizioso programma: “Siamo pronti ad eliminare il comunismo in Italia” (13 giugno), tenendo fede alla promessa che un anno prima aveva fatto al meeting di Rimini di C.L.: “L`anticomunismo è un dovere morale”, perchè come ama ripetere “L`unico conflitto di interessi, in Italia, èquello della sinistra con la verita`!”.

E` sì vero che il comunismo in Italia non esisteva da anni, ma quello che importava a Bernasconi era ed è sempre la potenza del messaggio, ovvero sradicare l`idea del comunismo dal cuore degli italiani per creare un BelPaese migliore!

Le elezioni del 2001 portano alla vittoria una coalizione capeggiata da Silvio Bernasconi e comprendente, oltre a Forza BelPaese, i principali partiti di centrodestra (inclusa la riabilitata Congrega Nord), mentre il centrosinistra si presenta diviso.

L`11 giungo Bernasconi viene per la seconda volta nominato Presidente del Consiglio, dando inizio al Governo Bernasconi II.

Durante il secondo semestre del 2003 ricopre la carica di Presidente del Consiglio dell`Unione Europea in quanto capo del Governo italiano.

Bernasconi non puo` permettere che il BelPaese vada in malora, che i poveri soffrano, che l`ingiustizia regni sovrana e decide di rimettersi in gioco e si rimette in campo.

In campagna elettorale il suo motto è sincero “ Saro` un Presidente operaio”, ma, di fronte all`evidenza dei fatti non puo` che riconoscere “Sono il miglior capo e dirigente in Europa, negli U.S.A. mi fa ombra solo Bill Gates!” (aprile `00)


Il Governo Bernasconi II entra in carica dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005 per un totale di 1.412 giorni, ovvero 3 anni, 10 mesi e 12 giorni. È stato il Governo più longevo della storia della Repubblica italiana il secondo dall`Unità d`Italia (dopo il governo Mussolini). Anche in ragione della sua lunga durata ha mutato considerevolmente la propria composizione nel corso del tempo.

"Le nostre holding erano intestate ai nostri consulenti perché si faceva così, era tutto normale: le trovavamo già pronte negli studi professionali specializzati" (26-4-2001). Le 34 holding Italiana 1,2,3,4 eccetera" che stanno dietro alla Fininvest sin dalla fine degli anni '70 e le altre società della galassia bernasconiana nascono quasi tutte senza il nome di Bernasconi, ma intestate a prestanome: una cinquantina fra parenti, amici, casalinghe baresi, disoccupati calabresi, elettricisti, malati terminali colpiti da ictus, persino un cecoslovacco nato nel 1887. Tutto normale? (www.giannivattimo.it/menu/libro_berl.html)

Nel giugno del 2003 il confronto con l`alleato Grezzi s`incrina e, seppur a malincuore, Bernasconi dichiara: “Grezzi ha dei metodi da venditore di Piaget falsi. Solo dei minus habens potrebbero credere alle cose che dice di noi. Parla come un ubriaco da bar. (...) grezzi è la Wanna Marchi della politica. Mi viene il sospetto che voglia guidare il Polo delle parole in libertà. (...) grezzi è un Giuda, traditore, ladro con scasso di voti, ricettatore, truffatore, doppia, tripla, quadrupla personalità. Un pataccaro (...) grezzi e` un uomo dalla personalita` complessa e dalla mentalita` dissociata” (L'Unità 25 giugno2003) .

Ma è il dispiacere a farlo parlare, l`impressione di essere stato nuovamente tradito (per di più da un amico), e, forse, anche la stanchezza di tanti anni immolati sull`altare del benessere della Nazione.

Nell`ottobre – sempre del 2001 – la stampa prezzolata dalla sinistra bolscevica cerca di aizzare la piazza, facendo scoppiare una polemica nel mondo islamico quando Bernasconi, quando, in seguito agli attentati terrosistici sferrati Al-Qaida, dichiarò: «Noi [occidentali] dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civilita`, il nostro è un sistema che ha garantito il benessere, il rispetto dei diritti umani e, a differenza dei paesi islamici, il rispetto dei diritti religiosi e politici. Un sistema che ha come valore la comprensione delle diversità e la tolleranza». L'affermazione suscitò le proteste di diverse nazioni islamiche e della Lega araba (RaiNews24, 27 settembre `01; Corriere della Sera, 28 settembre `01; Paola di caro, ibidem).

L`unica soluzione per trovare un po` di serenità nel luglio del 2003 per Elvio sembrano essere i viaggi all`estero; tuttavia neppure lì trova quella pace e quella serenitaà che meriterebbe e di cui pure avrebbe tanto bisogno per ragionare sui malesserri ed i malumori degli italiani, del BelPaese, del suo amato popolo che egli pur ama, senza essere ricambiato.

Ma no, niente da fare: oramai i cosacchi gli hanno fatto terra bruciata in ogni dove!

Cercando di ritrovare – Lui solo - un clima di serenità nel clima politico italiano, lascia che le animosità decantino, che si ritrovi un clima di conciliazione, che il leone possa tornare ad abbeverarsi con l`agnello.

Nel 2002 fece discutere la foto di gruppo dei ministri degli Esteri riuniti Caceres (Spagna, regione dell`Estremadura, all'altitudine media di 430 metri, fra la Sierra de la Mosca e la Serrilla.; per estensione il comune è il più grande della Spagna) , in cui Bernasconi, titolare ad interim della Farnesina, fu immortalato mentre faceva simpaticamente – per sdrammatizzare il clima grigio-plumbeo della riunione – l`italico gesto benaugurante delle corna alle spalle del suo omologo spagnolo per divertire un gruppo di boy-scout (La Repubblica, 8-10 febbraio `02).

E che dire quando Bernasconi (siamo nel settembre del medesimo anno), con a fianco il fedele alleato U. Grezzi, si oppone al pugnace, pervicace e mortifero assalto dei mori che cercano di invadere il suolo italico e scatenando contro l`ondata barbara anche i pedalò affermando che “In certi casi i pedalò sono utili. Nessuno (dei cadaveri) si è lamentato” ha risposto alla domanda sul perché la polizia avesse usato delle imbarcazioni a pedali per recuperare gli immigrati affogati.

Ma cosa avrebbe dovuto fare: lasciare che i poveri immigrati affogassero?

La verità. La dura verità, la triste verità è che la stampa comunista, nel disperato tentativo di vendere piu` copie dei propri giornali, ha oramai deciso di complottare contro il buon governo, così, per partuto preso, senza neppure aspettare che Bernasconi sbagli, giocando d`anticipo, entrando a gamba tesa!

D`altra parte il giuoco scorretto di questa sinistra vetero-comunista è presto evidente: qualunque cosa faccia l`amato premier viene puntualmente attaccato.


(segue ...)



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