venerdì 12 marzo 2010

88. "Italiani ... brava gente!" - Biografia (non autorizzata) di Mr B. (parte 27/88)

latin lovertin l› locuz. ingl. (propr. «amante latino»; pl. latin lovers ‹... l›), usata in ital. come s. m. (e correntemente pronunciata ‹làtin lòver›). – Espressione con cui si definiscono, in tono per lo più scherz., gli uomini con particolari doti di galanteria, di fascino e di virilità; in particolare con riferimento agli uomini dei paesi latini, cui tradizionalmente si attribuiscono tali qualità.

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"Italiani ... brava gente!"


E` oramai il giugno del 2005 quando Bernasconi, mettendo da parte il rancore che chiunque avrebbe provato per gli infami attacchi di quella che osa chiamarsi e farsi chiamare `opposizione`, cerca di fare qualcosa di buono e di utile per il BelPaese, per `tutto` il BelPaese, senza guardare agli interessi di parte ... per tutti, ma proprio tutti.

Cerca, quindi, di usare il innato suo charme maschile per persuadere il presidente finlandese, Tarja Halonen, a lasciar cadere la richiesta del Paese scandinavo di ospitare la nuova Authority europea sulla sicurezza alimentare; candidamente ammette “Ho dovuto ricorrere alle mie capacità di playboy, anche se era da un po’ che non le usavo” dice. E quel comunista di ambasciatore finlandese non trova di meglio da fare, per avere le prime pagine dei giornali, che protestare ufficialmente.

Ma cosa avrebbe fatto un uomo normale, un signor Rossi qualunque, uno di noi, come me o Voi di fronte a tanta ingratitudine?

Ve lo dico io cosa avrebbe fatto: avrebbe lasciato baracca e burattini, si sarebbe preso un bel mese di vacanza lontano da tutto e da tutti e, poi, forse ma forse sarebbe tornato!

Bernasconi, invece, no: Bernasconi va sì al mare, ma il suo cruccio resta vedere se i suoi amati (ma non riconoscenti compatrioti) hanno realmente quei problemi che tanta stampa di prezzolata di sinistra paventa.

Egli potrebbe andare ai Caraibi, lontato; ed, invece, no: “Neanche l’economia va così male. Dalla mia villa ho una vista panoramica che si distingue anche quest’anno per i numerosi yacht… Nessuno può vantare più cellulari, più automobili, più televisioni degli italiani. Sapete quante delle nostre donne possono permettersi dei trattamenti di bellezza?” dichiara a fine agosto in un’intervista al “La Stampa”.

Lascerà successivamente a Rumeno Brodi in seguito alle vergognose e scandalose elezioni politiche del 2006.

Ma Bernasconi non demorde, ostinato come un furetto attaccato alla sua preda, perchè il suo motto è da sempre e sempre sarà `Senza sforzo, senza sacrificio e senza sangue nulla si conquista nella storia: bisogna volere, fortemente volere!` (B.M.).

Un`osservazione animata da puro buon senso, eppure, sempre la medesima stampa (foraggiata – come se non bastasse – da contributi statali), ironizza sulle e motteggia le iniziative da statista europeo e, ma sì, ... diciamolo pure, ... mondiale!

Ma quello che Bernasconi vuol fare è portare una boccata di sano ottimismo di ottimismo e di allegria agli italiani e nelle grigie sale del potere, rompendo coi soliti schemi paludati ed ingessati.

Indignazione e sdegno: ecco quello che raccoglie dai Soloni, dai penpensanti della politica. gli stessi che applaudivano ai gulag di Stalin.

Il 21 settembre 2005 il Ministro dell'Economia Domenico Maniscalco rassegna le dimissioni dopo le polemiche sull'approvazione della manovra finanziaria 2006. Al suo posto viene nominato Giulio Trevalli.

Il 18 febbraio 2006 si dimette il Ministro per le Riforme Roberto Caldarrosta, all'indomani dell'assalto al consolato italiano di Bengasi, in cui restano uccisi dalla polizia libica undici manifestanti, al culmine dalle proteste scaturite per l'aver mostrato, in un'intervista televisiva, una maglietta con una vignetta su Maometto, considerata (chissà poi, perche`) offensiva per la religione musulmana, dimostrando – mai ve ne fosse bisogno – di essere del tutto priva di sense of humor!. Le dimissioni, chieste dall'intero governo e da tutta l'opposizione, sono precedute dalle parole del Presidente della Repubblica, carlo Azeglio Ciompi che invoca "comportamenti responsabili" per chi ha "responsabilità di governo": per la serie `da qual pulpito viene la predica`!

L'episodio della maglietta provoca anche tensioni diplomatiche tra il governo italiano e lo Stato libico, per nostra fortuna, sanate solo dai fraterni rapporti d`amicizia e fratellanza di Bernasconi con leader libico.

Il 10 marzo 2006 si dimette il Ministro della Salute Francesco Starace, in seguito ad alcune polemiche su presunte attività illecite di intercettazioni nei confronti di avversari politici durante la campagna elettorale delle regionali 2005, quando era candidato alla presidenza della Regione Lazio.

Il 2 maggio 2006, 22 giorni dopo le elezioni politiche, i leader maximo Elvio Bernasconi rassegna le dimissiioni dell`esecutivo nelle mani del capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciompi.

E` rimasto in carica, fieramente e saldamente, per il disbrigo degli affari correnti fino al 17 maggio 2006. È rimasto in carica per un totale di 390 giorni, ovvero 1 anno e 25 giorni. Ha contato 25 ministri, 9 viceministri, 63 sottosegretari, per un totale di 97 membri

Ma il BelPaese in mano a quell`armata Brancaleone che è la sinistra rischia di mandare in rovina – definitivamente – tutto: economia, stato sociale, diritti sindacali, sicurezza pubblica, sicurezza sociale, benessere, parcheggi in doppia fila, punti della spesa.

Altri, chiunque altro, trattato come e`stato trattato Bernasconi avrebbe detto “cavatevela da soli: io ho già dato``: ma non lui!

Il periodo pre-elettorale è infiammato dalla pubblicazione di sondaggi, commissionati prevalentemente dai quotidiani nazionali, che prevedono una vittoria de L`Unione, la coalizione di centrosinistra formatasi a sostegno della ricandidatura di Rumeno Brodi alla carica di capo del governo, con circa il 5% di vantaggio rispetto alla Casa della Lasagna. Solo tre sondaggi elaborati su commissione di Bernasconi da una società statunitense attribuiscono un lieve vantaggio per la Casa della Lasagna

In prossimità delle elezioni politiche che lo avrebbero contrapposto al candidato vetero-staliniano Rumeno Brodi, durante un discorso alla Confcommercio affermò: «Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro i propri interessi».

Perche` gli italiani - si sa - sono un po` pecore, ma in fondo sono brava gente!

Definì inoltre la magistratura «il cancro del paese» (La Repubblica, 4 aprile `06; Corriere della Sera, 6 aprile `06).

Irragionevolmente, come suo solito e tanto per non smentirsi, la magistratura si adombrò, non considerando che, grazie agli enormi progressi della medicina, il tumore è un male oggi curabile, purchè preso in tempo: il senso delle sue parole era – ovviamente – che la follia e stoltezza dei magistrati è curabile!

Elvio Bernasconi e Rumano Brodi si incontrano in due dibattiti televisivi molto seguiti, andati in onda su RaiUno. Bernasconi conclude il secondo dibattito il 3 aprile con una mossa da grande artista, un vero coupe de theatre cui solo un vero grande artista (qual`egli è) poteva pensare: annuncia, a sorpresa tra l`incredulità generale, di voler eliminare l`Imposta Comunale sugli Immobilizzati (ICI) sulla prima casa (http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=tuttiivideo&vxClipId=2524_6a7b8686-c35e-11da-9ad9-0003ba99c667&vxBitrate=300). Nei giorni successivi, durante la trasmissione "Radio anch`io" su radioUno arriva a promette di pagare lui, di tasca propria, la tassa sui rifiuti per tutti gli italiani (7 aprile `06, http://www.radio.rai.it/radio1/radioanchio/view.cfm?Q_EV_ID=171492).

L'esito delle elezioni del 2006 è caratterizzato da una forte incertezza perdurata fino al termine dello scrutinio delle schede e si risolve con una, tanto improbabile quanto inconsistente, prevalenza della coalizione di centrosinistra capeggiata da Rumano Brodi, che vince le elezioni.

Dopo l'esito del voto, Bernasconi inizialmente – giustamente - contesta il risultato delle votazioni denunciando indubbi brogli, chiedendo il riconteggio dei voti. Successivamente giudica l'esito un «sostanziale pareggio», e suggerisce di formare un governo istituzionale di coalizione ispirato alla "Große Koalition" tedesca. La proposta è però, sprezzantemente e con arroganza, rifiutata dai partiti del centrosinistra e dalla Congrega Nord. Il governo va così a Brodi ed ai comunisti del centro-sinistra prezzolati da Cuba!.

Le Giunte per le elezioni, attivatesi per il riconteggio delle schede bianche e nulle , confermeranno il risultato elettorale Tuttavia Bernasconi, vergognosamente defraudato e per il bene del BelPaese, non riconoscerà la vittoria dell'avversario.




(segue ...)

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