lunedì 25 ottobre 2010

170. "Chi l'avrebbe mai detto?!" (parte 2/5) - Le inchieste del commissario Marmittoni

In auto il Cecco si trasforma, forse perchè si sente protetto come un bimbo nel liquido amniotico: l'auto ha su di lui un 'effetto placenta'!

Parla come uno straripante fiume in piena, inizia a raccontarmi della sua vita e del suo lavoro; io cerco di parlare, ma è come cercare di fermare una diga che esonda, o bloccare le acque rotte di una partoriente.

E' fiero del suo tom-tom che dà indicazioni stradali imitando il co-pilota di un'auto di rally, peccato che dia indicazioni sbagliate e/o in ritardo, pe. ad incrocio superato, costringendo a quelle che la voce gracchiante del sistema di navigazione UPS portatile per auto (ndr. non volevo ripetere 'tom-tom' per non essere accusato di pubblicità occulta) definisce 'immediata derapata' ed inversione ad U: “su corso Principe Oddone? A senso unico per i lavori di copertura del passante ferrroviare? Uè, Cecco, non dare retta a quello stronzo!!!”.

Altra caratteristica peculiare del Cecco che sto imparando a conoscere è che il Cecco ama la musica, ma non Vi so dire quale perché tiene l'autoradio ad un volume irragionevolmente basso, così basso che nemmeno appoggiando l'orecchio alla cassa si riesce a capire se la radio è accesa o meno.

Eppure lui si ostina a dirmi in tono esaltato: “Senti questa! Senti questa: è fortissima!”.

Le cose sono tre:

  1. ha un udito più sviluppato del mio e Cecco potrebbe essere la reincarnazione di un delfino: il senso dell'udito dei delfini è molto sviluppato e permette ai delfini di udire una gamma di suoni più ampia di quanto non sia possibile a noi umani: possono infatti percepire sia ultrasuoni che infrasuoni;

  2. il mio udito è andato peggiorando: io sto invecchiano e si sa che la sordità è una delle problematiche più comuni che affliggono gli anziani. 1 adulto su 3 con più di 60 anni e il 50% sopra gli 85 anni riporta sordità. I problemi di udito possono rendere difficile capire e seguire le istruzioni del medico, rispondere ai segnali di allarme, sentire il campanello della porta, il citofono, il telefono. Possono inoltre rendere difficile conversare tranquillamente e piacevolmente con familiari e amici. Tutto ciò può esser frustrante, imbarazzante e a volte pericoloso;

  3. l'autoradio è effettivamente spenta ed il Cecco mi sta coglionando!

Inizio anche a nutrire dei dubbi sul suo senso dell'orientamento, perché ho come l'impressione che, nell'ultima mezz'ora, siamo già passati almeno tre volte davanti allo stesso negozio di mobili, senza considerare che se è vero com'è vero che Bruino è a 20 km, dovremmo quasi essere arrivati, mentre la tangenziale è ancora bell'e lontana.

Si prospetta un fantastico fine settimana!

Comunque sia, alla fine riusciamo ad imboccare la strada che porta alla volta di Bruino/Rivalta e dovremmo essere ancora in tempo per non esordire sulla pista con colpevole ritardo.

Cecco non manca di rassicurarmi: il suo satellitare – così dice – è di precisione svizzera.

Io ho i miei fieri dubbi (ndr. non ho mai capito perché i dubbi debbano essere 'seri', al limite saranno 'dubbiosi') quando ci si inizia ad inoltrare per viuzze sempre più strette e, quindi, la strada finisce in aperta campagna.

Tornati che siamo sulle nostre ruote (ndr. fossimo venuti a piedi avrei scritto “sui nostri passi”), chiediamo indicazioni ed i nostri indicatori si trattengono a stento dalle risate e capiscono che siamo degli sprovveduti cittadini, quando indicando un cartellone delle dimensioni di un palazzo di 4piani4 ci aiutano nella lettura così come una mamma aiuterebbe un bambino e scandiscono all'unisono “kar-tro-domo-di-bru-i-no” e chiudono in modo beffardo: “La vedete quella freccia con la punta verso destra? È la direzione da prendere!”.

Educatamente ringraziamo, risaliamo in auto e ci allontaniamo a testa bassa tra le risatine dei villani villici.

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.

Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.


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