mercoledì 6 ottobre 2010

161. "So cosa voglio fare da grande!" (parte 4/5)- Le inchieste del commissario Marmittoni

L'indomani la squadra si ricongiunge con tanto di Vigevanesi (ndr. non sono del tutto convinto che si chiamino così gli abitanti di Vigevano, ma Vi dovete accontentare: sempre meglio che citarli uno per uno!) e per le 8 siamo garruli in pista.

Verso mezzogiorno mi si avvicina un fotografo che, per meglio riprendere i piloti ha la 'brillante' idea di mettersi proprio dove non avevo più rimesso un paletto che ogni volta i piloti, uscendo dalla curva a gomito, immancabilmente ma senza premeditazione, facevano schizzare sulla mia testa, prima, e su quella degli spettatori, poi.

Sarei tentato di redarguirlo aspramente, ma mi trattengo, non è il mio stile!

Testina di vitello, non stare lì, che è pericoloso”, gli spiego gentilmente e garbatamente.

Il simpatico fotografo mi dà ragione e si scusa, ma quando mi rigiro … rieccotelo lì, esattamente dove stava il paletto.

Avrei la tentazione di 'cazziarlo' brutalmente, ma il bravo commissario, oltre a dover essere indulgente e comprensivo ha, alla bisogna, il dovere di essere severo!

Dovete sapere che le gialle bandierine hanno un manico che è né più né meno che come quello dei manici di scopa e di cotanta consistenza.

Ecco, allora, che il Vostro, con abile e perfetto semicerchio, facendo perno sul gomito, indirizza il manico della gialla bandierina dalla sua ascella destra … al suo stomaco!

Il gesto potrebbe a taluni di Voi sembrare eccessivo, ma si tratta della pratica applicazione di quel sano metodo educativo adottato da secoli nelle britanniche scuole di Sua Maestà.

Credetemi, essere tanto severo in talune circostanze fa più male a me che al non chiamato ospite a bordo pista, anche se debbo ammettere che tra uno 'scusi' ed un altro è l'improvvido fotografo ad essere piegato in due anche se – penso – in senso di deferenza e di gratitudine per la lezione che il Vostro gli ha impartito: lezione gratuita di come ci si deve comportare a bordo pista!

Ed ecco un'altra sorpresa sorprendente: il Cecco!

Io non avevo mai dedicato molte righe al Cecco perché è tipo taciturno, riservato. Quando arriviamo a Busca lui va a piazzarsi looooontano- looooontano da tutti e lo vediamo rispuntare solo al momento di tornare a Torino.

Qui, invece, scopriamo un Cecco, brillante, spiritoso, estroverso … con hostesses (ndr. è plurale), cameriere, infermiere …

Insomma, sembra che sia l'unico che concluderà qualcosa. Non certo io, vuoi in considerazione dell'età che oggi come oggi mi farebbe preferire una sana lettura od un bel documentario della National Geographic ad una notte di sesso scatenato, vuoi perché tra tante ragazze, non ho trovato alcuna che abbia attirato la mia attenzione: carine, certo, qualcuna esteticamente persino bella, ma nessuna che mi abbia colpito per quel non so che di sensibilità, pudicizia, candore …

D'altra parte, non essendo attirato dagli stands (ndr. altro plurale) di moto, decido di darmi all'abbronzatura e nei non rari momenti di pausa mi abbandono sul terreno e mi lascio accarezzare dal sole, cercando di trovare una risposta all'eterno quesito che ha affaticato generazioni e generazioni di filosofi: se è vero che il sole bacia in fronte i belli, è altrettanto vero che il sole secca le merde! Un vero dilemma, un bel rompicapo!

(segue)

NON e` una storia di pura invenzione.
Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.

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