venerdì 8 ottobre 2010

166. "... magari la prossima volta" (parte 4/6) - Le inchieste del commissario Marmittoni

L'indomani è una delle più torride domeniche di luglio che mente non necessariamente umana ricordi.

Ai due sottoprodotti del genere umano se ne aggiunge un terzo loro amico: ah, però, non ci facciamo mancare proprio nulla!

L'aggregato è una collezione umana di piercing e già m'immagino lo spasso mai dovesse passare attraverso un metal detector.

Se non altro questo ha qualche segno di vita, chè i due il giorno prima si sono rivelati dei campioni di mutismo.

Dopo nemmeno una 20ina di minuti, senza neppure chiedermi se il Vostro sia, in incognito, un agente della D.I.A., un carabiniere dell'antidroga, una agente della Finanza, tira fuori una caccola indurita, diligentemente – nell'ordine – la scalda indi la grattugia con l'unghia lunga e sporca, si rolla il suo bel cannoncino ed inizia il suo viaggetto pieno di risate, risatine e risatone.

Come se non bastasse, di tanto in tanto, allunga il pistolotto al guidatore ed anche lui inizia a ridacchiare faceto e garrulo.

Ecco, vedete, io non sono un moralista, un bacchettone; quello che mi limito ad osservare è che le nuove generazioni, quelle che dovrebbero pagare le nostre quanto mai improbabili pensioni sono spaesate, confuse, ma - soprattutto – maleducate, egoiste ed avare: nemmeno mi hanno offerto un tiro!

Ebbene sì, anch'io mi ritrovo oggi come oggi a pensare che ai miei tempi era tutta un'altra cosa e che le nuove generazioni sono senza speranza.

Come se non bastasse mr. Puntaspilli lancia la brillante idea di 'farsi' qualche bottiglia di birra in quella che eufemisticamente potremmo definire 'pausa-pranzo' (ndr. l'avverbio 'eufemisticamente' è riferito al pranzo), condita da qualche rollata libera.

Ad ogni buon conto, mi preoccupano nell'ordine: 1. la specie di ominide alla guida arrivato al suo secondo spino; 2. l'auto dei carabinieri che da qualche minuto ci sta seguendo; ed il Vostro riscopre la propria religiosità sopita temendo di finire fuori strada e di passare il resto di quella che per Voi è stata con ogni probabilità una tranquilla domenica al mare (ndr. ma non voglio che Vi sentiate il colpa perché io lavoro) dietro le sbarre in compagnia di qualche sadico-maniaco.

Cerco, abbastanza affannosamente e disperatamente, di ricordarmi qualche preghiera in latino che mi avevano 'imparato a scuola (ndr. ebbene sì, il Vostro ha frequentato una scuola cattolica – l'avreste mai detto - ma a mia discolpa posso dire che dalla mia è uscito almeno un terrorista targato Bi Erre, sic!), sperando che il latinorum abbia più efficacia.

Abbandonata ogni speranza di far riaffiorare un pur vago ricordo (ndr. l'età può avere effetti devastanti), decido di giuocarmi alla disperata l'unico jolly che le Care Lettrici non potrebbero giuocarsi (ndr. a meno che un Caro Lettore non collabori): mi tengo stretti per tutto il resto del tragitto i gioielli di famiglia.

E la cosa sembra funzionare, perché dopo qualche minuto l'auto dei tutori dell'ordine ci supera senza fermarci ed arriviamo persino a destinazione.

Quando raggiungiamo gli altri Bimbo Gigi se ne esce con un irriverente: “Uè, ma stai bene? Sei pallido da paura …!”.

Ad essere sinceri – e quando mai non lo sono con Voi? - la botta finale me l'ha data il fetore di sterco del campo vicino al kartodromo: probabilmente per ripicca a causa del continuo rumore prodotto dalle moto, il contadino concima i propri campi durante tutto l'anno!

Per riprendermi decido di chiudermi una mezz'orata nell'auto dello sgorbio umano per lasciarmi cullare e coccolare dal ben più rassicurante profumo di cioccolata che lì dentro posso respirare.

Come rinfrancato da qualche profonda inalazione, quando esco raggiungo Bimbo Gigi, Fra I, il Massimo e Cecco e pongo loro la seguente quistione: “Solo, ma solo per curiosità, ammettiamo che succeda qualche casino provocato dai commissari di pista tipo irruzione dell'antidroga nel bel mezzo della corsa, big Ale quale nostro duce e condottiero avrebbe problemi?”.

I quattro restano un attimo interdetti, d'altra parte non sono mai stati dei fulmini a ciel sereno, per cui Bimbo Gigi prende la parola e se ne esce con una irrispettosa e recidiva considerazione che pecca di lesa maestà nei riguardi del nostro assente conducator (*) (ndr. vedi puntate precedenti): “Non capisco il senso della tua domanda, … ma, vabbé, nei casini ci va big Ale, mica noi ...”.

Sto per rispondere a cuor di coniglio (ndr. Bimbo Gigi) che quando i grandi parlano i bambini non devono interrompere, ma nessuno degli altri mi viene in soccorso, quindi, a stretto rigore è sono stato solo io a parlare.



(*) Conducător è forma sostantivale del verbo a conduce, figlio del latino ducĕre ("condurre") e affine agli italiani 'duca', 'doge' e 'duce'. Quest'ultimo termine, come appellativo di Benito Mussolini, fu la matrice di titoli analoghi quali il tedesco 'Fuhrer' e lo spagnolo 'caudillo' (rispettivamente per Hitler e Franco). Conducător è il loro equivalente rumeno

(segue)
NON e` una storia di pura invenzione.

Nel racconto SI FA riferimento a fatti e persone REALI.



Nessun commento:

Posta un commento